Cinquantacinque cittadini di Corno di
Rosazzo (Udine) tra i quali alcuni ragazzi e ragazze sui 16-17
anni, furono deportati in un solo giorno del '44 nei campi di
sterminio in Germania. Pochi fecero ritorno; qualcuno, minato
nel fisico per le privazioni e le sevizie subite, non resse
dopo il rimpatrio.
Il Comune, l'Anpi Provinciale e l'Aned, hanno ricordato vittime
e sopravissuti con una grande manifestazione pubblica sulla
stessa piazza che li vide partire ed è oggi intitolata
a quella drammatica giornata: 27 maggio 1944. Profonda la commozione
dei presenti alle parole del sindaco Ornella Zucco (che ha espresso
una dura condatitta per i delitti del nazismo, cordoglio per
tutti i caduti e l'auspicio che l'umantà ritrovi la via
della pace e della solidarietà), di Rosina Cantoni del
Consiglio nazionale dell'Aned e del presidente dell'Anpi provinciale,
Federico Vincenti.
Rosina Cantoni, la popolare "Giulia" reduce di Ravensbrück,
ha scandito i nomi tristemente noti dei campi di sterminio nazisti
perché "ricordarli significa pensare alle indicibili
sofferenze di milioni di esseri umani: uomini, donne e persino
bambini di ogni luogo d'Europa e di ogni età, colpevoli
di avere lottato per la libertà del loro Paese. E uomini,
donne e bambini colpevoli soltanto di essere ebrei."
Ha invocato "un forte impegno di tutti nella testimonianza,
perché le giovani generazioni
conoscano quegli eventi e ne ricavino insegnamento morale e
culturale per rifiutare l'esasperato nazionalismo fautore di
guerre, il razzismo e la violenza, promuovendo il dialogo e
l'amicizia tra i popoli".
Dal canto suo Vincenti ha ricordato che 50 anni or sono la potente
macchina bellica tedesca fu distrutta anche per la lotta degli
uomini liberi di ogni Paese d'Europa al quale parteciparono
anche gli italiani con gli antifascisti che per 20 anni nelle
carceri, al confino e all'esilio hanno tenuta alta la bandiera
della libertà, e con essi soldati, giovani e donne che
andarono ad ingrossare le file partigiane.
"Corno di Rosazzo fu in prima fila in questa eroica stagione
e diede alla causa della libertà 48 suoi cittadini: giovani
partigiani, donne e soldati di cui 32 sacrificati nei lager
nazisti. E, ancora prima, dal 1940 al 1943, ne caddero altri
20".
Il presidente dell'Anpi di Udine, riprendendo una frase pronunciata
dal presidente della Repubblica, ha affermaato che la libertà
così duramente conquistata non può andare perduta, la
libertà va cercata, difesa, rafforzata con la moralità,
nei pensieri e nei gesti di ognuno. E guardiamo avanti ricordandoci
che fra i costruttori della libertà ci sono i fratelli
deportati nei lager"
Ha concluso fra gli applausi rivolgendosi anch'egli ai giovani:
"A loro, senza retorica, consegnamo una grande e gloriosa pagina
di storia, un messaggio di passione civile e democratica. Facciamo
sì che essi raccolgano questo messaggio e questa eredità
morale e vengano con noi, uomini dalle mani pulite".
Rino Maddalozzo
|