[Associazione Culturale] [finalita'|scopo sociale]
[GRASCH]

[ mostre | arte ]
[ corsi | creativi olistici ]
[ cucina | eventi ]

TOYS

Mostra BIpersonale di

ELENA UDERZO

ROBERTO PIAZZA

Dal 27 Febbraio al 5 Marzo 2004

[ ELENA UDERZO - ROBERTO PIAZZA ]

TOYS [Mostra BIpersonale]

TESTO di CARLO SLIEPCEVIC (Filosofo)

ELENA UDERZO E ROBERTO PIAZZA

Un discorso incentrato esclusivamente sugli aspetti formali di queste realizzazioni, andrebbe certamente in una direzione che i due ragazzi attendono ,riguardando le loro opere. Tuttavia, io spero che loro mi perdoneranno se darò maggior rilievo all'intendimento di chiarire ciò che sta dietro il loro lavoro e la nostra presenza qui.

Apparentemente , le realizzazioni di Elena Uderzo e Roberto Piazza sono denunce di ciò che siamo ormai abituati a vedere.

- La sopraffazione della possibilità di vivere con naturalità la condizione quotidiana.

- La crudeltà impersonale che ci circonda .

- L'impotenza a intervenire.

Ciò che caratterizza maggiormente queste opere è il modo come sono realizzate.

C'è del candore e una tragicità ridondante.

Una certa affettività accompagna alcune opere ( e non a caso sono un ragazzo e una ragazza a operare e pertanto in esse c'è l'incontro del contributo affettivo di entrambi).

La giovane età degli autori è ciò che non si vorrebbe constatare.

Trattandosi di giovani, abbiamo delle manifestazioni adulte in una sensibilità ancora giovane.

La presenza di oggetti infantili - ad esempio la bambola - ,oggetti con cui sono soliti giocare i bimbi, indica essenzialmente che a essere calpestata dalla violenza è l'innocenza.

Ossia una condizione - forse l'unica - che lega la vita a una sorta di grande privilegio ,assolutamente non costruibile dall'uomo.

Ma solo distruttibile.

La "misura" degli oggetti e la loro collocazione formale in seno al loro significato ,mi dicono che per quanto riguarda loro, si tratta di una innocenza forse solo " disturbata".

Loro vogliono bene alle immagini, anche se non ne condividono il messaggio.

Si tratta , ora , di vedere che cosa rappresentano effettivamente le loro realizzazioni.

Partirei dall'innocenza , per poi cercare di capire come sia stato possibile pervenire alla violenza.

L'innocenza è una condizione attraverso cui passano altre condizioni: al suo estremo troviamo la santità, anche il cosiddetto amore è un sentimento che conosce solo la dimensione del "dare" e non può che essere puro, innocente.

In qualche modo, la condizione dei fiori può permetterci di illustrare la condizione dell'innocenza.

Il fiore obbedisce a ciò che accade dentro di sè e fuori di sè : ambiti che conosce bene.

Così, l'innocenza è una condizione che respirando la stessa situazione del fiore, ha tutti gli ingredienti per badare a se stessa , ed è preparata, dentro di sé , ad incontrare, col tempo, una realtà via via meno prossima alle esigenze proprie della sua condizione.

Ho accennato ai fiori , perché il problema ha a che fare proprio con il rapporto con lo Spazio.

Proviamo per un momento a osservare attorno a noi.

Basta guardarsi in giro per accorgersi che siamo circondati dalla tecnica.

E' qui che subentra la realtà dell'oggi.

Il mondo è pervaso dalla tecnica, ossia dalle realizzazioni dell'uomo.

Queste realizzazioni rappresentano in fondo le sue appendici, dato che lo aiutano.

Ossia la tecnica parte dalla materia, attinge dalla materia, e in qualche modo, servendosene, piano piano, avvicina maggiormente l'uomo alla materia.

Il risultato è che le persone interloquiscono con la materia loro malgrado.

Essenzializzando i termini del problema, è la contrapposizione tra questo lento , reiterato anteporsi della materia e il rapporto con lo Spazio che entra nella realtà nella quale viviamo.

Con conseguenze difficili da valutare.

Per quanto riguarda la gioventù, la realtà che oggi come oggi, l'innocenza si trova di fronte , è una realtà che è impreparata a ricevere , dentro di sé essendo preparata a una realtà che le si sveli per gradi.

E questo spiegherebbe il cocktail di : sensibilità, misura, affetto, gioco, che aleggia nelle realizzazioni di Elena e Roberto.

Ognuno di questi caldi ingredienti : sensibilità, misura, affetto, gioco, nel loro equilibrio coatto, opera in senso ammorbidente la situazione nella quale si trovano i ragazzi di oggi.

E' una lotta interna che ciascheduno è condotto a operare dentro di sé.

Ed è molto bello pensare , che le loro opere non sono realizzazioni puramente formali, futili, ma rappresentano una lotta che fa onore a loro e, come si vede, anche all'arte.

Carlo Sliepcevic

Un'ultima considerazione.

Il sentire l'esigenza di esprimersi attraverso l'installazione sottolinea il bisogno di condursi nello spazio con una avvicinabilità nostra che è espressa dalla realizzazione tra gli oggetti dell'installazione e lo spazio. Avvicinabilità sospinta dalla cruda realtà dell'oggi.

 

Impolverati sugli scaffali della memoria ci guardano i giocattoli dell'infanzia, ancora espressivi e più che mai vivi nei nostri ricordi di giocatori immaginari.

Un invito a ripercorrere i momenti più indimenticabili ( quelli che ogni bambino-adulto conserva gelosamente in sé) ricreati grazie all'ironia caleidoscopica e alla poliedrica immaginazione di installazioni uniche e provocatorie nella loro essenzialità.

Un girotondo di creazioni simboliche , scherzi della fantasia, umorismo zuccherino che si intreccia lungo il percorso proposto.

Un'esposizione alternativa che ci fa sorridere e ci distoglie temporaneamente da tutto ciò che ci impedisce di esternare senza filtri il nostro sfogo psichico-artistico e di superare i confini dell'astrazione e della follia creativa .I nuovi contesti che ospiteranno i giocattoli ci riveleranno inoltre le peggiori sfaccettature del mondo degli adulti.

Kids are strange….

TOYS come proiezioni esteriori di idee,sogni,paure umane che riemergono ciclicamente nelle tappe della vita . Creature curiosamente silenziose che non ci hanno mai giudicato tornano per ristabilire quel contatto intriso di vibrazioni impalpabili e risonanti che ci aveva uniti in passato. Un tentativo quindi di ricreare atmosfere suggestive e oniriche con spontaneità e flusso libero di creatività pura per identificarsi nuovamente con l'io-bambino rimasto eternamente incontaminato sotto la nostra buccia che invece invecchia con il tempo insieme all'io -adulto.

……FEEL FREE TO REBORN

IN A CHILDISH MIND……………

Elena Uderzo: classe 81, studentessa di Interpretariato e Comunicazione (IULM) , "mangiatrice d'arte" e cleptomane di concetti dadaisti e immagini "Daliniane" ,fino a confluire nel contagio delle più" recenti" espressioni ( pop art, street art graffiti). Si avvicina all'arte per insaporire l'insipida quotidianità di chi ancora vive banalmente ancorato ad ogni sorta di clichè. Per cui vale: "TUTTO è ARTE" se si è consapevoli che la perfezione però è rara.

Roberto Piazza: classe 77, studente di grafica ( Scuola d'arte applicata ,Castello Sforzesco, Milano),appassionato d'arte contemporanea , estimatore della pop art nonché fedele partner della macchina fotografica.

 

[EVENTI GRASCH ]

Link:

 

 

 

GRASCH
[EVENTI GRASCH ]