Storia e cronaca della liberazione
"Festa grande d'aprile", un pezzo di teatro, scritto da Franco Antonicelli, s'intitola così. Il tripudio della libertà, la fine dell'incubo, del sentirsi sempre la morte addosso con il teschio e le tibie incrociate dei battaglioni fascisti o delle SS naziste. Una libertà conquistata giorno per giorno ora per ora, non regalata, non dono di nessuno, pagata con la vita di tanti. Il 25 Aprile non è il giorno del ricordo, il "memorial day" della democrazia italiana. Il 25 Aprile é stato il punto finale, la striscia di arrivo di una guerra che segna la linea di displuvio tra fascismo e libertà, tra oppressione e democrazia, tra diritto e dittatura. Il 25 Aprile è un momento di riflessione: pensare il nostro passato, ricordare i nostri caduti, salutare la riconquistata libertà. Ma tutto questo non può essere funzione di un giorno all'anno. La riflessione deve essere uno stato permanente di ripensamento del processo storico della nostra società, deve consistere in uno stato di continua tensione per la difesa dei valori conquistati, deve tendere a una continua estensione della presenza dei cittadini in una trasparente gestione della cosa pubblica, perché nessuno possa farci tornare indietro o toglierci conquiste democratiche, politiche, morali o sindacali. Per questo abbiamo preferito non scrivere un articolo di ricordi o di ricostruzioni o di valutazioni, ma costruire un collage antologico di brani, di spezzoni, di documenti autentici. Forse c'è meno "letteratura" ma più verità, più atmosfera, più senso della storia. Una storia che è in atto. Dunque politica. Adolfo Scalpelli |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
![]() |