martedi 24 aprile 1945
a Niguarda i primi fuochi
dell'insurrezione
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Milano,
18 marzo 1945. Capannelli in piazza Nigra a un comizio volante della
110ª brigata Garibaldi Sap
(fototeca ISEC)
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- Berlino
è accerchiata dall'Armata rossa. 25000 cannoni e mortai sono pronti
ad aprire il fuoco sulla capitale del Reich.
- Milano:
il bollettino di guerra germanico non arriva più. Il Corriere della
Sera ristampa quello già pubblicato il giorno 23.
- ore
07:00 circa. Luigi Longo (comandante generale delle brigate d'assalto
Garibaldi) redige l'ordine dell'insurrezione. Tutte le formazioni garibaldine
milanesi devono iniziare le operazioni insurrezionali alle ore 14,00
del 25 aprile.
- ore
08:30. Pietro Secchia (commissario politico del comando generale
garibaldino) riceve le direttive di Longo e le dirama immediatamente
attraverso le staffette del comando.
- ore
10:00, Sesto San Giovanni. Riunione dei comandanti garibaldini del
7° settore (Sesto S.G.). Vinicio Franchini, comandante il gruppo
brigate Garibaldi, impartisce le ultime disposizioni concordate con
il Comando piazza di Milano: all'ora x il grosso delle brigate Sap di
Sesto dovrà uscire dalle fabbriche e, possibilmente con camion, dirigersi
verso la Breda e la Pirelli i cui grandi stabilimenti verranno collegati
fra loro aprendo dei varchi nelle mura di recinzione lungo via Chiese
che li divide, in modo da costituire un unico quadrilatero circondato
da alte mura e quindi più facilmente difendibile.
La Ercole Marelli, la Magneti Marelli e la Falck dovranno accogliere
tutte le forze sappiste provenienti dalle piccole e medie fabbriche
e i cittadini volontari che siano comunque conosciuti. Operai e impiegati
resteranno in fabbrica, salvo quelli che facciano espressa richiesta
di esserne esentati.
Con la partecipazione dei pompieri e delle guardie interne, si intensificano
i preparativi per la difesa delle fabbriche.
Il nucleo dei carabinieri di Sesto ha assicurato il suo appoggio ai
partigiani. Anche i poliziotti del commissariato di Sesto sono disposti
a lasciarsi disarmare.
- ore
11:40, Niguarda. Alcuni sappisti del 2° distaccamento Dino Giani
della 110ª brigata Garibaldi Beppe Ottolenghi si dirigono verso viale
Monza per la protezione di un comizio alla fabbrica Magnaghi. In piazza
Belloveso si ritrovano sotto il fuoco di una pattuglia di repubblichini
appostati dietro ai rifugi antiaerei e sono costretti a ritirarsi.
- ore
11:50. Il direttore della Banca commerciale, dott. Franzi, riceve
telefonicamente dal suo collega della sede di Genova la notizia dell'insurrezione
nel capoluogo ligure e la comunica immediatamente a Leo Valiani (rappresentante
del partito d'azione nel Comitato di liberazione nazionale Alta Italia
e membro del comando generale delle formazioni Giustizia e libertà).
Valiani rintraccia il socialista Sandro Pertini e il comunista Emilio
Sereni e insieme, a nome del Comitato insurrezionale da loro diretto,
diramano l'ordine dello sciopero insurrezionale a partire dalle ore
13,00 di mercoledì 25 aprile.
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- ore
12:30, Niguarda. Partigiani appartenenti alla Volante De Rosa
della divisione Val Toce mettono in fuga i repubblichini già scontratisi
con i sappisti del 2° distaccamento Dino Giani.
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- ore
13:00 circa, Niguarda. Sul posto sopraggiunge una macchina
con a bordo tre tedeschi. I partigiani della Volante sparano e li uccidono.
Anche loro come i garibaldini si ritirano. Si discute sul da farsi.
- ore
13:30 Niguarda. In via Graziano Imperatore viene fermato e requisito
un autocarro della aeronautica militare. I militari vengono disarmati
e lasciati liberi.
- ore
14:45 Niguarda. Con l'autorizzazione del presidente della Cooperativa
muratori di Niguarda i garibaldini occultano gli automezzi requisiti
nel magazzino della cooperativa.
- ore
15:00 circa, Niguarda. Automezzi germanici in fuga sopraggiungono
sparando e forzano il posto di blocco garibaldino. Muore Gina Galeotti
Bianchi (Lia), comunista, appartenente ai Gruppi di difesa della donna.
E' il primo caduto partigiano dell'insurrezione. Era incinta di pochi
mesi.
- ore
16:15, Niguarda. Informati degli avvenimenti, arrivano Italo Busetto,
comandante provinciale delle brigate Garibaldi, e Giovanni Brambilla,
responsabile del lavoro militare all'interno del Comitato federale del
Pci milanese, per valutare la situazione e impartire direttive.
- ore
17:00 circa, Niguarda. Riunitisi con il comandante, il commissario
politico del 2° distaccamento e il responsabile della stampa e propaganda,
Busetto e Brambilla li informano che l'indomani scatterà la mobilitazione
insurrezionale generale e chiedono loro di resistere fino all'alba.
- ore
17:10, Niguarda. Bloccata una macchina con alcuni ufficiali
tedeschi, uno dei quali viene ucciso mentre tenta di reagire.
Gli altri vengono fatti prigionieri. Alla Ca' di sass, fermato
un camion che trasporta laterizi, sorge la prima barricata dell'insurrezione,
vigilata da una squadra di garibaldini e dai primi volontari
insurrezionali.
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Niguarda.
Partigiani del distaccamento Valtoce e volontari posano dopo l'insurrezione
sulla barricata di via Graziano Imperatore (foto A. Pogliani)
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- ore
17:30, Niguarda. Un autocarro di proprietà Città del Vaticano viene
bloccato e condotto in via Ornato all'altezza di via Filicaia, si scaricano
i sacchi di cemento trasportati e si innalza la seconda barricata.
- ore
18:00, Niguarda. Sparatoria alla Ca' di sass con un'autocolonna
germanica che tenta di forzare la barricata. Inferiori di numero e armamento,
i garibaldini, per dare al nemico l'impressione di essere accerchiato,
inviano una squadra all'interno del I padiglione dell'ospedale di Niguarda
con il compito di effettuare dei tiri di disturbo. I tedeschi cercano
riparo nei vicini rifugi antiaerei.
- ore
18:30, Niguarda. Si organizzano e si dislocano squadre garibaldine
per sorvegliare i movimenti dei tedeschi e le vie di accesso alla zona.
Un volontario muore maneggiando una bomba a mano.
- ore
20:00, Niguarda. Il numero dei volontari in appoggio ai sappisti
sale a 84 uomini. La Volante De Rosa controlla via Pallanzone. Dalle
mura dell'oratorio elementi della Val Toce tengono sotto tiro i repubblichini
e i miliziani fascisti francesi del collaborazionista Darnand acquartierati
nelle casermette di viale Suzzani.
- nella
serata partigiani della 3ª brigata Garibaldi Gap si impadroniscono
della caserma repubblichina di Niguarda, catturando il presidio
e un sostanzioso bottino di armi e munizioni. Alla Ca' di sass, a intervalli,
continuano fino al mattino brevi sparatorie con i tedeschi.
nella nottata:
- zona
Sempione: matteottini della 33ª brigata e una squadra della divisione
Pasubio occupano l'autocentro della polizia in via Castelvetro.
- zona
Sempione: Egidio Liberti (azionista, capo di stato maggiore nel
Comando piazza di Milano) e Sandro Faini (socialista, capo dell'ufficio
informazioni nello stesso comando) guidano un altro gruppo di matteottini
all'assalto del parcheggio dei blindati tedeschi all'interno della Fiera
campionaria. L'operazione non riesce completamente. I blindati restano
in mano al nemico. Diversi vengono però immobilizzati asportandone gli
spinterogeni.
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