"I licei Berchet e Carducci durante il fascismo e la Resistenza"

L' "arianizzazione" della scuola vista da vicino

"I licei Berchet e Carducci durante il  fascismo e la Resistenza"

Il libro documenta il contenuto dei tre incontri avvenuti nel 50° della Liberazione presso il Liceo Carducci, dedicati in particolare a: "Fascistizzazione e controllo della scuola", "Arianizzazione della scuola" e "La scuola milanese e la Resistenza".

Già nel 1994 era stato organizzato presso il Liceo Carducci un convengo dedicato a Mario Segre, insigne epigrafista, docente al liceo stesso e assassinato ad Auschwitz nel maggio '44 (il ricordo resta nel libro D. Bonetti - R. Bottoni, Ricordo di Mario Segre epigrafista ed insegnante. Atti della giornata in memoria di Mario Segre e della sua famiglia, Milano, Liceo-ginnasio "G. Carducci", 23 maggio 1994, Milano 1995).

Ora il nuovo volume viene a dimostrare come nella scuola, per iniziativa di insegnanti e presidi generosi, possano nascere frutti buoni, sia da un punto di vista dell'etica civile che della dignità culturale: il lettore trova infatti i risultati della ricerca nata dall'appassionata collaborazione di studenti e maestri e tesa a ricostruire il clima opprimente della fascistizzazione della scuola, che ebbe come concreta conseguenza l'applicazione delle leggi razziali, con la persecuzione e l'espulsione di docenti e allievi nei due Licei milanesi considerati.

Nell'ultimo incontro il discorso ha toccato invece la capacità della scuola milanese di resistere, anche attraverso il martirio, come fu nel caso del prof. Quintino di Vona, umanista e resistente e del quale ha parlato il prof. Vincenzo Viola.

La formula degli incontri, rispecchiata del resto dal libro, è originale perché ha riunito le voci di relatori di professione storici e ricercatori a quella dei docenti che unitamente ai loro studenti si sono sobbarcati il lavoro di scavo negli archivi e nei protocolli, anche quelli 'riservati', dei rispettivi Licei. Riferisce il prof. Bottoni, animatore sin dal '93 della ricerca, che il materiale 'spogliato' è stato estremamente eterogeneo: circolari, disposizioni inviate dal Provveditore ai presidi e le relative risposte, note informative sugli insegnanti, verbali dei collegi dei docenti dai quali traspare - fortunatamente - 'un atteggiamento di diffidente distanza da talune più rozze richieste delle autorità superiori o quanto meno un rifiuto d'adesione solitamente motivato con improrogabili impegni di carattere educativo e culturale'. Insomma la strada tracciata dagli interventi del ministero dell'Educazione Nazionale con Cesare Maria De Vecchi prima e poi con Giuseppe Bottai, impegnato nella politica di affermazione della purezza della razza nella scuola italiana, non trovò tutti consenzienti nei due licei, anche se il contributo di D. Bonetti e M. G. Zanaboni (Fascistizzazione e controllo della scuola in due licei milanesi: il "Berchet" e il "Carducci"), ci conduce lungo le tappe dell'adesione sempre piu stretta di insegnanti, programmi e libri di testo all'ideologia del regime. Specchio della cultura dominante è anche la composizione della biblioteca scolastica di quegli anni, come ci dice il saggio, dovuto proprio a un gruppo di studenti (La biblioteca del liceo "Carducci " negli anni 1933-36), che ricostruisce le scelte dell'epoca, mirate ad escludere la contemporaneità, fatta eccezione per gli scritti politici fascisti.

Lunghe liste di nomi accompagnano il contributo di Michele Sarfatti (La scuola, gli ebrei e l'arianizzazione attuata da Giuseppe Bottai) e concernono le esclusioni previste dai vari Regi Decreti Legge del '38 di studenti, insegnanti ebrei, impiegati e ... libri scritti da autori ebrei dalla vita culturale attiva del paese. Conclude Sarfatti: "E tra l'autunno 1943 e la primavera 1945 non pochi giovani ariani educati in questa scuola arrestarono i loro non-compagni-di classe ebrei e i loro non-professori o non-autori-di libri-di testo ebrei, per consegnarli a killers specializzati stranieri". Gli studenti del Carducci hanno contestualizzato anche questo doloroso capitolo con l'intervento L'espulsione degli studenti ebrei dal Liceo "Carducci": dai registri d'archivio alla voce dei sopravvissuti. Si tratta della commovente registrazione di una serie di interviste agli antichi studenti (quelli rimasti, quelli rintracciabili) colpiti dalle leggi razziali.

A concreta testimonianza della possibilità, sia pure eroica, sia pure a costo della propria vita di lottare per la libertà, il prof. Viola traccia il già citato profilo del prof. Quintino di Vona, ucciso a Inzago il 7 settembre 1944, a conclusione di una lunga vicenda di indipendenza morale che non lo vide mai iscritto al PNF (avvalendosi anche della condizione di Grande Invalido della 1 guerra mondiale), da sempre antifascista dichiarato e investito di alte responsabilità nella lotta clandestina, capace di azioni coraggiosissime in difesa di compagni arrestati e delle loro famiglie. Altri contributi rendono bella e appassionante la lettura di questo libro che ci conduce sino al momento dell'epurazione, con le pagine scritte daUmberto Diotti, l'instancabile preside del Liceo Carducci, un liceo senza particolari marche di nobiltà, ma che oggi può scrivere con orgoglio il contributo dei suoi insegnanti e dei suoi studenti alla lotta per la libertà. E lì ha studiato anche il nostro presidente Maris: sarà un caso?

Giovanna Massariello Merzagora

D. Bonetti, R. Bottoni, G. Giargia De Maio, M. G. Zanaboni (a cura di),

I licei G. Berchet e G. Carducci durante il fascismo e la Resistenza - Atti di tre pomeriggi di studio

Milano, Liceo "G. Carducci" 20febbraio, 9 marzo, 20 aprile 1995. Milano, 1996. pp. 186