L'appello di Giovanni Melodia

"Mai più, mai più!"

 

"Mai più, mai più!" Quante volte l'avevamo gridato dentro di noi, quante volte ce l'eravamo detto l'un l'altro: "Se ce la faremo, se anche ad uno solo di noi riuscisse di tornare..." Ma chi? Ma come? Era stato come un giuramento. Terché il mondo deve sapere e non succeda, non possa succedere ad altri ...... E, incredibilmente per noi stessi, qualcuno ce l'ha fatta a a tornare; ma altri, tantissimi, no, ed era per loro che dovevamo ricordare. E però è stato difficile, quasi impossibile a volte. Non perché non lo si volesse, ci si provava anzi. Ma come credere che per un intero popolo, due anzi, fosse stato predisposto, e attuato, lo sterminio; e che altri, a milioni anche questi, era a mezzo di lavori forzati che dovevano scomparire; come poter credere che dei cadaveri si facesse sapone, e i prigionieri usati come cavie umane e senza anestesia, per i più atroci esperimenti; e che ci fossero donne, tante, deportate; e che anche su di loro, più che sugli altri, forse, si facessero esperimenti, e dei loro capelli cordame. No, non era possibile, non poteva esserlo qui, nel cuore della civile Europa, e dunque tu, se insistevi, eri, non potevi che essere, un farneticante, un pazzo. Alcuni, però, di quei rari so pravvissuti, nonostante l'ironia, gli sberleffi a volte, si sono ostinati. Per quel giuramento. E hanno scritto libri, raccolto foto e documenti, e organizzato mostre, e parlato e parlato e parlato. Così che è accaduto loro anche di doverci tornare dopo appena una settimana, nell'aula magna di quella università, perché chi aveva scosso la testa o non c'era stato la prima volta, ora voleva sapere; è accaduto che in un grande teatro fossero stati preavvertiti da un gruppetto di studenti ostili che non li avrebbero lasciati parlare, che loro si erano organizzati per impedirglielo. E invece non s'era alzata una voce; e poi di nuovo quei giovani, fuori, per ore e ore a chiedere ancora, e questa volta senza ironia o minacce. Dunque non era vero, a un certo punto, che tutto era stato inutile. Ma dovevano essere loro, i testimoni diretti, a parlare; con quegli occhi, quella voce, i visi che trascoloravano per la sofferenza, al solo ricordo; e che trasmettevano i brividi. E però loro, questi sopravvissuti che non volevano, non potevano tacere, non volevano dimenticare, erano sempre di meno, mentre ce ne sarebbero voluti tanti, ora che le richieste si moltiplicavano, e che le voci, le documentazioni non bastavano più perché bisognava farglieli vedere ai giovani i luoghi del martirio, anche se nulla poteva, ormai, veramente, dire che cosa erano veramente stati - e tuttavia, dopo, chi aveva visto ne tornava diverso. Per questo l'Aned, l'associazione che gli ex deportati e i familiari degli innumerevoli scomparsi si sono dati, ha deciso di rivolgersi direttamente ai giovani: venite con noi, nella primavera del prossimo anno, agli ultimi raduni mondiali degli scampati allo sterminio nazista che saranno organizzati in tutti gli ex Lager di Hitler. Venite con noi, a prendere da noi il testimone della memoria, per "dare alla memoria un futuro". Venite a gridarlo insieme a noi una volta ancora, in quei campi di morte, giovani e superstiti fianco a fianco, in memoria dei milioni che non sono tomati, e in difesa della dignità dell'uomo che si è tentato allora di cancellare: "Mai più, mai più!".

Giovanni Melodia