PER la DONNA
Non
è possibile stabilire una durata del sonno ottimale, non
esiste un tempo standard, perché questo è un fatto individuale
e diverso da una persona all'altra. Importante è la qualità
del sonno piuttosto che la quantità che varia secondo le
esigenze personali. E' comunque noto che il fabbisogno di
sonno diminuisce con l'età:
Il
sonno costituisce una componente essenziale della salute,
a tutti i livelli: somatico (e in particolare neurovegetativo),
emotivo-affettivo e cognitivo. Esso presenta un'architettura
complessa, con fasi diverse a cui corrispondono funzioni
specifiche. A tale complessità corrisponde una notevole
varietà di disturbi, riconducibili a quattro categorie principali:
alterazioni quantitative, alterazioni qualitative, parasonnie,
altre alterazioni. A molte di queste disfunzioni si risponde
oggi con una categoria di farmaci noti come "cronobiotici".
Relazioni particolarmente interessanti esistono fra sonno,
da un lato, e regolarità mestruale, sessualità e gravidanza,
dall'altro. Durante il sonno il cervello sincronizza tutti
i bioritmi essenziali per la salute della donna: pressione
arteriosa, frequenza cardiaca, temperatura corporea, ritmo
sonno-veglia, bioritmi ormonali e loro circadianità, tono
muscolare. Il sonno contribuisce inoltre a ridurre i livelli
degli ormoni dello stress, l'adrenalina e il cortisolo:
due sostanze amiche, che ci consentono di affrontare gli
stati di emergenza, ma che, se si stabilizzano su alti livelli,
sregolano l'ipotalamo (la "centralina" del cervello che
coordina tutti i nostri bioritmi) e ci portano a vivere
in una condizione di allarme permanente. Durante l'età fertile,
inoltre, il sonno sincronizza la circadianità e la circamensilità
- ossia l'andamento quotidiano e mensile - dei bioritmi
endocrini e neurochimici finalizzati alla riproduzione.
Se durante questa età il sonno è carente, o disturbato,
possono insorgere numerosi disturbi:
-
le mestruazioni diventano irregolari;
-
l'ovulazione può alterarsi, fino a causare infertilità;
-
la sindrome premestruale peggiora;
-
la pressione sanguigna aumenta;
-
la temperatura corporea si alza: di poco, qualche decimo
di grado al massimo, ma quanto basta a dare un senso di
sgradevolissimo malessere;
-
la tiroide funziona in modo eccessivo, contribuendo all'ipertiroidismo;
- aumentano i dolori muscolari, le gastralgie, le cefalee.
il sonno svolge una fondamentale azione stabilizzatrice
del tono dell'umore, riducendo i livelli d'ansia e di irritabilità.Contribuisce
così al benessere che alimenta il desiderio di vita, in
termini di assertività esistenziale e sessuale. Se invece
il sonno è alterato, aumentano la stanchezza generale e
l'aggressività, sino a configurare - nei casi più gravi
- un vero e proprio disturbo della personalità. Anche il
desiderio e l'energia vitale si riducono drammaticamente,
fino alla franca depressione nelle donne predisposte (2).
Numerosi dati indicano infatti come il ritmo sonno-veglia
e i ritmi circadiani ad esso associati siano diversi tra
donne sane e donne depresse in età fertile, gravidanza e
puerperio. Tali differenze sembrano persistere anche dopo
la menopausa (3).
Il
sonno, in particolare nella fase con sogni (detta anche
fase REM, da Rapid Eyes Movements, i movimenti veloci che
gli occhi compiono, al di sotto delle palpebre chiuse, per
seguire l'andamento dei sogni), aiuta il cervello a trasformare
le tracce di memoria a breve termine in tracce a lungo termine,
garantendo così non solo l'integrità dei processi psichici
superiori, legati all'intelligenza e alle sue espressioni,
ma anche le basi stesse dell'identità personale e relazionale:
perché il sapere chi siamo è legato al ricordare chi siamo
stati, e al riconoscere le persone, i luoghi e gli avvenimenti
significativi per noi. Questo evento straordinario avviene
tre o quattro volte per notte, e dimostra come il sonno
sia fondamentale soprattutto per chi studia, dal momento
che la memoria è il principale alleato della capacità di
apprendere (quante malinconie e depressioni adolescenziali,
attribuite frettolosamente al terremoto ormonale dell'età,
sono invece determinate da una carenza di sonno?). Durante
il sonno, inoltre, il cervello ripara i danni subiti dalle
cellule nervose e attiva nuove connessioni tra i neuroni,
aumentando così la capacità associativa, che è il prerequisito
per la qualità del pensiero, la prontezza dell'intelligenza
e la creatività.
Il
sonno, dunque, consente al cervello di svolgere numerose
funzioni per la salute, e di recuperare in particolare la
stanchezza e l'usura del giorno, sul piano sia psichico
che metabolico (e quindi biologico). La controprova osservabile
di questo lavoro prezioso e silenzioso è il consumo cerebrale
di ossigeno, che aumenta di molto proprio durante la notte.
Idealmente, il sonno dovrebbe occupare un terzo del giorno:
un'ora di sonno ogni due di veglia, ossia otto ore al giorno
(anche per gli adulti!). Nell'ultimo secolo, rispetto agli
inizi del Novecento, la quantità di sonno si è invece ridotta
mediamente di un'ora e mezzo, con importanti ripercussioni
sulla salute fisica e psichica non solo delle donne ma anche
degli uomini. Questa perdita quantitativa può creare un
progressivo malessere che colpisce, come abbiamo visto,
l'area emotivo-affettiva (con irritabilità, aggressività,
ansia diffusa, umore depresso e bisogno di eccitanti di
varia potenza e dannosità, dal caffé alla cocaina), ma anche
l'area comportamentale, aumentando fra l'altro l'appetito
per i cibi dolci e grassi con conseguente aumento di peso,
come ha confermato una recente ricerca dell'Università di
Stanford, negli Stati Uniti.
Abbiamo già accennato al fatto che il sonno riduce gli ormoni
dello stress, il cortisolo e l'adrenalina. Se il sonno è
carente, gli ormoni dello stress durante la notte non si
riducono, e anzi subiscono un'ulteriore impennata con le
frenetiche attività del mattino. Questo accresce il bisogno
di cibi ad alto contenuto energetico: zuccheri e grassi,
in particolare cioccolato. L'aumento temporaneo della glicemia,
e di alcuni neurotrasmettitori del "buon umore", danno effettivamente
una piacevole sensazione di ricarica: ma l'aumento acuto
degli zuccheri scatena un immediato contropicco nella produzione
di insulina, ormone che facilita l'entrata del glucosio
nelle cellule e la sua trasformazione in grasso.
A
peggiorare la situazione contribuiscono anche due altre
sostanze: una, chiamata leptina, sopprime l'appetito, e
contribuisce a regolare il senso di fame perché dice al
cervello che il corpo ha abbastanza tessuto adiposo di riserva.
L'altra, chiamata ghrelina, stimola invece l'appetito. Quando
il sonno si riduce, la leptina cala e la ghrelina aumenta:
e questo fa sì che il cervello intensifichi i comportamenti
di ricerca di cibi più energetici e più ingrassanti.
Naturalmente
per tenere la linea non basta dormire! Un buon sonno deve
infatti sempre associarsi al movimento fisico quotidiano
e a un'alimentazione sobria e appropriata all'età.
INVITO
MARTEDI
31 MAGGIO
Programma:
ore 19 aperitivo offerto
a base di pietanze che favoriscono il benessere del sonno
con relativo approfondimento
ore 20 Approfondimenti sulla
cultura del sonno e dei vari aspetti
Associazione
Culturale GRASCH
c/o
EASY SPACE
via
Guseppe Cesare ABBA nr 5
MILANO
(zona Maciachini)
Sedisci
un sms al 3497732699
per
cofermare la tua partecipazione
GRAZIE!!!
NB:
Sei invitato dall'associazione culturale e tutto quindi
è gratuito
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