"Da Verona a Mauthausen" di Pio Passarin

"Mi applicarono un triangolo rosso"

"Da Verona a Mauthausen"
"Da Verona a Mauthausen via Fossoli e ritorno" di Pio Passarin, pagg. 50, Università degli studi di Verona, Facoltà di lingue e letterature straniere, 1995.

 

A cinquant'anni dalla liberazione, finalmente le insistenze degli amici e dei compagni di deportazione hanno indotto anche Pio Passarin a mettere per iscritto la propria testimonianza di partigiano, arrestato nel Veronese e deportato prima a Fossoli e poi a Mauthausen. E'il racconto di un "cristiano credente" che in cuor suo non ha avuto "bisogno della ricorrenza del 50° anniversario della liberazione per dire "Ho perdonato", ma che tuttavia è convinto che sia necessario "non fare dimenticare a nessuno ciò che è accaduto durante la seconda guerra mondiale". Il testo riproduce, in appendice, la testimonianza, apparsa sul periodico "Verona del popolo" del 27 maggio '45, su don Lodovico Aldrighetti, parroco di Soave, deportato a Dachau.

 

Sono anch'io un ex deportato di Fossoli e Mauthausen matricola 2179 e 129209. Nel corso di un seminario dal titolo: "Il lager: il ritorno alla memoria ", tenutosi nell'aprile del corrente anno presso la Facoltà di lingue e Lettere Straniere dell' Università di Verona, per celebrare il 50' anniversario della Liberazione, l'amico prof. Gian Paolo Marchi unitamente alla prof. ssa Giovanna Massariello Merzagora, incaricati alla organizzazione del seminario, "m'indussero ", dopo varie insistenze, a scrivere questa mia testimonianza. La mia reticenza a scrivere queste cose era ben nota a tutti gli amici e compagni che mi conoscono e, soprattutto, al caro prof. Gino Barbieri, Preside della Facoltà e amico indimenticabile, il quale me ne faceva colpa. Eppure ancor oggi, mi è difficile parlarne, soprattutto perché non godo molta salute. Sono iscritto all'Aned di Verona e ricevo regolarmente il Triangolo Rosso, che leggo sempre con grande commozione in ispecie l'ultimo numero, che reca la voce di tanti miei compagni! Mi permetto, Sig. Direttore, inviarLe questo mio breve scritto, perché possa essere unito agli altri, certamente più significativi, a ricordo ai quanto accaduto cinquant'annifa. RingraziandoLa dell'attenzione, Le invio imieipiù distinti saluti.

Pio Passarin