In questi ultimi tempi, nonostante le celebrazioni
del cinquantenario della liberazione dei Lager e della fine della
seconda guerra mondiale, stiamo assistendo in Germania alla caduta
d'interesse per tutto ciò che a quella guerra ed alla storia tedesca
era legato, e precisamente ai Lager.
Raccontiamo alcuni episodi avvenuti in questi ultimi tempi in
Lager lontani dal nostro paese, dove però i nostri compagni sono
caduti a centinaia. L'S III (Ohrdruf) un Lager maledetto, un Aussenlager
di Buchenwald, dal quale, dei molti italiani inviativi, pochissimi
sono usciti vivi. I morti venivano trasportati nei crematori delle
città vicine, ma poiché quei crematori non riuscivano a smaltire
l'alto numero delle salme che venivano loro inviate, si provvide
a bruciarli a cielo aperto. Sino alla riunificazione tedesca,
ad Espenfeld vi era uno spazio-edificio a ricordo di quello che
era avvenuto. Con la fine della DDR, questo piccolo museo è stato
sostituito da una lapide.
Un altro caso è quello che riguarda il Lager Dora. A Nordhausen,
la città nella cui prossimità sorgeva questo Lager, si fa di tutto
per conservarne la memoria. Autorità comunali, regionali, i membri
dei Gedenkstaette, cittadini di varia estrazione s'impegnano per
tramandare il ricordo di quel terribile Lager dove - tra gli altri
- più di un migliaio di italiani hanno lasciato la vita. L'anno
scorgo l'ente preposto dal governo federale alle privatizzazioni
ed allo smantellamento dei residuati economici della RepubblicaDemocratica
Tedesca, zitto zitto, ha venduto le colline dentro le quali erano
state scavate le gallerie di Dora, dove venivano costruite e montate
le V- 1 e le V-2, ad una società mineraria che utilizzerà il materiale
di quelle colline per produrre cemento od altro. Nessuno ha saputo
dirci se nel contratto vi era una clausola che salvasse le gallerie.
Il terzo caso che sottopongo alla vostra attenzione è quello delle
gallerie di Langenstein: non sono grandi come quelle di Dora,
ma sono sempre 17.000 metri lineari di tunnel con oltre 60.000
metri quadrati di superficie, con raccordi, binario e scalo ferroviario
all'interno, che lo stesso ente ha venduto ad una società privata
(di consulenza) la quale non ha ancora dichiarato a quale fine
intende utilizzare quelle gallerie.
I deportati di quel Lager si sono riuniti, hanno visitato forse
per l'ultima volta le gallerie, luoghi delle loro pene, dei loro
dolori e dei loro ricordi ed hanno chiesto ed ottenuto un incontro
col "Ministerpraesident" della Sassonia, Hoeppner, al quale il
compagno Berti ha ricordato in un energico discorso che l'intero
sistema delle gallerie è una parte di loro stessi che deve rimanere
aperto al pubblico, che esso rappresenta anche una parte della
storia tedesca di questo secolo e che la regione deve adoperarsi
affinché il desiderio dai deportati dei 17 paesi che hanno partecipato
alla costruzione di quelle gallerie, ed il rispetto verso i 7.500
morti sui 10.000 deportati inviati a Langenstein - Zwieberge,
venga esaudito.
Berti ha consegnato quindi al Dr. Hoeppner un ordine del giorno,
firmato da tutti i deportati presenti, dai familiari dei compagni
caduti e dai collaboratori del museo, con il quale si richiede
l'intervento della regione affinché una piccola parte di quel
sistema di gallerie, evidenziata in una piantina allegata alla
risoluzione presentata, venga destinata a scopi museali. Il Dr.
Hoeppner, di fronte a questa presa di posizione energica e risoluta
degli ex deportati, ha promesso il suo interessamento presso l'acquirente
delle gallerie affinché la richiesta possa essere soddisfatta.
Rimane però aperto un problema: non si sa cosa l'acquirente intenda
fare dentro quelle gallerie il cui costo di gestione si avvicina
al miliardo e mezzo di lire all'anno. Certo non una fabbrica.
Forse deposito, discarica di rifiuti ospedalieri? 0 peggio una
discarica di scorie radioattive o di materiali similari di cui
tutta Europa ha un forte bisogno?
Staremo a vedere: il compratore, presente alla riunione, ha promesso
di tenerci informati.
Distinti saluti
Corrado Carli (figlio di Teodoro
Kralj 41698 BU-morto a Langenstein-Zwieberge)
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