"In memoria, senza più odio" e "I balilla andarono a Salò"

Di qua e di là della barricata

 

Luca Canali - In memoria senza più odio Ponte Alle Grazie - L. 19.000
Carlo Mazzantini - I balilla andarono a Salò Marsilio - L. 20.000
Due libri, tra loro estremamente differenti, ma egualmente degni di lettura.
A cinquanta anni dal 25 aprile pare essere doveroso ricordare i nostri protagonisti della Resistenza romana, spesso dimenticati nelle pagine celebrative, e conoscere ciò che si agitava nel cuore e nella mente di chi in quegli anni fatali si trovò a militare dalla "parte sbagliata".
Nel riproporre alla nostra memoria personaggi quali Raffaele Persichetti, don Concenzio Chiaretti, Ugo Tavani, Ivano Palla, Roberto Pietrostefani, Giuseppe Senzameno, Umberto Scattoni e i trucidati delle Ardeatine, Gianfranco Mattei, Giorgio Labò, Mario Fiorentini, Guido Rattoppatore e tutti quanti seppero ergersi baluardo contro la brutalità nazi-fascista, Canali ci propone un itinerario culturale e politico teso alla ricerca di quei momenti in cui l'uomo non è belva tesa a distruggere il suo prossimo ma, al contrario, usa la propria intelligenza al fine di beneficare gli altri e, in ultima analisi se stesso. Protagonisti di una rivolulzione forse tradita, certamente non inutile, eroi che spesso ignoravano di essere tali.
Dall'altra parte della barricata, mi sia permesso di dire, gli adolescenti ricordati da Mazzantini.
Giovani incerti, confusi, mossi da sentimenti fallacemente generosi, trascinati in nome di ideali tanto corrotti quanto colpevoli sulle labbra di chi li propugnava, che si trovarono protagonisti di cose che non volevano e non capivano.
E fino a qui il ricordo è accettabile ed è giusto venga conosciuta questa tragica realtà. Certamente i "balilla che andarono a Salò" non furono i peggiori dei fascisti ed ingegnoso ed errato sarebbe scaricare su di loro tutte le colpe e le responsabilità del ventennio. Certamente i colpevoli sono altri e altrove vanno cercati.
Tuttavia deve essere chiaro che la sorte e il dramma dei "balilla" non deve, non può e non sarà mai la foglia di fico dietro la quale fucilatori, spie, traditori, assassini, venduti, corrotti e corruttori possano trovare assoluzione alle loro gravi ed imperdonabili colpe.

Aldo Pavia