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Un convegno a Orbassano |
Il 26 aprile scorso si è tenuto
a Orbassano (To) un convegno dal titolo: "Religiosi tra fede e persecuzioni
(il caso dei Lager nazisti)". Hanno partecipato i seguenti oratori: Graziano Dell'Acqua - sindaco di Orbassano per la presentazione; Beppe Berruto - Aned - per l'introduzione; Federico Cereja - storico - per "Ebrei e cattolici, dalle leggi razziali alla deportazione"; Valerio Morello - storico - per "Padre Giuseppe Girotti: la coerenza di una scelta"; Felice Tagliente - psicologo - per "Meccanismi psicologici della depersonalizzazione e eventuali reazioni culturali ed esistenziali"; Don Lorenzo Vaudagnotto - testimone. Il convegno può considerarsi come la conclusione di un programma che gli studenti dell'Iti "Majorana" di Grugliasco (To) hanno predisposto nell'ambito di uno studio sul tema "detenuti politici negli anni dal '43 al '45 - Dalle ideologie alla persona". Questa ricerca, promossa in occasione del 50' Anniversario della Costituzione italiana, si è articolata con incontri e visione di filmati relativi al periodo della Resistenza. Il 21 febbraio gli studenti hanno visitato il museo allestito all'interno delle carceri "Le nuove" di Torino, prima meta dei politici arrestati dai fascisti e dai tedeschi. A successivi incontri sul tema della detenzione delle donne hanno partecipato Anna Maria Bruzzone (deportazione femminile) e Lucia Testori (partigiana), mentre sul tema della deportazione sono intervenuti don Angelo Dalmasso (Dachau), Beppe Berruto (Dachau) e padre Ruggero Cipolla che per tanti anni è stato il cappellano delle carceri "Le Nuove". Il curatore del progetto prof. Felice Tagliente, percorrendo le tappe della ricerca storica e delle testimonianze, ha voluto portare i giovani alla conoscenza diretta di una realtà che ha avuto le sue tragiche conseguenze, ma che oggi, anche in altre forine, si riproduce nella società umana. Il convegno è stato promosso dall'Aned e dal Comune di Orbassano, tramite la Consulta socio-culturale, per ricordare alcune figure di sacerdoti, anche del luogo, che durante la Resistenza non ebbero timore di portare aiuto a chi combatteva per la libertà. Dopo l'intervento del sindaco di Orbassano Graziano Dell'Acqua e l'introduzione di Beppe Berruto, il prof. Federico Cereja ha ricordato come l'antisemitismo in Italia non fosse meno sentito rispetto ad altre realtà europee. Gli ebrei furono denunciati anche nel nostro Paese, come furono denunciati antifascisti, partigiani feriti, ecc. a volte per riscuotere la taglia di 2.000 o 5.000 lire promessa dai bandi fascisti e tedeschi, a volte per vendette personali o per squallide strategie di sopravvivenza. Egli ha messo in evidenza come all'indifferenza e al permissivismo della Chiesa di allora, cosi tollerante verso sacerdoti che facevano parte delle brigate che seviziavano, si contrapponessero religiosi che aiutarono gli ebrei, i partigiani, i renitenti. L'intervento si è chiuso con la lettura della lettera del condannato a morte sac. Donaldo Mei, colpevole di aver protetto e nascosto un giovane, di aver amministrato i sacramenti ai partigiani, e cioè di aver fatto il prete. Il prof. Valerio Morello ha ripreso la vicenda del domenicano Padre Girotti, morto a Dachau, per il quale è in corso il processo di beatificazione. Dalla sua relazione emergono fatti e nomi di persone che sono state molto vicine al domenicano e che, a loro volta hanno pagato con le sofferenze e con la vita, le azioni di solidarietà verso gli ebrei e gli antifascisti. La novità di questo convegno sta nella relazione del prof Felice Tagliente, psicologo, con un impegno particolare all'interno delle carceri "Le Vallette" di Torino. Egli ha affrontato, con dovizia di particolari e di esempi, le conseguenze dei traumi continui che iniziando con la cattura. l'imprigionamento, la deportazione e la tortura, portavano l'uomo alla perdita di volontà e in qualche caso anche al suicidio. La perquisizione personale, la sostituzione del nome con il numero e il triangolo, il divieto di parlare, la sottomissione a regole umilianti, la rigida e violenta struttura gerarchica, l'aggressività espressa in varie forme, le punizioni, ecc. sono gli elemnti del campo di concentramento ben analizzati dal prof. Tagliente. Don Lorenzo Vaudagnotto, con il suo intervento ha reso più evidente il contributo di solidarietà manifestatosi verso i partigiani di Giaveno e della Val Sangone. Le azioni di mediazione tra tedeschi e partigiani, le armi nascoste sotto la mantellina da prete, il conforto portato anche ad austriaci, prigionieri dei partigiani, hanno permesso al pubblico presente di conoscere meglio un tassello di storia locale mai emerso prima. Le testimonianze video filmate di Don Dalmasso, Don Bezic (sacerdote croato), Don Kubicki (sacerdote polacco), hanno chiuso il convegno. |
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