Conclusosi il conflitto, il ritorno alla produzione di pace è reso difficoltoso dalla scomparsa di Ernesto Breda (1918), da problemi finanziari, dagli oneri della smobilitazione e dalle dure vertenze sindacali del dopoguerra, aprendo un periodo di crisi che la Breda cerca di superare concentrandosi sulla produzione di armi e di aerei, e sulle più promettenti opportunità di sviluppo della sezione elettromeccanica.
La situazione si riassesta sul finire degli anni Venti, in virtù soprattutto di un prestito statunitense di 5 milioni di dollari, e verso la metà degli anni Trenta la Breda si presenta in piena ripresa grazie alla costruzione di armi leggere e automatiche - la cui produzione è concentrata negli stabilimenti di Brescia -, di mitragliatrici, cannoni di piccolo calibro, aeroplani, e trattrici e autoveicoli militari, mentre a fianco della tradizionale produzione di motrici e vetture tranviarie, autobus, filobus, compressori stradali, macchine agricole, macchine industriali, carrozze ferroviarie e locomotive elettriche e a vapore, si inaugura con l’Etr 200 la serie dei treni ad alta velocità a trazione elettrica.
L’azienda viene organizzata in otto sezioni corrispondenti agli stabilimenti e alle linee di prodotto: 1ª locomotive, elettromeccanica e meccanica varia; 2ª veicoli; 3ª fucine e fonderia; 4ª siderurgia; 5ª aeronautica; 6ª fabbrica d’armi di Brescia; 7ª fabbrica d’armi di Roma; 8ª cantiere navale.