Gentilissimi e cari soci Aned,
durante il viaggio a Mauthausen e a Gusen le emozioni ed i pensieri
si aggrovigliavano e mi impedivano di capire bene perché fossi
così contenta di averfatto questo viaggio verso luoghi pieni
di dolore e di ingiustizia. Poi ho capito ed ho deciso, anche se piuttosto
in ritardo, di dirvelo e ringraziarvi ed esprimervi la mia riconoscenza
per l'esperienza che mi avete donato e permesso di vivere.
L'evento per me fondamentale è stato conoscere voi ed il vostro
modo umano e civile di porvi con gli altri.
Ma vorrei spiegarmi meglio.
I campi che abbiamo visitato sono stati i luoghi di atroci sofferenze
e della "passione" di migliaia di uomini e donne, e oggi sono gli emblemi
fisici, concreti, dell'assassinio razziale, dell'annullamento della
dignità umana, della privazione della libertà di scelta
e, per un altro aspetto, dello scadimento dell'uomo ad uno stato disumano,
di ferocia, di perdita della ragione, avendo delegato ogni capacità
pensante individuale, libera, ad una ideologia astratta, generalizzante,
lucida, perversa.
Qui l'autostima esasperata di un popolo, la tracotanza di un regime
totalitario, hanno portato a credere chefosse legittimo poter disporre
a proprio piacimento di altri uomini, disprezzandoli, infliggendogli
ogni tipo di violenza, sempre più orrenda, senza limiti, sfogando
un sadismo gratuito il cui senso stava solo nel poter sperimentare un
potere assoluto su un altro uomo e così avere la prova della
propria onnipotenza.
Contro tutto ciņ l'antidoto, lo sappiamo, è coltivare il sentimento
del rispetto per gli altri, il senso della solidarietà, della
accettazione; ebbene, noi, gruppo del viaggio dal 3 al 5 maggio, non
solo abbiamo capito e condiviso razionalmente, col pensiero, questi
concetti ma li abbiamo vissuti.
Grazie a voi, alle vostre parole, ai vostri volti e gesti, per 4 giorni
abbiamo vissuto in "comunità", sentendoci un gruppo solidale,
una 'famiglia " coi nonni ed i ragazzini, un gruppo unito per il rispetto
che ci si rivolgeva all'interno.
Questo è stato straordinario, io ho provato una sensazione che
non sentivo da anni, dai tempi del liceo; mi sono sentita accolta in
un gruppo in cui si condividevano le stesse cose, il bisogno di sapere
e conoscere, l'emozione comune il giorno delle celebrazioni, lo sbigottimento,
lo smarrimento e l'incredulità davanti a certi luoghi, il bisogno
di sentire calore umano e, ancora, l'allegria per i momenti di distribuzione
della grappa o delle caramelle, ed il piacere gioioso delle tante colazioni,
tutti insieme sull'erba, una festa per gli occhi e per il gusto, mentre
voi con impegno e cura nei nostri confronti vi prodigavate a farci stare
bene, affinché fossimo contenti, non ci mancasse nulla, come
ad esempio, il vino nero ed il vino bianco, la torta di riso e la colomba
pasquale, e così noi assaporassimo il piacere di stare assieme,
di comunicare tra noi, di ascoltarci, conoscerci, rispettarci. Insomma,
grazie a voi, ci si è allontanati da quel senso di solitudine
e separatezza che è una delle caratteristiche fondamentali di
oggi; quell'involucro che oggi ci fa vivere confidando solamente nelle
proprie forze, diffidando degli altri, ebbene, per un po', si è
sciolto nel calore di essere tutti accettati e coccolati.
E tutto questo grazie ai vostri volti gentili e discreti, premurosi
e attenti, diretti e semplici, fermi e miti, ed anche questi sono stati
messaggi di grande importanza proprio oggi in cui sembra che il valore
di una persona sia espresso dal tono gridato, spavaldo, perentorio,
in cui l'autenticità deve lasciare il posto alle espressioniformali,
retoriche, costruite, in cui spesso non si crede e non si partecipa
più in modo sentito ed autentico alle cose. E questo stile e
messaggio di mitezza e semplicità per me è stato più
importante se si considera che voi delle cose importantissime da dire
le avete eccome, voi che siete profondamente consapevoli dei valori
fondamentali del vivere civile, intimamente consapevoli di avere sperimentato
direttamente sulla vostra pelle che cosa significa la negazione di quei
valori, voi che avete assunto l'ammirevole impegno di trasmettere la
testimonianza che racchiudete in voi e che riconduce a valori basilari
superiori e primi come la democrazia, la libertà, l'umanità,
il rispetto per chi soffre. Ebbene fa bene al cuore conoscere persone
che operano sinceramente, veramente, in nome di valori, oggi che attorno
a me vedo cinici, annoiati, sarcastici, disillusi, indifferenti, vuoti,
arrivisti, menzogneri, smarriti, incerti e dubbiosi.
Per questo e per molte altre riflessioni e sensazioni che ho avuto ed
ho tutt'ora vi ringrazio profondamente e vi abbraccio con affetto e
gratitudine.
Patrizia Cremonini (San
Giovanni Persiceto)
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