Condannato all'ergastolo il boia di piazzale Loreto |
Dopo Saevecke è tempo di colpire gli altri assassini rimasti impuniti |
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Theodor Saevecke, l'ottantottenne ex comandante della
Gestapo di Milano, che ordinò il 10 agosto 1944 la fucilazione
in piazzale Loreto di quindici prigionieri italiani, detenuti nel carcere
di San Vittore, è stato condannato all'ergastolo.
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Gli articoli sono di Franco GiannantoniLe fotografie sono del Bundesarchiv, di Coblenza e dell'archivio dell'Aned di Milano |
La sentenza emessa il 9 giugno scorso dal Tribunale militare di Torino,
al termine di un processo durato circa un anno, ha accolto la richiesta
del procuratore militare Gian Paolo Rivello. L'avvocato Gianfranco Maris
ha rappresentato quale parte civile i familiari delle vittime, la Provincia
di Milano, il Comune di Sesto San Giovanni e l'Anpi. Il Comune di Milano
era rappresentato dall'avvocato Antonello Mandarano. Andrea Esposito, Domenico Fiorano, Umberto Fogagnolo, Giulio Casiraghi, Salvatore Principato, Eraldo Soncini, Renzo Del Riccio, Libero Temolo, Vitale Vertemati, Vittorio Gasparini, Andrea Ragni, Giovanni Galimberti, Egidio Mastrodomenico, Antonio Bravin, Giovanni Angelo Poletti, tutti detenuti nel reparto carcerario di San Vittore, inserendo i loro
nominativi nella lista dei soggetti da fucilare, disponendone il prelevamento
dal predetto reparto ed ordinandone poi la fucilazione, eseguita alle
ore 6 del 10 agosto 1944 in piazzale Loreto, durante lo stato di guerra
tra l'Italia e la Germania". |
In memoria dei fucilati |
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Il comunicato del Comando tedesco in cui si elencano gli ostaggi da fucilare |
La carriera di un gerarca |
L'ex comandante dell'Aussenkommando di Milano commenta il verdetto: "E' una montatura, sono un uomo piccolo così".
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Il procuratore militare Rivello |
Si trattò di un eccidio e non di una rappresaglia. Infatti nell'attentato dell'8 agosto '44 ad un autocarro della Wermacht, non ci furono vittime fra i soldati del Reich . Le attenuanti generiche concesse all'imputato sono state dichiarate "subvalenti" rispetto alle aggravanti della crudeltà e della premeditazione.
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L'avvocato Gianfranco Maris, parte civile |
Sono iniziati altri processi per le stragi naziste in Italia fra il '43 e il '45: ritrovati nelle cantine di Palazzo Cesi di Roma, sede della magistratura militare d'appello, migliaia di fascicoli "provvisoriamente" archiviati nell'immediato dopoguerra per "opportunità politiche".
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L'annotazione sul registro-matricola di S. Vittore |
Ai quindici prigionieri era stata consegnata una
tuta da lavoro perché si illudessero di essere destinati in Germania
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