LETTERE


Una richiesta dalla Germania in occasione del gemellaggio Assia - Emilia Romagna

Qualcuno e' stato a Stadtallendorf? Eravamo in 2000

 

Cartina

 

 

Stadtallendorf, 1930

 

vedute attuali del campo di Stadtallendorf

 

vedute attuali del campo di Stadtallendorf

 

vedute attuali del campo di Stadtallendorf
In alto: (Bordata di rosso) una veduta della cittadina nel 1930, nelle altre immagini alcune vedute attuali del campo.
Nell' ambito del gemellaggio regionale Emilia Romagna - Assia (Germania) siamo stati nel febbraio 1997 in Germania, e in seguito contattati dal direttore del Museo monumento del Lager di Stadtallendorf per trovare testimonianze di ex-deportati e internati italiani. Per questo museo stanno cercando degli italiani che si trovavano nella zona di Stadtallendorf nel Lager di Stadtallendorf e a lavorare nelle fabbriche di produzione bellica "Allendorfer Rüstungsfabriken Dynamit Nobel AG" oppure "Westfälische Anhaltische Sprengstoff AG".

Ci lavoravano più di 2.000 italiani, alcuni già prima dell'8 settembre 1943, altri dopo, sia civili, sia militari. Di tutta questa gente non esistono testimonianze, tanto preziose per l'allestimento del museo a Stadtallendorf e per il lavoro con le scuole tedesche. Vi chiediamo, quindi, di pubblicare sulle vostre riviste un appello agli ex-internati a Stadtallendorf di mettersi in contatto con il nostro Istituto per raccogliere le loro testimonianze. Certi di una vostra collaborazione,

distinti saluti

Matthias Durchfeld - Istoreco - Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea - via Dante 11- 42100 Reggio Emilia, tel. 0522-437327fax 0522-442668.

 


Una lettera di Alberta Semellini Focherini a Ferruccio Belli

Come vede anch'io do il mio contributo

 

Cartina

 

Fossoli, il campo attendato. Estate 1942.

 

I giovani di Novadelfia abbattono le strutture del campo

In alto: Fossoli, il campo attendato. Estate 1942.

In basso: I giovani della comunità di Nomadeflfia abbattono le strutture del campo di Fossoli.
Caro Sig. Ferruccio,

eccomi qua a ringraziarla: prima di tutto per la sua enorme disponibilità e sollecitudine nell'averci fatto pervenire quanto promesso, ma anche e soprattutto per avermi spinta con forza nella sua esistenza che altrimenti sarebbe stata solo conoscenza. E così sono entrata anch'io a far parte di quella schiera di fortunatissime persone che possono dire di averla "scoperta" e, mi permetta di dirlo, apprezzata. Cosa si può dire a una persona che, quando ancora giovane, ha dovuto sopravvivere alla ferocia nazista dei campi di concentramento riuscendo a non soccombervi, e ha passato il resto della sua vita a testimoniarlo? Forse "grazie" è proprio poco, ma riassume ciò che il mio cuore sente di esprimerle. Mentre la guardavo e l'ascoltavo raccontare a mia madre quella che è stata la sua esperienza, mi chiedevo, ancora una volta, se mio nonno sarebbe tornato con la sua stessa forza, la sua stessa determinazione a far conoscere ciò che era stato e che non doveva più essere. Mi chiedevo se anche lui avrebbe conservato, direi gelosamente, come ha fatto lei, quella parte del suo carattere che lo faceva così affettuoso e premuroso nei confronti di tutti, anche di chi non conosceva. E ancora, se anche sul suo volto, nonostante l'evidente tristezza negli occhi, sarebbe rimasto quel suo sorriso così gioviale e coinvolgente che io non ho conosciuto, ma che è rimasto vivo nella memoria di chi ha avuto questa fortuna. Lo so che queste domande non possono avere risposte ma, dopo averla conosciuta, mi sono resa conto che non sono tanto quelle che mi mancano, ma è la presenza del nonno nella mia vita: quel vuoto dentro di me è un po'meno vuoto dal momento che ho sentito le sue mani sulle mie spalle, come a dirmi lui non c'è, ma io sono tornato anche per lui, quindi anche per te!". E' stato come aver finalmente scoperto quello che mi avrebbe fatto provare un abbraccio del nonno. Ho letto tutto ciò che ci ha spedito e le garantisco che cercherò di dare la massima divulgazione a tutto: incomincerò dal "Museo monumento al deportato politico e razziale nei campi di sterminio" e dalla "Fondazione per il recupero del campo di Fossoli". A questo proposito vorrei informarla che dal 25 aprile al 27 luglio il campo di concentramento di Fossoli rimarrà aperto tutte le domeniche. Mi sono offerta volontaria alla "Fondazione" per tenere aperto il chiosco che si allestirà all'interno del campo a scopo pubblicitario e divulgativo di tutto ciò che si è fatto fino ad ora e che si ha in progetto di fare per il recupero, ma anche perché tutto ciò che è stato non venga dimenticato e ci si continui a interrogare sul passato, sul presente e sul futuro. Come vede, anch'io cerco di dare il mio piccolo contributo. Io per il momento mi fermo qui e, porgendole i miei più affettuosi saluti, la ringrazio ancora tanto di tutto.

Alberta Semellini Focherini Carpi (Mo)

 


 

 

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