Una notizia che potrebbe avere importanti ripercussioni sulla ricerca a proposito della deportazione italiana
La Croce Rossa Internazionale apre gli archivi
Libération del 28 marzo 1997
Libération del 28 marzo scorso riportava una notizia che potrebbe avere conseguenze impensabili e impreviste nella ricerca sulla deportazione.
Secondo le informazioni pubblicate dal quotidiano parigino il Comitato internazionale della Croce Rossa di Ginevra (Cicr) ha consegnato al Centro di documentazione ebraica contemporanea di Parigi gli elenchi dei deportati francesi in suo possesso. Si tratterebbe di 30 bobine di microfilm contenenti la riproduzione di 25.000 documenti classificati con la sigla G59 ("Israeliti") e con la sigla G44 ("Ostaggi e detenuti politici").
Se confermata, si tratta di una notizia di valore eccezionale per la ricerca storica sulla deportazione. Finora infatti la Croce Rossa Internazionale (che conserva nel centro di Arolsen, in Germania, un immenso archivio sulla deportazione e i Lager) aveva rifiutato di rendere pubblici i contenuti degli elenchi in suo possesso, per ragioni di "riservatezza".
La decisione di cedere al Cdec di Parigi ( e in copia all'Holocaust Memorial Museum di Washington e allo Yad Vashem di Gerusalemme) i microfilm sui deportati francesi nasce dalla speranza del Cicr di riuscire a mettere a tacere una volta per tutte le polemiche sorte in Francia sul suo ruolo nel corso della seconda guerra mondiale, soprattutto a seguito della pubblicazione della ricerca dello storico Jean-Claude Favez Una missione impossibile? Il Cicr le deportazioni e i campi di concentramento nazisti.
Nel libro Favez sostiene che la Croce Rossa sapeva del genocidio degli ebrei almeno dal '42, e scelse di tacere. Una scelta che in sostanza è stata rispettata fino ad oggi. Si deve al presidente del Cicr Cornelio Sommaruga se la Croce Rossa ha imboccato quella che pare essere la strada della trasparenza. Una scelta che per noi potrebbe essere determinante. A oltre 50 anni dalla fine della guerra la ricerca per completare il quadro della deportazione dal nostro paese verso i Lager nazisti è purtroppo ben lungi dall'essere completata. L'Aned, organizzazione unitaria di tutti i deportati e dei familiari dei caduti nei campi di Hitler, ha le carte in regola per chiedere e ottenere dal Cicr la consegna di documenti in suo possesso sui deportati italiani: documenti indispensabili per condurre i necessari riscontri sulle informazioni già ottenute da altre fonti e per condurre in porto, la ricerca che questo nostro giornale documenta passo passo fin dai suoi primi numeri.