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[ ERNESTO VOZZELLA ]
Mostra a cura di Felice Bonalumi [ ARTE ]

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[ERNESTO VOZZELLA] [IMPRONTE VEGETALI]

LE IMPRONTE VEGETALI
DI ERNESTO VOZZELLA

in Mostra a GRASCH dal 26 Gennaio al 29 Febbraio 2008

Percorso interessante quello che propone Ernesto Vozzella alla sua prima mostra personale. Nei suoi quadri è evidente l’intento di ragionare sui volumi alla ricerca di una plasticità come cifra distintiva del suo fare arte. Ma il volume non è visto come “massa” che occupa spazio, come qualcosa che può essere avvicinato solo dall’esterno: all’opposto è indagato dall’interno, come scavo, come sottrazione di materia, come vuoto.
I soggetti sono tratti dal mondo naturale, di qui il titolo della mostra: Impronte Vegetali, e se il gioco tra vuoti e pieni lascia appunto delle impronte, queste sono riconoscibili attraverso un prezioso lavoro sui colori che spesso arriva ad ampie campiture monocromatiche dai toni molto tenui. Le due interessanti versioni di Campi di grano confermano appieno questi intenti, ma si vedano anche Tramonto e Autunno, entrambi giocati sui toni dei rossi e dell’oro.
Se la plasticità di quanto rappresentato pittoricamente non coincide con lo spazio occupato dall’oggetto, ma lo trascende, lo modifica e richiede una operazione mentale di sintesi nell’alternanza fra pieni e vuoti e fra gli accostamenti cromatici, le impronte che si “staccano” rendono riconoscibile il soggetto nel loro insieme ma anche nella loro singolarità di elementi unici, la cui catena consequenziale “crea” ‘oggetto rappresentato. E’ paradossalmente il “vuoto” che porta visivamente in primo piano quanto rappresentato pur mantenendo il rapporto con il fondo, con la terra madre da cui questi oggetti naturali escono. Così è in Germoglio, dove il “guscio” sembra uscire e aprirsi, ma mai rinunciare alla terra che l’ha generato.
Non a caso negli ultimissimi lavori abbiamo un nuovo “ingresso” tra le forme che Ernesto Vozzella sta indagando: una spirale che richiama il DNA, cioè la vita, come in Cespuglio.
La materia va indagata dall’interno, per scoprirne ciò che la trascende e che, nello stesso tempo, la fa immanente a quel sostrato da cui prende forme in una armonia che è del microcosmo e anche del macrocosmo. Questo in sintesi il messaggio artistico di Ernesto Vozzella.

Completa la mostra una serie di chine, “vecchio” amore del pittore e, anzi, tecnica da cui è partito nel suo operare. Non cambia per altro il filo conduttore: realtà e fantasia, essere e apparire attraverso l’attenzione ai volumi e allo spazio occupato dalle cose.

 

 

Ernesto Vozzella è nato a Monza il 10 maggio 1974. Ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte della città brianzola  con Giuseppe Di Napoli e Marco Belpoliti come insegnanti. Diplomatosi nel 1993 ha iniziato subito a lavorare in aziende del settore industriale. Attualmente si occupa della gestione delle risorse umane presso una azienda di servizi dell'hinterland milanese.
Nel frattempo, recuperando l'interesse cresciuto negli anni della scuola superiore, inizia una personale ricerca sull'arte e, in particolare, nel campo della grafica. Al 2001 risalgono le sue prime sperimentazioni e i primi lavori con china e acquarelli prendendo ispirazione dalle più note pitture orientali.
Nel 2005 approda alle prime tele con pittura acrilica e rilievi che rappresentano l’ultima fase della sua produzione.  

 

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