Così Bice Azzali ricorda le "Festività" di 53 anni fa
La promessa del deportato francese: "Verrete un giorno
a Parigi
nel mio ristorante"
Caro Dario |
Piangevamo disperate ricordando le nostre mamme a Ferrara e a Mantova,
che cucinavano i tortelli di zucca e noi con una fame che ci obbligava
a tenere lo stomaco compresso per non sentire il dolore, il dolore del
vuoto. |
Io e Gisella non riuscimmo a scendere dall'alto del letto.
Le altre compagne della baracca al contrario assalirono il catino delle
patatine in una tremenda baruffa. Io e Gisella rimanemmo impietrite,
di patatine non ne abbiamo trovate nemmeno una; metà mangiate
e metà per terra nello sporco.
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