Sapevate dell'esistenza di Gusen III?
Noi deportati di Gusen I e II vagamente ne sentivamo parlare. Solo dopo
51 anni - il 4 maggio scorso - ho avuto contatto con l'ing. Rudolf Haunschmied
che mi ha parlato dell'esistenza di questo campo.
Questo era Gusen III: si trovava nel paesino di Lungitz a circa 6 chilometri
da S. Georgen, la sua funzione era:
l - Logistica del progetto "Bergkristall" 2' - Produzione di mattoni
3- Produzione di pane normale per le SS e per i deportati di Gusen I
e II, farina di legno con caolino ed acqua del Danubio.
La logistica del progetto "Bergkristall" consisteva nello studio del
materiale, scavato dalla montagna, per poterne ricavare anche quarzo.
Si stava progettando l'aeroplano "Messerschmidt 262" il primo jet del
mondo.
L'ing. Haunschmied mi ha fatto visitare il tunnel, ancora esistente,
che era usato come "galleria del vento" per il collaudo dei motori e
la resistenza del materiale. Naturalmente per entrare in quel bosco
sperduto, l'ing. Haunschmied ha avuto l'autorizzazione degli attuali
proprietari. Inoltre, nel fitto dei bosco mi ha fatto vedere i basamenti
di alcune baracche; qui stavano circa 300 deportati, un'equipe di chimici,
ingegneri specializzati, oltre alla manovalanza che apparteneva a varie
nazionalità. Questo progetto era un segreto militare. Nessuno
conosce il destino di questi 300 deportati. Dopo la visita, l'ing. Haunschmied,
mi ha detto che sono stato il primo italiano ex deportato a vedere Gusen
III. "Non è finito qui - ha detto - stavano progettando Gusen
IV e V'.
Nelle sue ricerche è anche riuscito ad entrare nell'archivio
della stazione di S. Georgen e fotocopiare tutti gli orari delle partenze
dei treni merci da fine 1943 - 1944 - 1945 con le carlinghe dei "Messerschmidt"
assemblate: partivano sempre di notte con orari e giorni diversificati.
Ho visto tutte le fotocopie estratte dai registri ferroviari.
Al pomeriggio, siamo stati presenti alla commemorazione del Memorial
di Gusen. Come ogni anno, ogni delegazione ha ricordato le atrocità
commesse in questi campi.
Erano presenti il console italiano a Linz e l'ambasciatore italiano
a Vienna con consorte che ha preso la parola.
Angelo Ratti
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