Un lutto per la cultura, per la scuola, per la Resistenza

La scomparsa Guido Quazza scrittore della libertà


La scomparsa di Guido Quazza è un lutto per la cultura italiana, per la scuola, per la Resistenza e per noi ex deportati. Un legame strettissimo di intensa collaborazione legava da molti anni Guido Quazza, fratello di un deportato, il che dava una particolare intensità ai nostri rapporti.

Un lutto per la cultura: gli scritti di Guido Quazza editi tra il 1942 e il 1994 si compongono di oltre 1.300 titoli. Abbiamo particolarmente apprezzato la monumentale biografia di Quintino Sella.
Un lutto per la scuola: Quazza ha lottato efficacemente per l'introduzione nell'insegnamento universitario della storia contemporanea (vedi articolo su Scuola e Città, n° 1del 1958).
Noi deportati dall'inizio degli anni '80 fino, si può dire, ad oggi, abbiamo fruito dei suoi illuminati consigli per la nostra ricerca e della autorevole partecipazione ai nostri convegni sulla storia della deportazione.
Un lutto per la Resistenza: partecipa all'esperienza partigiana - 73ª Divisione autonoma "Sergio De Vitris" e alla fine del 1944 diviene comandante della Brigata intitolata al caduto Ruggero Vitrani. Prende parte alla liberazione di Torino: Fiat Mirafiori e Porta Nuova. Guido Quazza è stato considerato da Claudio Pavone l'autore di uno dei tre libri fondamentali per lo studio della storia della Resistenza italiana: Federico Chabod. Lezioni tenute nel gennaio 1950 all'Institut d'Etudes Politiques all'Università di Parigi - Roberto Battaglia, La storia della Resistenza italiana. Guido Quazza, Resistenza e storia d'Italia.
Ai sopraddetti tre libri va a nostro avviso aggiunto quello di Claudio Pavone: Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità della Resistenza.
Nel 1967 Guido Quazza è stato eletto Preside della Facoltà di Magistero dell'Università di Torino, carica che mantenne ininterrottamente fino alla quiescenza. Nel 1972 succede a Ferruccio Parri alla presidenza dell'Istituto nazionale per la storia del movimento di Liberazione in Italia: in questi giorni è stato sostituito dal prof. Giorgio Rochat.
Ancor prima Guido Quazza aveva iniziato la collaborazione con noi. Ricordo la sua presidenza della commissione in un'auletta del Palazzo Nuovo dell'Università che alla nostra presenza, dopo ampia discussione, decise la pubblicazione di una antologia delle testimonianze orali degli ex deportati, affidata ad Anna Bravo e Daniele Jalla, poi intitolata La Vita offesa e di un volume di Saggi sulla Deportazione a cura di Federico Cereja e Brunello Mantelli.
L'ANED si aggiunge a commemorare degnamente Guido Quazza pubblicando la raccolta dei suoi scritti sulla deportazione tratti dalle introduzioni e dai commenti ai numerosi convegni ai quali ha partecipato.
B. V.

 

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