Da Cervia l'emozionante ricordo di San Sabba

"Lacrime e disperazione erano lì, con noi in quel cortile silenzioso"

Il presidente dell'Aned di Bologna, Osvaldo Corazza, ci ha inviato la lettera-testimonianza ricevuta da alunni e insegnanti delle classi 3ªA e 3ªE della media "Gervasi" di Cervia, in visita a Redipuglia e alla Risiera di San Sabba.

Al ritorno dalla gita a Trieste, Redipuglia, San Sabba, volgliamo ringraziarvi per averci dato l'opportunità di vedere di persona i luoghi cari, fino ad ora, alla memoria dei nostri "nonni". Un conto è avere studiato quanto siano state terribili le guerre passate (come lo sono quelle che purtroppo oggi viviamo indirettamente ma non con minore angoscia) e un conto è vederne direttamente le testimonianze. A Redipuglia siamo rimasti colpiti dalla grandiosità del Sacrario, ma non meno effetto ci ha fatto la visita al piccolo museo adiacente alla Cappella. Le foto esposte, gli indumenti e l'oggettistica, presenti nelle bacheche, testimoniavano la realtà fisica dei nomi riportati nelle gradinate; ma quanto effetto ci ha fatto la lettura dei biglietti lasciati dai visitatori e quanta sincera commozione in quelle frasi semplici o brevi annotazioni. Abbiamo sentito di dover lasciare un grazie anche noi. L'abbiamo rivolto non tanto a tutti quegli eroi Caduti, quanto a tutti coloro che continueranno a portare il proprio omaggio e riconoscenza.
Non meno significativa è stata la visita a San Sabba. Avevamo già studiato a quale punto la violenza, la mancanza di umanità, il vuoto razzismo, avevano spinto uomini ad annientare l'umanità in altri uomini. Ma siamo rabbrividiti alla visione di quelle minicelle che avevano racchiuso paura, angoscia, dolore, domande senza risposta e tanta, tanta sofferenza. E quei segni nel muro: una tacca per ogni giorno che passava; e su quali scene si sono aperte quelle finestre? Ancora più drammatico è stato il racconto di una nostra insegnante che, raggruppandoci in quel cortile in una mattinata grigia e sotto una leggera pioggerella, ci ha fatto cenno di certi suoi conoscenti deportati in Germania. Patimenti, morte, paura, lacrime, erano lì con noi, in quel cortile silenzioso. Poi, prima di ripartire, una visita al museo. All'ingresso in un pannello le parole "Il silenzio dei campi". Al momento forse non tutti si sono resi conto del significato; poi abbiamo compreso, scivolando in perfetto silenzio davanti alle foto dei ben noti campi di sterminio! E ci ha colpiti il leggere di quel milione e più di bambini e neonati morti nei campi, dei marchi che bisognava pagare per avere le ceneri del familiare, e dei chili di vestiario raccolti ad Auschwitz e Majdanek e distribuiti ai tedeschi etnici; ma non solo questo! E' bene "non perdere la memoria", specie per noi giovani che siamo appena agli inizi della vita e siamo nella condizione di agire in positivo (speriamolo!) sul futuro nostro e dell'umanità.

(Gli alunni e le insegnanti delle classi 3ªA e 3ªE
della scuola media "Gervasi" di Cervia)