Ricordati alla Caproni i 39 caduti nei Lager

I 58 caduti della Resistenza alla Caproni sono stati ricordati domenica 13 marzo presso il campo sportivo "Bonacossa'.' di via Mecenate a Milano, che sorge proprio sull'area occupata fino al 1949 dal grande stabilimento aeronautico. Migliaia di operai e di impiegati parteciparono nel marzo '44 al grande sciopero contro il fascismo e gli occupanti nazisti. Un impegno che i lavoratori dello stabilimento pagarono con un altissimo prezzo: 9 dipendenti della fabbrica morirono in combattimento nelle file partigiane (o furono fucilati dopo la cattura); 10 sono stati arrestati e fucilati per rappresaglia; ben 39 sono morti a Mauthausen, dove furono inviati al termine dei rastrellamenti che fecero seguito allo sciopero. Nel 50' anniversario di quegli avvenimenti, superstiti e familiari dei caduti hanno indetto una cerimonia presso la lapide che li ricorda. Dopo l'intervento e la testimonianza di alcuni lavoratori della Caproni sopravvissuti alla deportazione ha parlato Gian Franco Maris presidente dell'ANED. Nell'occasione è stata inaugurata una mostra ricca di decine di fotografie e di documenti sulla fabbrica e sul suo contributo alla Resistenza.

 

5 gennaio 1944

Legnano si ferma

Sugli scioperi del marzo '44 la sezione Aned di Torino ha organizzato il 7 marzo scorso, nella sala delle lauree della facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università, una giornata di studio coordinata dal prof. Claudio Dellavalle. L'intento della giornata di studio era di approfondire con nuove acquisizioni la ricerca storiografica, in vista di una riedizione arricchita degli atti della tavola rotonda tenuta a Torino nel 1984. Dei lavori del convegno daremo conto sul prossimo numero del Triangolo Rosso

 

Convegno a Torino sugli scioperi del '44

Giornata di studio a Torino

Per stroncare gli scioperi in corso in alcuni stabilimenti di Legnano, reparti della SS dello spietato generale Zimmermann, appoggiati dai fascisti, iniziano i rastrellamenti. Un centinaio di lavoratori vengono prelevati dalle loro abitazioni, dalle Officine Franco Tosi, dalla Bozzi (bici-Legnano), dalla Comerio, dalla Manifattura, dal Cotonificio Cantoni e dalle Industrie Elettriche. Una parte di essi: chi tornitore, chi modellista, uno era studente, uno era dirigente, uno era perito tecnico, uno era filatore di cotone, furono presi per rappresaglia e mandati nel Lager di Mauthausen, di Gusen, di Auschwitz, di Bruex, di Ebensee e non tornarono che morti. Chi muore lontano dalla sua terra muore due volte.