mercoledi 25 aprile 1945
il Clnai assume tutti i
poteri civili e militari
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Proclama
diffuso il 19 aprile 1945 dal
Comando generale del Cvl (archivio ISEC)
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- Comincia
l'insurrezione a Parma. In giornata cominciano anche i combattimenti
per la liberazione di Cuneo e di Torino.
- ore
06:00, via Pergolesi. Leo Valiani incontra Mario Rollier e gli consegna
l'ordine insurrezionale da far pervenire a Egidio Liberti, capo di stato
maggiore delle formazioni Giustizia e libertà.
- all'incirca
alla stessa ora,viale Monte Nero 82. Lelio Basso e Corrado
Bonfantini, dalla sede insurrezionale del comando generale delle brigate
Matteotti, diramano l'ordine di insorgere alle formazioni organizzate
dal partito socialista.
- ore
08:00, via Copernico. Il Comitato di liberazione nazionale dell'Alta
Italia si riunisce presso il collegio dei Salesiani. Rodolfo Morandi
viene nominato presidente del Clnai. Approvata all'unanimità la proclamazione
dell'insurrezione. Viene inoltre redatto il decreto dell'assunzione
di tutti i poteri da parte del Clnai e dei Cln regionali, provinciali
e cittadini. Con un altro decreto vengono nominate le commissioni di
Giustizia per la funzione inquirente, i Tribunali di guerra e le Corti
d'assise popolari per quella giudicante. Il decreto, che verrà
ripetutamente trasmesso radiofonicamente, recita:
«I membri del governo fascista ed i gerarchi del fascismo colpevoli
di aver soppresso le garanzie costituzionali e di aver distrutto le
libertà popolari, creato il regime fascista, compromesso e tradito le
sorti del Paese e di averlo condotto all'attuale catastrofe, sono puniti
con la pena di morte e nei casi meno gravi con l'ergastolo».
Tutti gli altri reati saranno puniti con il codice penale del 1889,
rispettivamente secondo le leggi militari di guerra vigenti l'8 settembre
1943. Un terzo decreto riconosce i Consigli di fabbrica con controllo
sulla produzione.
- corso
di Porta Magenta 79. Il Comando generale del Corpo volontari della
libertà si riunisce presso il convento delle Suore della Riparazione.
- via
Carlo Poma. Il
Comando piazza di Milano fissa provvisoriamente la propria sede operativa
nel commissariato di zona. Gli agenti di Ps, da tempo contattati da
rappresentanti delle Matteotti, non oppongono resistenza.
- via
Vittor Pisani, caffè Bellotti. Riccardo Lombardi riceve il proclama
insurrezionale del Clnai e lo dirama attraverso le staffette del Comitato.
Nel frattempo ha concordato con il colonnello Alfredo Malgeri la mobilitazione
dei militi della Guardia di finanza che, dopo il calar del sole, dovranno
muovere dalla caserma di via Melchiorre Gioia e procedere all'occupazione
della prefettura e degli edifici pubblici.
- ore
8:00 circa, zona Città studi. Prima ancora di ricevere le direttive
insurrezionali la 116ª brigata Garibaldi Sap occupa il Politecnico per
farne la base delle operazioni. Agli ordini del comandante Bruno Galbiati
(«Marino») la brigata ha sfilato da viale Campania a piazza Leonardo
da Vinci senza incontrare resistenza: 340 uomini inquadrati con 5 mitra,
17 fucili, 56 pistole e bombe a mano.
- ore
8:30, viale Monza. Riferisce Bruto Mauri, comandante la IX divisione
Garibaldi di Sesto San Giovanni: «tutto sembra normale. Nulla
di nuovo anche dalla radio».

Sesto
San Giovanni. Scritta murale sulla passerella
della I Sezione Breda (ISEC)
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- ore
10:00, zona Loreto. In via Venini angolo via Sauli, davanti
ai capannoni della Necchi i tedeschi caricano frettolosamente
su alcuni camion materiale vario, in gran parte pneumatici.
- zona
Stazione centrale. nulla di anormale.
- ore
10:00, Niguarda. Elementi della 113ª Garibaldi Sap e alcuni
gappisti, disarmano i militi di un posto di blocco recuperando
tre mitra, tre fucili e una pistola Beretta.
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- ore
11:00 circa, Sesto San Giovanni. Il comando della IX divisione garibaldina
di Sesto San Giovanni riceve l'ordine di mettere immediatamente in atto
il previsto piano di difesa delle fabbriche.
- ore
11:30 circa, viale Monza. Sotto i portoni e agli angoli delle strade,
aumentano i capannelli di persone. Davanti alla Ercole Marelli di Sesto
è già sorto un posto di blocco partigiano. Assembramenti davanti alla
fabbrica. Parecchi impiegati salgono di corsa sul "tram bianco" che
sta partendo per Milano. Sarà l'ultima corsa della giornata.
- piazza
del Duomo si presenta deserta.
- ora
imprecisata, Porta Ticinese. L'ufficiale di collegamento del Comando
piazza comunica ai membri del comando unificato del Ticinese l'ordine
insurrezionale. Manca solo il rappresentante democristiano che ha peraltro
funzioni di vicecomandante. Si farà vivo il 4 maggio dichiarandosi «pronto
a collaborare ma senza nessuna formazione sua».
- ore
12:00, Parma. Gli alleati entrano nella città, ormai sotto
il controllo partigiano. Godfrey Talbot comunica a radio Londra: «l'ordine
è perfetto». Permane la minaccia di tre divisioni tedesche chiuse nella
sacca di Fornovo.
- ore
12:05, Sesto San Giovanni. Al pervenire dell'ordine insurrezionale
alla Pirelli alcuni partigiani si recano a intimare la resa al comando
germanico all'interno della fabbrica. Il comandante del presidio, maresciallo
Blum, reagisce e viene ucciso, due tedeschi sono feriti e gli altri
fatti prigionieri. E' l'inizio dell'insurrezione armata nella cittadella
rossa.
- ore
12:15 circa, zona Stazione centrale. Allo stabilimento Pirelli di
via Fabio Filzi, diviso in due fabbricati denominati Brusada e Sede,
giunge l'ordine di iniziare lo sciopero insurrezionale alla ripresa
pomeridiana del lavoro. I responsabili del 6° distaccamento della 110ª
Garibaldi Beppe dispongono di 36 garibaldini più una trentina di volontari
con quindici moschetti, venti pistole, una mitraglia da 12,7 mm (ma
inutilizzabile perché senza treppiede) e una ventina di bombe a mano,
il tutto con un'autonomia di fuoco di circa mezz'ora. Nell'ora successiva
il disarmo di alcuni nazifascisti bloccati nelle vie adiacenti frutta
qualche mitra e qualche altra pistola.
- ore
13:00. Inizia lo sciopero insurrezionale. In realtà in numerose
fabbriche gli operai hanno già cominciato ad astenersi dal lavoro e
a organizzare la difesa degli stabilimenti.
- ore
13:00, Bresso. Il 2° distaccamento Dino Giani della 110ª brigata
Garibaldi cattura e fucila il vicecomandante della brigata nera Aldo
Resega, il comandante della compagnia Oberdan, che ancora il 23 aprile
in via Cadamosto aveva fatto fucilare il gappista Giancarlo Brugnolotti,
e un altro brigatista nero già segnalato come criminale di guerra. Per
tutto il pomeriggio vengono fermati, a volte con brevi scaramucce, automezzi
nemici.
- ore
13:00 circa, Sesto San Giovanni. Dal cavalcavia sulla ferrovia sfreccia
in direzione di Milano un camion di mutini che con una mitraglia sparano
sugli operai assembratisi davanti alla Marelli causando un morto e alcuni
feriti. Il camion si dilegua.
- ora
imprecisata, Zona Ticinese. Il Comando unificato di settore
si stabilisce provvisoriamente alla Borletti. I comandanti di
brigata radunano gli uomini e impartiscono le ultime istruzioni.
La 113ª brigata Garibaldi è concentrata alla Sisma di via Savona,
la 122ª alla Borletti in via Washington, la 42ª Matteotti nelle
scuole di via Gentilino, le brigate GL Max Masia e Sergio Kasman
nella ditta Fasani di via Pioppette e nelle fabbriche Riva e Tallero.
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183ª
brigata Garibaldi Sap. Sappisti del V
distaccamento (fototeca ISEC)
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- ore
13:00, Innocenti di Lambrate. L'ordine insurrezionale giunge al
distaccamento della 118ª brigata Garibaldi all'interno della fabbrica.
Tutto si svolge senza incidenti: bloccati centralino e uscite, viene
occupata l'armeria e fatti prigionieri 15 nazifascisti. Due mitragliere
da 20 mm vengono piazzate a difesa della fabbrica. Imprudentemente il
comando ha precedentemente lasciato uscire la maggior parte dei sappisti
e gli operai, riconvocandoli per le ore18:00.
- le zone
Monforte, Vittoria e Venezia sono percorse da un camioncino con
a bordo sappisti dell'officina Atm di via Teodosio che disarmando i
fascisti che incontrano e portando poi le armi agli operai dell'officina.
- ore
13:30, Crescenzago. Aldo Giovenzana, comandante la 110ª brigata
Garibaldi Sap, ordina a Giuseppe Martino («Antonio»), comandante il
1° distaccamento Censo, di occupare la sede fascista Aldo Sette in via
Padova. e di sbarrare la strada con un camion. Iniziano le operazioni
di fermo delle macchine che tentano di allontanarsi da Milano.
- ore
13:30 circa, zona Corvetto. Matteottini e garibaldini disarmano
il presidio fascista all'interno della Motomeccanica in via Oglio e
respingono un attacco all'ingresso di via Mincio.
- ora
imprecisata del primo pomeriggio, 2° settore, zona Sempione-Gallaratese.
il 1° e il 2° distaccamento della 111ª brigata Garibaldi Sap occupano
la Pracchi e il deposito benzina Petrolea, il 3° l'Alfa Romeo, il 6°
la Face, mentre il 7° nel pomeriggio sostiene uno scontro a fuoco con
un automezzo della Muti e dopo una breve sparatoria respinge un'autocolonna
fascista che tenta di abbandonare la città seguendo la via Comasina.
- ore
14:00, zona Stazione centrale. La Pirelli di via Fabio Filzi è circondata
dai fascisti che tirano con una mitragliera da 20 mm I sappisti rispondono
risparmiando le poche munizioni e fino all'esaurimento delle bombe a
mano.
- ore
14:00, Pratocentenaro. Il 5° distaccamento Mandelli della 110ª brigata
Garibaldi Sap blocca viale Sarca e viale Fulvio Testi all'altezza di
via Pianell e viale Suzzani all'altezza di via De Angelis. Scambio di
colpi con i fascisti attestati nelle casermette di viale Suzzani e con
alcuni automezzi che cercano di guadagnare la periferia. Cade il garibaldino
Guglielmo Baccalini ed è ferito il commissario di distaccamento Germano
Grassi.
- Greco.
Occupato in modo incruento il deposito locomotive.
- Turro.
La 130ª brigata Garibaldi Sap occupa la fabbrica Magnaghi e rastrella
il quartiere.
- ore
14:00 circa, via Tortona. Per intimorire gli scioperanti
della Cge i fascisti fucilano davanti ai cancelli della fabbrica Uberto
Recchia e Enrico Torchio, appartenenti alla Organizzazione Franchi.
Informato dell'accaduto, Sandro Pertini vi si reca e tiene un comizio
alle maestranze.
- ora
imprecisata, piazza Sicilia. Quattro fascisti a bordo di una macchina
irrompono nella piazza esplodendo raffiche di mitra. Cadono colpiti
a morte i matteottini Bartolo Bertelli e Carlo Dones, altri 4 rimangono
feriti insieme ad alcuni civili.
- zona
Porta Romana-Vigentina. Distaccamenti della 114ª e della 115ª brigata
Garibaldi Sap, in collaborazione con squadre matteottine, occupano il
Tibb, le Smalterie italiane, la Om, la Centrale del latte e il panificio
militare di via Quaranta.
- zona
Porta Romana-Vigentina. Sparatorie nel quartiere attorno alla Motomeccanica
e alla Om dove per circa quattro ore giellisti, matteottini e garibaldini
sostengono un aspro combattimento contro nazifascisti che sparano sulla
fabbrica con mitragliatrici pesanti. Cinque operai feriti.

Gappisti
della leggendaria 3ª brigata Garibaldi Gap
ritratti dopo l'insurrezione (Fototeca ISEC)
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- ore
14:30 circa, zona Calvairate. nelle prime ore del pomeriggio
il 2° distaccamento della 124ª brigata Garibaldi Sap occupa l'autorimessa
dell'Atm in viale Molise.
- ore
15:00 circa, zona Sempione. Sull'angolo di viale Certosa sappisti
dell'Alfa Romeo catturano cinque ufficiali tedeschi in fuga su
una automobile.
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- Sesto
San Giovanni. Approntate le misure difensive e istituiti posti di
blocco partigiani attorno ai quattro stabilimenti Falck. Alla Ercole
Marelli si preparano i turni di guardia per la notte e si costituisce
il reparto da inviare come rinforzo alla Pirelli. Occupate anche la
Magneti Marelli, la Gabbioneta, la Sapsa e la Osva.
- ore
15:00, Crescenzago. Un'autocolonna di SS e marò della X Mas con
un'autoblinda si presenta al posto di blocco garibaldino in fondo a
via Padova. Dopo un breve parlamentare si apre il fuoco da entrambe
le parti. I garibaldini sono a corto di munizioni e non hanno armi pesanti:
i nazifascisti superano il blocco e si allontanano. Nello scontro cade
il sappista Valentino Cerchierini, «Tino», detto anche «el gatt».
- ore
15:00, Precotto. Il 3° distaccamento della 110ª Brigata Garibaldi
Sap, comandato da Santo Bonaita, forma un posto di blocco in piazza
Precotto; scambio di qualche fucilata con alcuni automezzi nazifascisti
transitanti in viale Monza.
- ora
imprecisata, Caproni di Taliedo. Il distaccamento della 116ª brigata
Garibaldi Sap costituito alla Caproni, insieme a sappisti della 54ª
e 55ª brigata Matteotti e a un distaccamento delle brigate Giustizia
e libertà, prende possesso della fabbrica.
- ore
16:00, zona Stazione centrale. Un carro armato tedesco sfonda il
cancello della Brusada e poi della Sede, i due stabilimenti Pirelli
di via Fabio Filzi dove i partigiani stanno resistendo da circa due
ore. I difensori, ormai senza proiettili, nascondono le armi e si arrendono.
Alcuni operai, condotti all'hôtel Gallia e minacciati di fucilazione
dai brigatisti neri, vengono lasciati in libertà alle 18:00 in seguito
all'arrivo di due ufficiali tedeschi i quali si dichiarano «convinti
che il personale della Pirelli era stato vittima di un colpo di mano
di partigiani esterni». La
città è ormai in subbuglio e la fucilazione dei rastrellati può costare
cara.
- ore
17:00, Bicocca. Bruto Mauri, comandante la 109ª brigata Garibaldi
Sap arriva davanti all'ingresso della Pirelli ostruito con un vecchio
locomotore disposto trasversalmente. Chiama due operai in tuta e armati
che sporgono dal muro e, per poco, non viene preso a fucilate: nella
precipitazione degli eventi nessuno ha pensato alla parola d'ordine.
Alla fine, riconosciuto da «Marco», comandante dei sappisti della Pirelli,
gli viene gettata una scala per scavalcare il muro di cinta.
- ora
imprecisata, Taliedo. Sappisti della 125ª brigata Garibaldi Sap
occupano l'aeroporto di Taliedo catturando il presidio germanico. Squadre
delle brigate Mazzini controllano la zona di Taliedo, viale Corsica
e viale Campania.
- ora
imprecisata, 6° settore (Zona Centro). La 120ª brigata Garibaldi
Sap impone la resa ai nazifascisti dislocati in Foro Buonaparte, occupa
il commissariato di Ps di via Pezzoni e la sede della Muti di via Rovello
2, già abbandonata dai mutini.
- ore
17:00, piazza Fontana. Attraverso la mediazione del cardinale Schuster,
impegnato fino all'ultimo a scongiurare quella che ritiene un'insurrezione
comunista, Mussolini, sperando di poter ancora patteggiare la resa,
si incontra con alcuni rappresentanti del Clnai e il generale Cadorna,
comandante il Corpo volontari della libertà. Il duce è accompagnato
dal maresciallo Graziani, dal ministro Zerbino, dal sottosegretario
Barracu e dal prefetto Bassi. Per il Clnai sono presenti Achille Lombardi
(partito d'azione), Achille Marazza (democrazia cristiana) e Guido Arpesani
(partito liberale). Informato che la resa dei fascisti deve essere incondizionata
e che i tedeschi stanno trattando con gli americani, Mussolini dichiara
di voler ritornare in prefettura per riprendersi - dice - la libertà
d'azione con i tedeschi. Si impegna a ritornare all'arcivescovado entro
un'ora per concludere le trattative di resa.
- ora
imprecisata del pomeriggio: occupate le sedi del Corriere della
Sera, della Gazzetta dello Sport e del Popolo d'Italia
in piazza Cavour. Si utilizzano gli impianti per stampare le edizioni
insurrezionali de l'Unità, dell'Avanti e di Italia
libera, organo del partito d'azione. Gappisti a protezione della
sede del Corriere.
- ore
17:30, zona Ticinese. Due squadre della 113ª brigata Garibaldi Sap,
in collaborazione con elementi della 48ª brigata Matteotti, presidiano
le centrali zonali dell'energia elettrica e dell'acqua potabile.
- ora
imprecisata, zona Lambrate-Ortica. Squadre delle brigate Matteotti
occupano la stazione ferroviaria e la caserma del 3° Autieri in via
Pitteri.
- ore
18:00 circa, Sesto San Giovanni. Basilio Pitea, commissario politico
della IX divisione Garibaldi Sap, arriva alla Pirelli con due camion
carichi di garibaldini della Ercole Marelli.
- ore
18:30 circa, zona Calvairate. Il 2° distaccamento della 124ª brigata
Garibaldi Sap respinge un'attacco tedesco al deposito Atm di viale Molise.
Si spara per circa un'ora fra viale Molise, via del Turchino e via Monte
Velino. I tedeschi abbandonano la zona.
- ore
19:00, Sesto San Giovanni. Il cielo è annuvolato ed a tratti pioviggina.
All'interno della Pirelli fervono i preparativi. Viene approntato il
servizio sanitario con una cinquantina di persone fra medici e infermieri.
Le cucine sono pronte per servire una minestra calda ai volontari.
- ore
19:00 circa, corso Monforte. Mussolini lascia il palazzo della prefettura
e si dirige verso Como con il pretesto di un'estrema difesa in Valtellina,
in realtà con l'intenzione di riparare in Svizzera. Lo seguono Graziani,
Pavolini, il comandante della Muti Franco Colombo, numerosi gerarchi
e una scorta di SS che deve sorvegliarne i movimenti e impedirgli di
espatriare o di consegnarsi agli alleati.
- ora
imprecisata della sera, zona Centro. Attorno alla sede fascista
di piazza San Sepolcro scontri tra repubblichini e squadre della 54ª
e 55ª brigate Matteotti. In via del Bollo cadono i sappisti matteottini
Natale Mapelli e Giuseppe Taviano.
- ore
20:00. Distaccamenti della 124ª brigata Garibaldi Sap occupano il
Mercato pollame e Ponte Lambro.
- ore
20:00, via Valtellina angolo via Jenner. Scontro a fuoco tra garibaldini
del 7° distaccamento della 111ª brigata Garibaldi sap e fascisti a bordo
di un'auto. Il garibaldino Ugo Zagaria cade nel tentativo di portarsi
a distanza utile per scagliare una bomba a mano.
- ore
21:00, zona Baggio-via Forze Armate. Il 1° distaccamento della 112ª
Garibaldi Sap disarma i fascisti del presidio della Bernardi recuperando
una mitraglia, quattro mitra e una trentina di fucili con abbondante
munizionamento. Il 2° distaccamento occupa Villa Feltrinelli, adibita
a deposito della SS tedesca. Il 3° distaccamento, con alcuni sappisti
della fabbrica Violini, occupa il distaccamento bersaglieri di via Vittoria
Colonna e si impadronisce di 43 fucili e parecchie casse di munizioni
con cui vengono armati gli operai della Violini, della Salmoiraghi e
della Bergomi. Il 4° distaccamento occupa Baggio e prende possesso della
caserma della Gnr e della casa del fascio. Non si segnalano scontri.
- ore
21:00, zona Bicocca. Lungo viale Zara, all'altezza della Pirelli,
sono fermi un autobus di linea e diversi camion con circa duecento baschi
neri della milizia fascista francese di Joseph Darnand, la cui fama
è peggiore di quella dei repubblichini. Probabilmente intendevano accodarsi
alle colonne fasciste dirette in Valtellina ma hanno sbagliato strada
e non sanno che direzione prendere.
- ore
22:00. Una delegazione garibaldina porta l'intimazione di resa ai
francesi che la respingono e cominciano a sparare con mitragliatrici
pesanti scaricate dai camion. I proiettili prendono d'infilata tutti
gli spazi che dividono i capannoni della Pirelli disposti trasversalmente
al viale Zara. Alcuni feriti leggeri tra gli operai. I collegamenti
fra i vari punti del quadrilatero vengono effettuati attraverso i magazzini
interrati che corrono sotto gli stabilimenti.
- tarda
serata, zona Naviglio Grande. 35 sappisti della 113ª brigata Garibaldi
Sap attaccano di sorpresa e disarmano il presidio tedesco della stazione
di San Cristoforo salvando tutti gli impianti.
- tarda
serata, zona Naviglio Grande. Luigi Maradini, comandante della 113ª
brigata Garibaldi Sap, ordina il blocco della nazionale per Alessandria
all'altezza di Ronchetto sul Naviglio: una sessantina di garibaldini
con solo 5 mitra, dieci moschetti, una decina di bombe a mano e «numerosissime
rivoltelle non completamente cariche». Sopraggiunge, puntando sulla
città, una forte autocolonna tedesca che viene investita da lancio di
bombe a mano e raffiche di mitra. Ne nasce un violento scontro che si
protrae per un'ora finché, esaurite le munizioni, i partigiani devono
ritirarsi. Anche la colonna germanica fa marcia indietro dirigendo verso
Corsico e poi verso Baggio. I tedeschi lasciano sul terreno diversi
morti tra cui due ufficiali. Nel combattimento sono caduti i garibaldini
Domenico Bernori, Idelio Fantoni e Giovanni Paghini. Feriti Scipione
Grossi, Paolo Mignosi e Antonio Besana.
- ore
24:00, Sesto San Giovanni. Alla Pirelli garibaldini, matteottini
e repubblicani della 21ª brigata Mazzini continuano il combattimento
con i miliziani francesi. Viene approntata una specie di locomotiva
blindata applicando dei lamieroni sulle fiancate di una vecchia vaporiera
che serve per il traino dei vagoni all'interno dello stabilimento e
la macchina viene avviata su un binario che sbuca su viale Sarca. Tolto
lo sbarramento al cancello di uscita, la locomotiva parte sbuffando
e sprigionando bagliori di fuoco; l'accompagnano nutrite scariche di
fucileria esplose da alcuni sappisti accodatisi alla vaporiera e dai
vicini posti di guardia. Poco dopo i francesi alzano bandiera bianca
e si danno prigionieri. Ingente il bottino: 20 mitragliere da 20 mm,
un intero camion di munizioni, armi automatiche individuali e due cannoncini
anticarro.
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