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[Corso di Storia del Cinema]
a cura di Alessandro Poggetti [incontro gratuito]

CALENDARIO 2008 CINEMA

Le NEWS LETTERS: http://domeus.it/message/overview.jsp;jsessionid=AA9BC67E31708856E9B8F2C0B161CADA;dom06?gid=407492

UN REGISTA

Gillo Pontecorvo

 « Certamente le nuove tecnologie si diffonderanno in modo tale da rendere più agevole il lavoro del regista. Così com'è stato più agevole per i musicisti quando si è inventato il registratore. »
 (Gillo Pontecorvo)

Gilberto Pontecorvo detto Gillo (Pisa, 19 novembre 1919 – Roma, 12 ottobre 2006) è stato un regista e sceneggiatore italiano.

Biografia
Fratello del celebre fisico Bruno Pontecorvo, cresciuto in una famiglia ebraica benestante, Gillo Pontecorvo abbandona l'Università di Pisa dopo aver sostenuto due esami di chimica; vorrebbe fare il direttore d'orchestra (un desiderio non esaudito e mantenuto per tutta la vita) ma si limita a giocare a tennis e a piacere alle ragazze. Negli anni universitari entra in contatto con l'antifascismo; nel 1938, in seguito alla stretta delle leggi razziali, segue il fratello Bruno a Parigi con il quale frequenta l'ambiente degli esuli politici italiani e il mondo culturale francese (conosce, tra gli altri, artisti di ogni genere del calibro di Pablo Picasso, Igor Stravinskij e Jean-Paul Sartre). Dalla capitale francese inizia a scrivere come corrispondente per alcune riviste e si mantiene partecipando a tornei di tennis. In questo periodo effettua le sue prime esperienze nel cinema, collaborando come assistente per Yves Allegrét. Nel 1940 accompagna il fratello in una rocambolesca fuga da Parigi a Tolosa; nel 1941 aderisce al Partito Comunista Italiano e coordina in Piemonte e Lombardia alcune azioni partigiane con il nome di battaglia di Barnaba. Nel dopoguerra interpreta un operaio che viene fucilato nel film di Aldo Vergano Il sole sorge ancora (1946), opera finanziata dall'ANPI. Nel 1948 sostituisce Alfonso Gatto alla direzione del quindicinale comunista Pattuglia, destinato ai giovani. Profondamente colpito dal film Paisà di Roberto Rossellini, Pontecorvo compra una cinepresa 16mm e gira una serie di documentari a sfondo sociale, come Missione Timiriazev (1953), Pane e zolfo (1956, documentario sui minatori marchigiani commissionato dalla Camera del Lavoro di Ancona) e, sempre nel 1956, l'episodio Giovanna (stavolta dedicato alle operaie tessili Pratesi) di La rosa dei venti, film curato da Joris Ivens. Negli stessi anni lavora come aiuto regista per Mario Monicelli, Steno e per il film a episodi L'amore in città. Nel 1957 dirige il suo primo lungometraggio, La grande strada azzurra, con Yves Montand, Alida Valli e Terence Hill, che vince un premio al Festival Internazionale del cinema di Karlovy Vary. Nel 1959 gira un dramma ambientato nei campi di sterminio: Kapò, nominato all'Oscar al miglior film straniero. Il film narra la storia di una giovane deportata ebrea che, perduta la famiglia, viene indotta da un medico a sopravvivere diventando una sorvegliante del campo. È rimasta celebre la polemica animata dal critico dei Cahiers du cinéma Jacques Rivette sull'immoralità dell'utilizzo di un carrello da parte del regista per descrivere il suicidio di Emmanuelle Riva. La sua opera più nota è del 1966: La battaglia di Algeri, Leone d'Oro alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia. Il film segue con uno stile asciutto e nervoso, alla maniera di un cinegiornale, gli avvenimenti che hanno condotto il popolo algerino all'indipendenza dalla Francia, ed è caratterizzato da un robusto senso della coralità e della partecipazione emotiva. Il film, proibito in Francia per molti anni, ottiene due nomination all'Oscar al miglior regista e all'Oscar alla migliore sceneggiatura originale. Nel 1969 Marlon Brando è il protagonista di un nuovo film politico diretto da Pontecorvo: Queimada, che descrive le sopraffazioni del colonialismo e la rivolta dei popoli oppressi in un paese del Sud America. Nel 1971 fu tra i firmatari del documento pubblicato sul settimanale L'Espresso contro il commissario Luigi Calabresi. Pontecorvo affronta nel 1979 il tema del terrorismo basco in Ogro, con Gian Maria Volonté, raccontando la vicenda dell'attentato a Luis Carrero Blanco del 1973. Nel 1986 Pontecorvo dà vita al Premio Solinas dedicato ai giovani sceneggiatori, e dal 1992 al 1996 svolge l'incarico di direttore della Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia. Pontecorvo porta i giovani a vivere il festival da protagonisti e viene istituita la prima giuria dei giovani che consegna il prestigioso premio Anica-Flash al miglior film opera prima. Torna al Lido nel 1997 per presentare il suo cortometraggio Nostalgia di protezione, parte del film a episodi I corti italiani. Nel 1998 Gillo è direttore artistico di Mediartech a Firenze, aperto al pubblico dal 23 al 29 Marzo, con numerosi eventi, convegni e tecnologie innovative oggi consuete: RealtàVirtuale3D, controllo remoto di automi e dispositivi per l'esplorazione di corpi celesti, motionpicture 3D per la televisione, videogames3D wireless, U.R.P. e archivi digitali per la pubblica amministrazione, università telematica, periferiche ergonomiche. Nel 2001 partecipa alla regia collettiva del film Un altro mondo è possibile sul G8 di Genova e l'anno seguente a quella del documentario sul Social Forum Europeo di Firenze, Firenze, il nostro domani. Nel 2005 gira insieme al figlio Marco Pontecorvo il film istituzionale dell'INPS: suo ultimo impegno sul set. Nell'ultima scena il film mostra un toccante passaggio di consegne del mirino da direttore della fotografia tra padre e figlio. Il 12 ottobre 2006 si spegne al Policlinico Gemelli di Roma all'età di 87 anni.

Filmografia

Regista
Missione Timiriazev, documentario (1953)
Porta Portese, documentario (1954)
Cani dietro le sbarre, documentario (1954)
Festa a Castelluccio, documentario (1955)
Uomini del marmo, documentario (1955)
Pane e zolfo, documentario (1956)
Giovanna, episodio del film La rosa dei venti (1956)
La grande strada azzurra (1957)
Kapò (1959)
Paras, documentario (1963)
La battaglia di Algeri (1966)
Queimada (1969)
Ogro (1979)
L'addio a Enrico Berlinguer, documentario (1984)
Udine, episodio di 12 registi per 12 città, documentario (1989)
Danza della fata confetto, cortometraggio (1996)
Nostalgia di protezione, episodio de I corti italiani (1997)
Un altro mondo è possibile, documentario (2001)
Firenze, il nostro domani, documentario (2003)
Assistente alla regia
I miracoli non si ripetono (Les miracles n'ont lieu qu'une fois), regia di Yves Allégret (1951)
Le infedeli, regia di Mario Monicelli e Steno (1953)
Storia di Caterina, episodio de L'amore in città, regia di Francesco Maselli (1953)
Totò e Carolina, regia di Mario Monicelli (1955)
Sceneggiatore
La grande strada azzurra (1957)
Kapò (1959)
La battaglia di Algeri (1966)
Queimada (1969)
Ogro (1980)
Nostalgia di protezione, episodio de I corti italiani (1997)

 

ore 21 Introduzione del Film

ore 23 Scheda del Film

Eventuali cambi di programma dovuti al reperimento delle pellicole saranno comunicati il prima possibile.

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