Trieste. Vivaci proteste per il discorso di Renzo Codarin alla Risiera di S. Sabba |
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Per il presidente della Provincia uguali Lager e esodo dall'Istria |
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Renzo Codarin è stato eletto nel novembre scorso presidente della Provincia dal Polo centro-destra, nel quale Alleanza Nazionale aveva ottenuto il 25% dei voti. Egli è vicepresidente dell'Associazione nazionale Venezia Giulia - Dalmazia. Le elezioni dell'11 maggio hanno praticamente rovesciato il risultato delle elezioni precedenti. |
La celebrazione dell'anniversario della liberazione è stata quest'anno gravemente turbata da alcune provocatorie frasi pronunciate dal presidente della Provincia di Trieste, Renzo Codarin, che è istituzionalmente presidente anche del Comitato per la difesa dei valori della Resistenza, organizzatore della manifestazione del 25 aprile nella Risiera di S. Sabba.
Egli nel suo discorso di apertura ha praticamente messo sullo stesso piano i caduti nei campi di concentramento nazisti, i morti nelle foibe e il dramma dell'esodo degli istriani nel dopoguerra. Codarin infatti, pur avendo cominciato con l'esprimere " ... il dovere di ringraziare coloro che combatterono per la liberazione", ha detto a un certo punto che un "gesto di pacificazione non può far dimenticare la vergogna delle foibe e la tragedia dell'esodo dall'Istria", scatenando la indignata reazione della gran parte della numerosa folla presente, che ha indirizzato salve di fischi e grida di riprovazione contro il tentativo di mettere sullo stesso piano oppressi e oppressori, il massacro di undici milioni di persone nei campi di concentramento nazisti con l'esodo dall'Istria, per quanto doloroso quest'ultimo sia stato. Tanto più che nel suo discorso non ha denunciato i terribili misfatti del fascismo e del nazismo, che in realtà sono la causa fondamentale di tutti i guai successi durante e dopo la guerra nelle nostre terre, comprese le foibe e l'esodo degli istriani. Cosa che invece ha fatto nel discorso conclusivo della manifestazione il prof. Giovanni Miccoli, indicando nel fascismo la pretesa di "... cancellare la realtà nazionale della secolare presenza in queste terre di sloveni e croati, distruggendone associazioni e scuole, negando loro l'uso della propria lingua" e ricordando "La persecuzione contro gli ebrei, gli orrori della seconda guerra mondiale, di cui questa Risiera è simbolo, la catena di sanguinose vendette e di lutti che nell'Europa tutta fecero loro seguito, e che qui si riassumono soprattutto nella sinistra realtà delle foibe e nell'esodo di centinaia di migliaia di italiani dall'Istria. Questa Risiera dovrebbe renderci costantemente avvertiti di fronte ai ricorrenti pericoli che insidiano la nostra convivenza civile.
Partiti, ideologie, comunità, Chiese, hanno tutti una loro storia. La questione non sta nel rinnegarla, ma nel saper ricavare da essa quei principi e valori che possano aiutarci a costruire una vita più civile e umana per tutti, senza distinzioni di popoli, lingue ed etnie" ha concluso Miccoli salutato dagli applausi della folla. Hanno pure parlato nel corso della manifestazione il vicesindaco di Trieste Roberto Damiani, il sindacalista Paolo Coppa, il vicesindaco di Aurisina Vera Tuta Ban, in sloveno con espressioni appropriate alla circostanza.
Il coro del Mondo Unito ha cantato canzoni della Resistenza; si sono svolte le tradizionali funzioni religiose: cattolica, ebrea e ortodossa; una formazione di lancieri ha reso gli onori ai Caduti; corone d'alloro sono state deposte dal Comitato per la difesa dei valori della Resistenza, della Prefettura, dalla Provincia, dal Comune.
F. Z.
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