Se per molti anni ben poco si è pubblicato in Italia sulla deportazione
e sullo sterminio, oggi si può affermare che stiamo vivendo un
periodo di abbondanza forse eccessiva. Evidentemente l'Olocausto è
un argomento che "tira", come si dice in gergo commerciale,
o forse è solo un mio sospetto.
E' appena apparso in libreria il volume di Ron Rosenbaum "Il mistero
Hitler", nel quale l'autore affronta gli interrogativi che sono
stati al centro della controversia che ha, fino dalla conclusione della
guerra, agitato storici, filosofi, psicologi, tutti tesi a esplorare
la psicologia dell'uomo che ha rappresentato - e ancor oggi rappresenta
- la quintessenza del Male. Un'opera indubbiamente interessante che
ripresenta - e anche questo è bene - gli studi e le conclusioni
di Trevor-Roper, di Alan Bullock, le interpretazioni di Emil Fackenheim,
di Yehuda Bauer e di George Steiner, la presa di posizione di Claude
Lanzmann contro la domanda: "perché". E ripesca temi
noti: da quello psicosessuale alla nevrosi del "nonno ebreo",
alla interpretazione teologica, al rapporto con il padre e la madre.
E altro. Cose vecchie, in realtà, anche se l'autore sostiene
che, nonostante i fiumi di inchiostro, ben poco sia stato chiarito.
Per quanto mi riguarda, non mi pare che questo libro chiarisca maggiormente.
Due le riflessioni che mi sono venute immediate e spontanee. La prima,
in dissenso con Lanzmann, mi porta a ritenere legittimo che un sopravvissuto
di Auschwitz possa chiedere: " perché". La seconda
è che anche questo libro si pone nel filone che, sostenendo la
dimensione pressoché demoniaca di Hitler, e a questa attribuendo
tutto il male del nazismo, finisce per deviare l'analisi di ciò
che realmente fu il nazismo (ed anche i fascismi europei), di quello
che fu e significò il criminale progetto culturale e politico
che sconvolse l'Europa e generò lo sterminio e gli annientamenti
di massa.
Nazismo voluto e perseguito fino all'ultimo da migliaia di uomini, e
tra loro Göring, Himmler, Goebbels, Speer, Borman, Brunner, Eichmann,
Frank, Heydrich, Hess, Kaltenbrunner, Pohl, Rosen-berg, Globocnik, Stangl,
Ziereis, dalle decine di migliaia di SS, dai milioni di uomini di volta
in volta entusiasti, indifferenti, opportunisti. Ricondurre, ancora
una volta, il tutto all'Hitler simbolo del Male assoluto, alla sua demoniaca
capacità e volontà di seduzione e di corruzione, mi pare
operazione riduttiva e - anche se involontariamente - consolatoria.
Non tutti gli esseri umani sono capaci di fare ciò che fu fatto.
La Shoah è stata perché è apparso Hitler, il Male
assoluto, un ancora inspiegabile fascio di contraddizioni, di nevrosi,
di intricati nodi psicologici.
Aldo Pavia
Ron Rosenbaum
"Il mistero Hitler"
Le Scie Mondadori
pp. 556, lire 35.000
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