Mémorial des enfan juifs déportés de France", di Serge Klarsfeid |
Occhi di una generazione falciata dalla furia nazista |
E' il libro dei libri della deportazione razziale.
Lo si deve alla pazienza, alla determinazione, alle capacità dell'inarrestabile
animatore dell'associazione"Fils et filles des déportés juifs de
France" Serge Klarsfeld. Come il titolo indica "Le mémorial des enfants
juifs déportés de France" è un volume-memoriale che raccoglie quante più
notizie sia possibile sui circa 11.000 bambini e ragazzi ebrei (fino ai
17 anni) che furono deportati nei Lager nazisti, la parte più indifesa
dei 70.870 ebrei vittime del Reich. Lo stesso Klarsfeld ha dato alle stampe, nel '78, il risultato della sua monumentale ricerca sulla deportazione ebraica francese, con il suo insostituibile "Mémorial de la déportation des juifs de France" che disse una parola definitiva sulle proporzioni del delitto perpetrato dai nazisti tedeschi e dai loro collaboratori francesi dopo l'occupazione della Francia. Adesso ha ripreso il suo lavoro, riuscendo ad approfondire la sua ricerca, e a completare la documentazione degli arresti, dei trasporti, delle deportazioni. Oltre 300 pagine di questa sua ultima fatica sono riempite di tabelle, di nomi: trasporto per trasporto sono indicati i ragazzi ebrei deportati con nome, cognome, data e luogo di nascita, centro di concentramento e ultimo domicilio conosciuto. Un lavoro imponente e meritorio che già di per sé avrebbe guadagnato a Serge Klarsfeld la riconoscenza di tutti, Ma questo "Mémorial" contiene molto di più. Oltre mille pagine sono dedicate alle fotografie, alle note biografiche, ai documenti di identità di migliaia di bambini e di ragazzi, ripresi per lo più dai genitori con il vestito elegante, in occasione di qualche festa familiare. Una galleria sconvolgente di ritratti, di volti sorridenti o seriosi, fotografia collettiva di una intera generazione falciata e quasi interamente annientata dal nazismo. Nella stragrande maggioranza dei casi questi volti infantili sono, andati ad infoltire, ad Auschwitz, la fila di quelli che al grande Reich millenario non servivano, e che quindi andavano al più presto "passati per il camino". La galleria si apre, in rigoroso ordine alfabetico, con i volti di due ragazzine, le sorelle Odette e Rose Aboulafia, di Parigi, rispettivamente di 8 e di 11 anni. Arrestate con la madre Victoria, furono caricate sul trasporto verso Est del 13 aprile '44, per non fare più ritorno. I grandi occhi neri delle due bambine, le cui figure appaiono composte in un ovale da fotografo di quartiere, ci guardano dalla pagina 339 del "Mémorial". Ecco, due pagine dopo, le tre sorelline Esther, Sarah e Myriam Adamowicz, parigine di origine polacca, (avevano 12, 6 e 4 anni al momento della deportazione) tutte e tre con il cappottino dello stesso modello e colore, le due più piccole con lo stesso fiocco chiaro tra i capelli castani. A pagina 343 ecco i boccoli biondi di Monique Adelski, di sei anni, con le sue calzette bianche e la camicetta della festa. A pagina 345 Zizi Adoner, ripresa sul pianerottolo di casa con il suo orsacchiotto di peluche in mano. E poi avanti così, per centinaia di pagine in una sequenza che toglie il respiro... Ecco Suzanne Hasman deportata a 2 anni, ripresa con il vestitino del carnevale, e subito dopo David Hasson, marsigliese, deportato a 17 anni con la sua divisa da boy scout, i capelli in ordine e la espressione compunta. Sembra di vederla la mamma che un momento prima gli ha dato un ultima aggiustatina al fazzoletto nello studio del fotografo, orgogliosa del suo bel ragazzo... Qua e là appaiono nelle immagini anche i genitori, anche loro in posa con i figli, e quasi sempre anche loro falciati dalla macchina dello sterminio hitleriano. Dire che è un libro che si fa fatica a tenere in mano è un eufemismo: è un libro impossibile, eppure c'è, e prosegue inesorabile a raccontarci l'intimità di alcuni momenti di festa familiare di migliaia di bambini e ragazzi, dall'A alla Z, fino a Kira Zylbersac, colta a 7 anni, poco prima della deportazione, con il suo golfino povero, i nastrini a trattenere una capigliatura spettinata e sbarazzina, e a Anatole Zylbersporn, di 4 anni, di cui la sorella, unica sopravvissuta della famiglia, si scusa di non potere fornire neppure una foto. Libro impossibile eppure indispensabile, che dovrebbe fare parte del bagaglio di ogni ragazzo di oggi, quasi come un vaccino obbligatorio contro il morbo dell'intolleranza e del razzismo. E che ricorda a noi quanta strada ancora resti da fare prima di riuscire a ricostruire la storia della deportazione italiana con completezza paragonabile a quella tracciata da Serge Klarsfeld. L'Aned ne possiede una copia, che è consultabile presso la propria sede di via Bagutta 12 a Milano. Chi ne volesse acquistare una copia (Al prezzo non indifferente di 315.000 lire circa) si può rivolgere direttamente alla associazione "Fils et filles des déportésjuifs de France" a questo indirizzo: FFDJE 32 rue La Boétie, 75008 Paris, telefono 0033 1 - 45611878. |