"Crematoirs d'Auschwitz" di Jean Claude Pressac

Dagli archivi di Mosca nuovi documenti sulle camere a gas


La messa a punto della catena di montaggio della morte ad Auschwitz avviene per tappe successive. La puntuale e rigorosa descrizione nel libro Le Crematoirs d'Auschwitz. La machinerie de meutre de masse di Jean Claude Pressac - CNRS Paris 1993. Le notizie finora a nostra disposizione si arricchiscono con la recente apertura degli Archivi Centrali di Mosca dove è conservata una parte notevole dei documenti della Sezione Costruzioni del Comando del
Campo di Auschwitz-Birkenau. Altri documenti conosciuti antecedentemente negli archivi polacchi, tedeschi, israeliani. L'autore, come del resto si deduce dal titolo dell'opera, parte dai crematoi, cioè dalla macchina terminale dell'assassinio di massa: assassinio che si intreccia con le epidemie ricorrenti di tipo petecchiale e le morti quotidiane per fame e fatica e freddo. Dai cervelli della Bauleitung - sezione costruzioni - emerge l'assurdo di far spogliare le vittime da una parte, trasportarle altrove per gasarle, aspettare che il gas si disperda nell'atmosfera e quindi prelevare i cadaveri per bruciarli in fosse comuni o sulle graticole costruite con rotaie o in forni crematoi distanti e si sviluppa l'idea di un percorso più razionale, aiutando i tecnici delle case costruttrici dei forni tra le quali si distingue la ben nota LA. Topf e Sóhne di Erfurt e il suo manager Prúfer che diventano complici dell'assassinio di massa. Ed ecco, nascono i progetti di commutare in un solo edificio camere a gas e crematori e per la dispersione immediata dei gas si studiano e attuano meccanismi di aerazione. Il primo criminoso esperimento del funzionamento della perfezionata catena di montaggio della morte dal 13 al 14 marzo 1943 con l'uccisione di 1492 ebrei del Ghetto di Cracovia inadatti al lavoro: vecchi, qonne, bambini, malati. E un libro questo di Pressac difficile da leggere per un misto di indignazione, di orrore, di immedesimazione, di pietà, ma anche per l'insistenza sui particolari tecnici dei forni crematori di cui si saggia la potenza di incenerizzazione in relazione al costo e al fabbisogno, di cui si rilevano guasti e disfunzioni, le modifiche che si rendono via via necessarie e di cui si valuta la disponibilità e il consumo dei combustibile necessario al funzionamento, inizialmente la nafta, in seguito il carbone coke, la trasformazione da nafta a carbone e persino la legna. E un libro che documenta un mondo di incredibile cinismo
e di collettiva mania omicida con grande accuratezza: su meno di un centinaio di pagine più di trecento note a conferma documentata di oani notizia o affermazione e i fatti sono ripresentati in un'utile tavola cronologica. Si dice che dopo questo libro dovrebbero cessare le contestazioni degli eccidi di massa da parte dei revisionisti che negano l'evidenza. Certamente l'opera di Pressac contiene prove inconfutabili, ma è nostra opinione che i falsari non si daranno per vinti e continueranno a imperversare. E così gli storici che relativizzano i crimini nazisti mediante impropri paragoni non riterranno di modificare i loro insidiosi punti di vista. Non prendete questo nostro realismo per un adattamento alla sconfitta che sarebbe fuori luogo, ma come un incitamente a partire da noi stessi, a continuare nell'adempimento del dovere di testimoniare. Tra gli altri campi, oltre Auschwitz, il più nominato è Mauthausen: vediamo perché, a quale proposito. Premesso che il Lager di Mauthausen presso Linz viene allestito dopo l'Anschluss e cioè l'incorporazione dell'Austria nel Reich tedesco, troviamo elencate le ordinazioni per il campo principale e per il sottocampo di Gusen, seguono poi le vicende della fabbricazione e mutamenti temporanei nelle destinazioni secondo necessità contingenti. Anche a Mauthausen ha funzionato una camera a gas fino agli ultimi giorni, quando ad Auschwitz i crematoi erano stati distrutti.

B. V.

 


ANED di Torino

Progetto di un libro sugli scioperi del marzo 1944

In occasione del quarantennale degli scioperi del marzo 1944 l'ANED torinese pubblicò un volumetto della sua collana storica in cui erano raccolti una breve sintesi della storia degli scioperi a Torino, alcune testimonianze e un contributo di ricerca sui deportati operai. li libretto andò rapidamente esaurito, tanto che si pensò ad una ristampa. La giornata di studio dedicata agli scioperi per ricordare il cinquantesimo, tenutasi a Torino il 7 marzo scorso, sempre per iniziativa dell'ANED e con l'appoggio delle organizzazioni sindacali, ha consentito di delineare con più precisione la proposta da tempo tra i progetti dell'ANED, come si può vedere dal programma presentato dall'ANED nel novembre 1993. Si tratta di un libro che faccia il punto sui risultati della ricerca storiografica e che contenga anche le testimonianze più significative che sono state raccolte in tanti anni. La scala dell'indagine non sarebbe solo locale, ma riguarderebbe l'Italia occupata. Si verrebbe così a colmare una lacuna grave nella storiografia dei movimento di liberazione italiano che non ha dedicato un lavoro specifico né alla ricostruzione né all'interpretazione dello sciopero, non andando molto più in là delle valutazioni espresse a conclusione della lotta dei lavoratori italiani. Una pagina straordinaria della nostra storia è rimasta così, se non ignorata, certamente non valorizzata e soprattutto non conosciuta come sarebbe giusto che fosse. L'attenzione che la stampa straniera democratica dedicò alla prova dei lavoratori italiani e, per converso, l'intervento che lo stesso Hìtler ritenne di compiere per punire i lavoratori ribelli, basterebbero da soli a sottolineare la rilevanza dei passaggio dei marzo 1944. La disponibilità di nuove fonti documentarie è una garanzia di un'originale esplorazione di un passato che trova nel presente molte ragioni di una conoscenza non approssimativa. Per l'attuazione dei progetto, oltre che la rete nazionale ANED, si pensa di ricercare la collaborazione degli istituti per la storia della resistenza italiana, dei ricercatori che vi fanno riferimento, oltre che di singoli studiosi che si sono occupati su più versanti delle tematiche collegate agli scioperi. La struttura dei volume potrebbe essere la seguente:
l. un saggio introduttivo che faccia il punto sulla ricerca storiografica e da raccordo tra i saggi dedicati alle realtà specifiche. 2. Una serie di saggi sulle località in cui si manifesta lo sciopero, ma anche sull'assenza di alcune aree significative (Genova, Biellese, Litorale adriatico). 3. Raccolta di testimonianze (scioperanti, partigiani, deportati, militanti). 4. Dati sull'andamento degli scioperi e sulla repressione.
1 tempi di elaborazione dei volume, se l'approvazione del progetto sarà rapida, potrebbero consentire l'uscita del volume stesso per l'anniversario 1995 degli scioperi.