Si parla di nuovo con insistenza
della inumazione della salma di Vittorio Emanuele III al Pantheon o
in via subordinata a Superga. Abbiamo già manifestato la nostra
contrarietà per l'una e anche per l'altra soluzione.
Superfluo illustrare ai nostri lettori il perché di questa nostra
presa di posizione.
Tutti sanno che il re aveva ripetutamente violato lo Statuto nella forma
iniziale "perpetua e irrevocabile" octroyée da Carlo Alberto
e progredendo nell'evoluzione che aveva subito negli anni in "patto
sociale" - così definito da Cavour come si legge in Francesco
Ruffini, Diritti di Libertà Gobetti 1926, riedizione Nuova
Italia 1946 con Prefazione di Piero Calamandrei - che il giuramento
del Sovrano faceva sacro. E i diritti di libertà fondamento del
"patto sociale" furono calpestati dal fascismo con l'acquiescenza complice
di Vittorio Emanuele III: citiamo ad esempio l'uguaghanza dei cittadini
dinanzi alla Legge, la libertà di stampa, la soggezione del cittadino
ai suoi giudici naturali (con l'istituzione dei Tribunali speciali).
Non è perņ sufficiente per un giudizio complessivo citare singole
norme, pur di carattere fondamentale, trascurando il continuo stravolgimento
dei principi ispiratori.
B.V.
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