Il 5 maggio scorso
si è tenuto nel campo di sterminio di Mauthausen
in occasione del 5 l° anniversario della liberazione
del lager, l'incontro internazionale degli ex deportati.
Noi abbiamo creduto giusto parteciparvi e cosi, insieme
a nostro figlio di 12 anni, siamo partiti da Salerno
per aggregarci al viaggio organizzato dall'Aned di Bologna.
Non conoscevamo
nessuno del partecipanti, ma certo, quando si condividono
dei valori i punti cardinali non hanno alcun senso.
Non ci aspettavamo, però, di trovare così
tanti giovani, studenti delle scuole medie e superiori.
Lìi,
al campo, è stato facile leggere sui loro volti
le emozioni intense che vivevano. Per
primo lo sgomento di fronte ad una realtà per
molti di loro inconcepibile o addirittura sconosciuta,
diventata ad un tratto tangibile e resa ancor più
viva dalle testimonianze dei superstiti. Poi
la consapevolezza di riconoscersi figli e custodi di
quella memoria, ed infine la gioia di unire la loro
voce al grande messaggio dipace, uguaglianzae solidarietà
che si levava in tutte le lingue
dei popoli straziati dal nazifascismo.
E dentro quelle
mura di granito, testimoni e simbolo del più
alto oltraggio all'umanità, com'era piccolo e
lontano il senatore Bossi, la secessione della sua "Padania",
il suo "parlamento di Mantova"e com'era invece forte
la presenza delle migliaia di Italiani, uommi e donne
di ogni età, che dentro e fuori dai campi di
sterminio hanno combattuto per la dignità e per
la libertà di tutto un Paese.
E' un viaggio
da fare, tutti, portandoci specialmente i bambini, perché
i valori della Resistenzac della Lotta di Liberazione
siano costitutivi del
loro essere persone, naturali come parlare o respirare.
E' un viaggio
da fare, per non dimenticare mai che l'unica scelta
ammissibile e giusta era quella contro Hitler e Mussolini
e che rivivere oggi quella scelta vuol dire non avallare
mai, in nessun momento e per nessuna ragione, anche
il più piccolo comportamento di intolleranza
o disprezzo delle differenze.
Mariella Rocco
e Antonio Giordano
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