La scomparsa di Giuseppe Camia |
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La ricerca interrotta di Mirco |
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Giuseppe Mirco Camia era nato a Milano il 9 marzo
1925. Studente, dopo l'8 settembre 1943 si era avvicinato alla Resistenza
ed era entrato a far parte della III GAP ligurelombarda.
Arrestato a Milano il 4 agosto 1944 (sospettato di detenzione di armi)
dopo due settimane di carcere a S. Vittore veniva trasferito nel campo
di concentramento di Bolzano, da dove partiva con un trasporto di deportati
giunto a Flossenburg il 7 settembre; registrato come politico (triangolo
rosso), matricola numero 21586. Un mese dopo, trasferimento al kommando
di Kottern (Dachau) e nuova immatricolazione (numero 116354). Il 10
dicembre, definitivo trasferimento al campo principale di Dachau, dove
rimaneva sino alla liberazione (29 aprile 1945) ad opera delle truppe
americane. Nei pellegrinaggi del dopoguerra nei luoghi dello sterminio,
Mirco maturò l'idea di una antologia di poesie di sopravvissuti
sulla terribile esperienza concentrazionaria, nel vivo ricordo di un
giovanissimo compagno d'internamento, morto nel 1948 in seguito ai patimenti
subiti, il quale aveva scritto una poesia dal titolo:
La mia ombra a Dachau. Il libro, già pubblicato
in Germania e in altri Paesi europei, sta per uscire anche in Italia
edito dalla Mursia. L'altro gravoso impegno
che negli ultimi anni aveva interamente assorbito Mirco Camia (specie
da quando si era reso conto che un male incurabile lo stava minando
irreparabilmente), è stato quello di ricostruire l'elenco completo
dei deportati italiani a Dachau. Grazie
alle frequenti visite agli archivi del campo, aveva potuto ottenere
fotocopie dello Zugangsbuch (Libro
degli arrivi). Aveva acquistato un computer e commissionato un programma
per inserire ordinatamente tutta la documentazione possibile accanto
ai dati su ciascun deportato. Queste le principali fonti di verifica
e di completamento dello Zugangsbuch: i riconoscimenti forniti
dal Centro ricerche della Croce Rossa Internazionale di Arolsen ai superstiti
e ai famigliari dei caduti; il libro di Valeria Morelli (della Commissione
ministeriale italiana che nell'immediato dopoguerra aveva censito, campo
per campo, molti nominativi di caduti); la Gazzetta Ufficiale italiana
del maggio 1968; la Gazzetta Ufficiale tedesca del 1977 con l'elenco
dei campi principali, sottocampi e kommandos dipendenti; il Libro
della memoria di Liliana Picciotto Fargion, sulla deportazione degli
ebrei italiani; il libro di Italo Tibaldi Compagni di viaggio, sui
trasporti della deportazione; infine, tutti i testi che egli aveva potuto
reperire - scritti da superstiti, famigliari di caduti, o da studiosi
- con elenchi di deportati italiani.
Aveva sperato di vivere abbastanza per poter concludere il lavoro, ma
la morte lo ha colto il 18 gennaio scorso. Giuseppe Mirco Camia faceva
parte del Consiglio provinciale Aned di Milano. E l'Aned porterà
a termine la sua opera. Giandomenico Panizza |
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