"Il ritorno dai Lager", a cura di Pietro Vaenti |
Difficile convincerla che papà non era soltanto una fotografia |
Uno dei saggi contenuto nel libro Il ritorno dai Lager a cura di Pietro Vaenti è mio. Avrei quindi potuto declinare l'invito a recensirlo, ma non l'ho fatto per rimanere accanto a V. E. Giuntella autore di un suo saggio, mancato in questi giorni, desideroso di manifestargli tutta la mia ammirazione, tutto il mio affetto. Giuntella ha fatto moltissimo per la deportazione militare - è stato un IMI - e per quella politica, prodigando la sua testimonianza instancabilmente, generosamente e, aggiungo, sapientemente date le sue rare qualità di studioso e di intellettuale. Abbiamo perso una forza straordinaria. Per me, sebbene fosse di qualche anno più giovane, era un fratello maggiore nonostante la deferenza che giustamente gli prodigavo. Ecco la sua sintetica biografia in appendice a Il ritorno dai Lager: Tenente degli Alpini, fu deportato dai nazisti, all'indomani dell'8 settembre, in lager polacchi e tedeschi. Fu liberato dagli inglesi il 22 aprile 1945. Al ritorno in patria, si è interessato agli intemati (militari e resistenti) e si è occupato di storia del nazismo e dei lager. In tali ambiti, ha pubblicato il volume Il nazismo e i Lager. Professore di storia dell'età dell'Illuminismo, ha pubblicato il volume La città dell'Illuminismo. E veniamo al Saggio di V. E. Giuntella che inizia con le citazioni dei ritorni classici, l'Odissea di Omero, l'Anabasi di Serrofonte per poi venire ai nostri giorni con la Tregua di Primo Levi. Via via incontriamo tanti compagni e amici e amiche tra le quali Elena Recanati sempre viva nel nostro ricordo e tanti casi esemplari vagliati con impegno e con amore. C'è anche il ritorno suo di Giuntella da Wietzendorf che qui riporto pensando a quella bambina non più bambina con la quale ho parlato recentemente: Mia madre fu avvertita del mio arrivo a Roma da una zia. Mi corse incontro con Maria Cristina, che era nata durante la mia prigionia. Prima di Lei, la madre di un mio compagno mi abbracciò e disse: « Tutti ritornano, mio figlio non torna più». Tentai di baciare mia figlia, ma sbottò in un pianto dirotto. Anche per lei la mia fotografia era il «papà» al quale ogni sera mandava un bacio e durò a lungo, fino a quando avvertì che potevo essere utile a portarle l'acqua da bere, o il biberon del latte, specie durante la notte. Chiude ricordando e citando lo storico francese Michelet che era stato a Dachau: "L' esperienza che abbiamo vissuto è indelebile. Ci ha segnati per il resto dei nostri giorni. Ne abbiamo ancora le cicatrici, non tutte visibili [ ... I . Abbiamo sondato abissi, in noi e negli altri». E ora parliamo di Vaenti, l'eroe di queste giornate. A Vaenti, alla sua tenacia, al suo impegno si devono i due significativi convegni di Cesena, quello del 1987 sulla resistenza degli italiani all'estero e quello del 1995 denominato Il ritorno dai Lager, ma di più ampio contenuto perché riguarda anche il ritorno dei partigiani che hanno combattuto all'estero. Vaenti inizialmente solo ha convinto tutti ed è riuscito nel suo intento con un grande sforzo di volontà e con mirabile tenacia. I convegni hanno illustrato aspetti della Resistenza che altrimenti, sarebbero rimasti in ombra. E questo il suo grande contributo alla memoria. In un suo saggio racconta il ritorno dall'Albania, liberata il 29 novembre '44, dove aveva combattuto come partigiano dal momento in cui l'esercito italiano si era sfasciato l'8 settembre '43. Anch'egli racconta la sua odissea pervasa di accenti morali e conclude riportando una preghiera di Teresio Olivelli, testimonianza della sua fede. Per quanto riguarda gli altri saggi rinvio alla lettura di questo prezioso libro. Di quello di Anna Maria Bruzzone e del mio, di una consonanza non concertata, si rileva che più che ex deportati i deportati rimangono tali come ebbe a dire lo storico francese Michelet citato da Giuntella. Da Giuntella ho preso una frase che ho posto in epigrafe del mio saggio «Dalla memoria del Lager nasce un impegno nel presente» desiderando così dimostrare a Giuntella la mia grande considerazione. Pregevoli gli altri saggi di illustri amici e di persone competenti e sono Alberto Cavaglion, Massimo Coltrinari, Giorgio Vaccarino, Massimo Sani, Antonio Giuseppe Dore, Simonetta Giacobbe - incontro carico di simpatia - Alberto Berti e un'appendice di Romano Pieri sul tema del ritorno. Ho partecipato arricchendo il mio patrimonio di memorie ad entrambi i convegni, ma non, per motivi di salute, alla presentazione degli atti del secondo. Ho Cesena nel cuore con la sua splendida biblioteca. Grazie Vaenti. |
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