Duplice
significato questa volta della tradizionale manifestazione del
25 aprile che ogni anno si svolge alla Risiera di S. Sabba,
campo di concentramento nazista, dove negli anni 1943-45 si
verificň il piùgrosso cumulo di atrocità mai commesse
nel nostro paese: 5.000 morti bruciati nel forno crematorio,
20.000 prigionieri deportati nei Lager in Germania: 50° della
liberazione dal nazifascismo in Italia e 50° della liberazione
della Risiera.
Questa celebrazione era stata preceduta da molte altre, nell'ambito
del 50°, a iniziare dal 22 giugno del 1944 con il discorso del
presidente nazionale dell' Aned, avv. Gianfranco Maris. Seguirono
una serie di mostre, conferenze dibattito, varie pubblicazioni
ed altre manifestazioni: la mostra di Giorgio Celiberti "Voci
della memoria", quella sul ghetto di Varsavia, "Razze e razzismo"
dell'Istituto Gramsci di Torino, "La Rosa Bianca" del Goethe
Institut di Trieste, lo spettacolo "Brundibar" di Hans Kransa,
ispirato dal campo di concentramento di Terezin, il video sulla
Risiera, premiato al festival di Riccione, il libro di Marco
Coslovich "I percorsi della sopravvivenza - Storia e memoria
della deportazione dall'Adriatisches Künstenland"; il nuovo
arricchito dépliant sulla Risiera in sei lingue.
Altre pubblicazioni sono attese, tra le quali la più
importante la seconda edizione di "San Sabba, istruttoria e
processo per il Lager della Risiera" della collana Aned - Ricerche.
Di particolare interesse e significato il convegno "Contro la
violenza e il razzismo, le donne di ieri con le donne di oggi",
dell'8 e 9 aprile, indetto dai collettivi femminili di Aripi,
Fivl, Fiap, Aned, con il patrocinio del presidente della Repubblica,
del Comitato nazionale per le celebrazioni del 50° della Resistenza
e del Comune di Trieste. Vi hanno partecipato moltissime donne,
partigiane, ex deportate, resistenti tra le quali la segretaria
nazionale dell'Aned Miuccia Gigante. Ma pure tante ragazze italiane,
slovene, croate che hanno recato il loro saluto e l'impegno
a portare avanti gli obiettivi indicati dal convegno. Tra i
presenti, oltre a vari dirigenti delle associazioni della lotta
di liberazione, il presidente dell'Aripi Arrigo Boldrini, vari
parlamentari. Numerosissimi i messaggi di solidarietà
da tutta I' Italia.
Il momento più commovente e significativo delle due giornate
si è svolto alla Risiera, quando 75 donne hanno deposto
fiori davanti al sacello che conserva le ceneri degli ultimi
deportati bruciati nel forno crematorio, in ricordo di altrettante
donne ivi trucidate dai nazisti, le sole di cui sia stata possibile
la identificazione certa, avendo i criminali che hanno operato
a S.
Sabba distrutto, oltre al forno, quasi tutto il materiale che
poteva documentare le loro colpe.
La sostanza del convegno è stata condensata in un appello
approvato alla fine dei lavori. Si apre constatando che "Di
nuovo il vento dell'intolleranza percorre l'Europa, di nuovo
il mondo è sconvolto da violenti conflitti. Da qui deve
nascere un arande impegno culturale e sociale per far crescere
la nuova civiltà dell'Europa. Testimoni degli orrori
di questo secolo, mentre riaffermiamo la forza degli ideali
che hanno motivato la loro lotta, le donne della Resistenza
si rivolgono alle donne della cultura, della scuola, dell'informazione,
della letteratura, alle donne di ogni età e condizione;
le donne di ieri con le donne di oggi conclude l'appello una
sola voce, un unico impegno per far vincere le ragioni più
alte dell'umanità".
La festa della liberazione è stata aperta dal presidente
del Comitato per la difesa dei valori della Resistenza, Domenico
Mazzurco, cui hanno fatto seguito il sindaco Riccardo Illy,
il segretario della Cgll Bruno Zvech, la rappresentante del
gruppo etnico sloveno Katja Colja e l'esponente della Comunità
ebraica Ames Luzzatto.
Presente una folla strabocchevole, tra la quale rappresentanze
dell'Aned, dell'Anpi, dell'Anppia con i gonfaloni, i sindaci
della provincia e di altre parti della regione.
Gli oratori hanno ricordato gli orrori del passato, ma anche
quelli che continuano a manifestarsi violenti e minacciosi anche
oggi e che pare estremamente difficile affrontare, per affermare
la pace, la tolleranza, la convivenza. "Vorrei - ha detto
il sindaco - che accanto ai valori che qui ci hanno ricondotto
ogni anno, rispetto per la vita e la dignità di ogni
individuo, si lasci iscrivere l'altro valore fondamentale della
pacificazione e della concordia, fondata sui principi alla cui
integrità qui, in questo monumento nazionale, ci inchiniamo
con convinta devozione". Dopo aver ricordato "un'altra presenza
straniera (l'occupazione jugoslava del maggio-giugno 1945 -
N.d.R.) con migliaia di infoibati a testimoniare cieca brutalità",
ha concluso sottolineando "i perenni valori di libertà
e giustizia" e auspicando "la fine effettiva della guerra civile,
con ciň impegnando tutti i cittadini d'Italia a riconoscersi
in quegli stessi valori".
A tale auspicio, ci sembra doveroso aggiungere, tutti possono
associarsi , riaffermando perň con forza l'attualità
dell'antifascismo e del doveroso rispetto della verità
storica.
F.Z.
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