E' stato inaugurato il 25 aprile scorso a
Santo Stefano un capitello costruito da Elio Fontana, il fabbro del
paese, in ossequio a un voto formulato quando era nel campo di Bolzano.
Partigiano, arrestato dopo l'8 settembre in Cadore nel corso di un rastrellamento,
Fontana - da tutti conosciuto in zona come "Tita Budia" - aveva vent'anni
e non voleva morire in Germania. Un giorno si buttò in ginocchio, con
le mani al cielo: "Ti prego, disse, salvami la vita, fa' che io possa
tornare a casa dei miei".
Fu allora che nacque la promessa, il voto: se fosse tornato, Tita Budia
avrebbe costruito con le sue mani un capitello dedicato al Sacro Cuore
di Gesù, da sisternare nelle sue montagne, lungo un sentiero
nel bosco.
Sono passati 52 anni e, dopo molte vicissitudini, Elio Fontana è
riuscito a tornare al paese e a mantenere la promessa. Il 25 aprile
c'era tutta la sua famiglia e tutto il paese con don Diego alla benedizione
del capitello voluto nel campo di Bolzano. Elio Fontana era felice e
commosso. E i suoi compagni di deportazione lo sono con lui.
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