I ragazzi di Schio in visita a Gusen
e Mauthausen
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"Un ritorno al passato che ci arricchisce
di qualcosa che ci appartiene
ma che non conoscevamo"
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Tra maggio e giugno di quest'anno un gruppo
di studenti di Schio è stato accompagnato da alcuni ex deportati
in un viaggio che ha toccato i campi di Mauthausen e Gusen. Il viaggio
era stato organizzato dall'Amministrazione comunale, con la collaborazione
della sezione Aned di Schio. L'assessore
alla cultura del Comune, Luciano De Zen, ha accompagnato
i ragazzi, sollecitando poi un loro commento scritto a questa esperienza,
anche per valutare la possibilità di ripeterla in futuro.
Riportiamo qualche stralcio
delle lettere che esprimono le sensazioni dei ragazzi di Schio, ringraziandoli
di cuore per la passione, la maturità e il forte sentimento di
solidarietà che ritroviamo nelle loro parole.
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Riteniamo che questa sia stata un'esperienza
davvero significativa e degna di essere vissuta soprattutto
dai giovani che non dimenticano e anzi, che dovrebbero mantenerne
un vivo ricordo per tramandare. La diretta testimonianza
da parte di persone che hanno realmente provato quello che di
solito si legge soltanto sui libri e sembra lontano dalla nostra
realtà, ha reso questa esperienza ancora più toccante
e capace di suscitare forti emozioni. Non capita spesso di poter
assistere ad un "ritorno al passato " in maniera così
suggestiva, viva e realista, tanto da arricchirci di qualcosa
che in fondo ci appartiene, ma che non sapevamo di avere e non
conoscevamo. A questo proposito ringraziamo il Comune di Schio
che ci ha dato una tale opportunità per crescere e per
comprendere ciò che è stato prima di noi.
Manuela Caretta
Marco Bergozza
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Per capire a fondo la tragedia dei
campi di sterminio non credo
basti andarli "a vedere ". Ciò che conta essenzialmente
è riuscire ad immaginare la tortura subita da così
tante, troppo persone. Non è sufficiente guardare con
i nostri occhi: bisogna guardare con gli "occhi del cuore".
E'
molto difficile perché queste barbarie vanno oltre
qualsiasi limite immaginabile, le torture erano atroci e, quel
che è peggio, accompagnate da un sadismo portato alle
estreme conseguenze. E' impensabile come la ragione, grande
vanto dell'umanità e suo mezzo per raggiungere le vette
più alte, possa rendere l'uomo capace di escogitare sistemi
che non lo rendono degno di essere paragonato neppure ad una
bestia. In questo caso ciò che si può fare è
ricordare questa catastrofe in un lungo, eterno silenzio ".
L'esperienza
è stata stupenda e consiglio di ripeterla negli anni
prossimi. Anche l'organizzazione era ottima.
Marta Mattiello
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Questa iniziativa ha "scatenato"
dentro di me qualcosa di positivo: nei giorni trascirsi in Germania,
ho pensato al passato
e mi sembrava impossibile che tali assurdità
potessero essere realmente accadute.
Non sempre capita di vedere
tutto ciò e questa esperienza
mi ha fatto riflettere molto. Iniziative
di questo tipo sono fondamentali per la società di oggi,
persa nel consumismo e nella debolezza. Per
questo posso incoraggiare chi di dovere a promuovere altre iniziative
di questo tipo, per "accendere" nei giovani quel po' di umanità
che non sempre c'è.
Elena Zilio
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Non avendo mai visitato
prima d'ora un campo di concentramento avevo avuto solo una
vaga idea di cosa esso fosse effettivamente. Credo che il ricordo
di Mauthausen rimarrà a lungo scolpito nella mia mente
proprio per le forti impressioni che ha suscitato in me. E'
difficile poter esprimere a parole ciò che ho provato
in quei momenti anche perché in tali circostanze avrei
timore di cadere in parole fuori luogo o magari fin troppo banali.
E'una
strana sensazione trovarsi proprio in quei luoghi un tempo sinonimi
di paura e terrore dove furono commesse innumerevoli atrocità
che gli anni non riusciranno a cancellare.
Rossella Rinaldi
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Mi sono
accorta che la realtà dei campi di
concentramento, pur avendo
caratterizzato una parte
della storia abbastanza recente,
viene trattata, soprattutto
in ambito scolastico, in maniera molto passiva. Infatti
a scuola si tende ad approfondire maggiormente gli aspetti politici
dell'evento tralasciando invece quelli umani. Perciò uno
studente può conoscere alla perfezione le cause e le conseguenze
di tale avvenimento storico ma non sapere realmente che cosa le
persone abbiano provato o abbiano dovuto subire. Quindi, affrontare
il tema riguardante i campi di concentramento è
duro ma necessario perché solamente conoscendo gli errori
che sono stati commessi in passato si può evitare di ricommetterli
in futuro.
E' per questo che
l'aspetto più bello di tale esperienza è stato
quello di poter parlare con persone che hanno vissuto la realtà
di quel tempo, perché così abbiamo compreso o
perlomeno abbiamo tentato di comprendere quale dramma abbia
potuto vivere ogni persona prigioniera nel campo.
Elena Pozzan
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Devo dire che l'esperienza,
proprio perché vissuta con ex-deportati o con parenti
di deportati, è stata unica. Più che le camere
a gas o gli scomodi letti sui quali dormivano i prigionieri,
mi hanno colpito ed impressionato le lacrime di sofferenza sui
volti di queste persone, il triste silenzio al momento della
consegna delle corone commemorative, il loro sguardo penoso
all'incessante ricerca del nome del proprio padre o del luogo
dove erano state picchiate e torturate quella famosa notte...
Penso che fatti
del genere non possano e non debbano lasciarci nell'indifferenza,
nell'apatia, nei nostri piccoli grandi problemi di ogni giorno.
La coscienza di quello che è stato deve farci apprezzare
maggiormente tutto quello di cui
disponiamo e che possiamo fare.
Chiara Nardello
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