Le memorie di Antonio Scollo
E' stato ristampato il libro del compagno
Antonio Scollo "I campi della
demenza", Vangelista editore, pagine 126 lire 10.000, edito per la prima
volta nel '75. Chi non lo trovasse in libreria può richiederne
una copia all'ANED nazionale a Milano. Sul libro riproponiamo un breve
scritto dello storico Adolfo Scalpelli.
Adolfo Scalpelli |
Un affettuoso incontro al De Amicis di Milano
Bruno Vasari e Ada Buffulini hanno, tempo addietro, intervistato Bepi Calore sulle sue esperienze nel Revier di Mauthausen. Ne è nato un libro, denso di rievocazioni e di informazioni, che Aldo Aniasi, Gianfranco Maris, Mario Borghi e Alberto Berti hanno presentato nella sede milanese del Circolo De Amicis sotto gli auspici della FIAP. Tutti i superstiti di Mauthausen ricordano l'opera straordinaria del medico Calore in quell'orrido lazzaretto. Ma l'iniziativa della presentazione del libro che ne rievoca l'opera ha offerto anche l'opportunità di illustrare, contro la reticenza dell'interessato, la sua partecipazione alla lotta armata nell'alto Veneto e le responsabilità che, anche in quell'occasione egli volle e seppe assumersi. |
Riedito "In quelle tenebre" di Gitta Sereny
Franz Stangl, un signore elegante, distinto,
un'espressione cordiale, persino paterna. Nazista, era stato il comandante
dei campi nazisti di Sobibor e di Treblìnka. Dopo la guerra era
riuscito a rifugiarsi in Brasile. Venne scovato, arrestato e tradotto
in Europa grazie alle ricerche di Simon Wiesenthal. Nel 1970 venne condannato
dal tribunale di Diisseldorf alla prigione a vita per complicità
nell'uccisione di novecentomila persone durante il suo servizio a Treblinka.
Era nato in un paese dell'Austria nel
1908 da una famiglia di modeste condizioni. Il padre, che era stato soldato
nei dragoni, mori quando lui aveva otto anni. Il patrigno lo trattò
sempre con grande affetto. A quindici anni diventò apprendista
in una tessitura. Poi volle entrare nella polizia e si distinse nella
repressione delle continue sommosse che nei primi anni Trenta travagliavano
l'Austria. Cominciò a mostrare le sue simpatie per il movimento
nazista. Gitta Sereny, giornalista
nata a Vienna e che vive ora a Londra, cercò di ricostruire i passi
successivi della storia di Stangl e soprattutto cercò di capire
come fu possibile quella storia: da un paese dell'Austria ad un campo
di sterminio, all'organizzazione di una macchina mostruosa che doveva
eliminare milioni di ebrei. "Nonostante tutti i libri e i film sull'epoca
nazista - scrisse la Sereny - v'era un'intera gamma di reazioni e di comportamenti
di cui non si era ancora riusciti ad avere una vera comprensione, e che
sono ancora di grande importanza, nelle contingenze e i pericoli che incombono,
e che possono minacciarci in futuro".
Gitta Sereny incontrò Franz Stangl nel carcere dì Düsseldorf e gli parlò per settanta ore. Poi incontrò quanti ebbero rapporti con Stangl, dalla moglie, che viveva in Brasile, alle ex SS, ai sopravvissuti dei campi di sterminio, ai testimoni. Dai racconti nacque un libro, "Into That Darkness", pubblicato nel 1974 e in Italia l'anno successivo (per la traduzione di Alfonso Bianchi). Adelphi lo ripresenta oggi in edizione economica ("In quelle tenebre" p. 520, lire 20.000) ed ancora oggi lo si legge come un'intelligente e accurata indagine, che non lascia nulla all'emotività e proprio per questo più forte appare nello svelare meccanismi e complicità di quella tragedia. |