Uno strumento troppo poco utilizzato

Il teatro come veicolo di trasmissione della memoria


Si, é vero, l'ho potuto vedere e constatare a L'Aquila in una sala di teatro buia e così silenziosa da sembrare vuota.
Era invece gremita di ragazze e ragazzi delle scuole venuti per incontrare memoria e testimonianza. Sul palcoscenico, classicamente circondato da velluti rossi, c'era un lungo tavolo dietro il quale erano seduti attrici e attori che pronunciavano parole di rimpianto, paura, dolore, affetto, con voci quiete, disperate, con accenti sloveni, triestini e croati.
Erano parole scritte tanto tempo prima da deportate e deportati oppure incise sui muri della sofferenza.
Si recitava: "I me ciamava per nome - Risiera di San Sabba". E la magia del teatro era questa: parole pesanti come pietre pronunciate dalla voce umana incontravano menti giovani che nulla avevano conosciuto prima di cosi terribile e solo avevano saputo qualcosa dai libri di storia. L'emozione era profonda e l'attenzione non é mai venuta meno.
Dopo lo spettacolo ho dato la mia testimonianza. Questo incontro a l'Aquila, così come quelli di Rosarno e di Pescara, sono stati organizzati dall'Atam (Associazione teatrale abbruzzese molisana) nei giorni 17-18-20-31 marzo e 12 aprile che ha proposto nelle scuole dei tre centri due spettacoli teatrali: Il diario di Anna Frank (tratto dal libro omonimo di Frances Goodrich e Albert Hackett) - Teatro del Mediterraneo; e "I me ciamava per nome - Risiera di San Sabba - di Renato Sarti, seguiti da incontri con i testimoni.
L'Aned di Roma é stata ufficialmente presente anche con la mostra Sterminio in Europa e ha assicurato la presenza dei testimoni Rosario Militello e Luigi Sagi, oltre a chi scrive. Aldo Pavia ha inaugurato la manifestazione a l'Aquila.
In complesso sono stati avvicinati qualche centinaio di ragazze e ragazzi delle scuole superiori.
Ho saputo che lo spettacolo sulla Risiera di San Sabba é stato rappresentato per le scuole a Reggio Emilia e l'incontro é stato denso di emozioni. Mi domando: perché questo lavoro teatrale, che pure ha vinto il premio Riccione 1996, non riesce ad avere il posto che merita in un circuito teatrale Eti?
Ci si lamenta di una crisi di testi del teatro contemporaneo; gli insegnanti, alle prese con i nuovi programmi ministeriali, cercano fra vecchi film e stralci da libri di memorie, occasioni per trasmettere in modo vivo la storia contemporanea; i corsi di teatro programmati nelle scuole richiedono testi da interpretare, perciò ritengo che anche l'Aned possa promuovere queste forme di trasmissione della memoria con la consapevolezza che, quando i testimoni non potranno più essere presenti, la voce degli attori contribuirà a colmare le assenze.
Vera Michelin Salomon

 

 

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