L'arte
di insorgere
(...) "Prima di tutto non si deve mai giocare con l'insurrezione,
se non si é decisi ad accettare tutte le conseguenze del proprio gioco.
L'insurrezione é un'equazione con grandezze molto indeterminate, il cui
valore può cambiare ogni giorno; le forze che si oppongono a voi hanno
tutti i vantaggi dell' organizzazione, della disciplina e dell'autorità
tradizionale (…). Una volta incominciata l'insurrezione, si deve agire
con la più grande decisione, passare all'offensiva".
Marx-Engels, Rivoluzione e controrivoluzione
in Germania.
Non
un minuto prima non un minuto dopo
L'insurrezione va preparata bene.. É qui che si comincia
a verificare, nonostante tentennamenti e veri e propri sabotaggi, la forza
dell'unita del Clnai (Comitato di liberazione nazionale Alta Italia) e
il peso che le sinistre sanno esercitare. Il 29 marzo il Clnai costituisce
per Milano un comitato esecutivo insurrezionale composto da Luigi Longo
(supplente Emilio Sereni) per il Pci, Sandro Pertini per il Psiup e Leo
Valiani (supplente Egidio Liberti) per il Partito d'Azione. I1 valore
della costituzione di questo comitato é essenzialmente politico. Come
politiche sono tutta una serie di direttive comunista. (...). Lo scatenamento
dell'insurrezione in questa o in quella località deve essere deciso in
rapporto allo sviluppo della situazione immediata, né troppo Presto, né
troppo tardi. I piani per ogni grande città, per ogni zona, sono pronti.
Paolo Spriano, Storia del Partito comunista
italiano, vol. V.
Resistenza
insurrezione vittoria
Senza una decisa volontà ed una adeguata preparazione l'insurrezione
non ci sarebbe stata o sarebbe finita in un'avventura disastrosa. Una
guerra di Liberazione che dopo essere stata condotta dalle forze popolari
durante venti mesi si fosse conclusa senza insurrezione o con una insurrezione
sconfitta sarebbe stata una Resistenza senza vittoria.
Pietro Secchia, Aldo dice: 26x1.
Il
modello Milano
In previsione dell'attacco finale tutti i comandi, dal più
centrale al più periferico, ebbero cura di compilare piani operativi -
di attacco e di difesa - conformemente alle direttive date dal Comando
generale fin dal giugno 1944. Tali piani in linea generale, prevedevano
una piena collaborazione tra le formazioni militari e le formazioni patriottiche
civili; e miravano a intensificare l'opera di disgregazione delle forze
nemiche, sia invitando alta diserzione e promettendo l'impunita a chi
cedeva le armi, sia moltiplicando gli attacchi armati a reparti, centri
e sedi del nemico; ad appoggiare sempre più gagliardamente ogni forma
d'insurrezione popolare, scioperi, manifestazioni, comizi, assalti popolari
a depositi di viveri e munizioni; alla difesa del patrimonio industriale,
commerciale e artistico della nazione; alta elaborazione di misure per
il mantenimento dell'ordine; e, soprattutto, al coordinamento di tutte
le forme, di tutti i modi, di tutte le circostanze in cui si sarebbe svolto
l'attacco finale della partigianeria. Fin dal febbraio il Comando piazza
milanese aveva approvato il piano insurrezionale per la città di Milano,
che può considerarsi un modello del genere: sia per l'accuratezza della
sua compilazione, sia per l'esattezza quasi profetica delle sue previsioni.
Era preceduto da una "premessa" in cui si fissava tutta una serie di punti.
Luigi Longo, Un popolo alla macchia.
Quando
deve insorgere una città
Momento dell'azione. Il definirlo é pretta azione di comando.
Esso é in relazione: - alla situazione strategica in atto; - alle forze
disponibili. La situazione strategica più attendibile nella quale verrà,
presumibilmente, a inquadrarsi l'azione insurrezionale di Milano può così
concretarsi: - piena riuscita dell'azione offensiva delle Armate Alleate
sul fronte appenninico, con conseguente invasione della pianura padana
da sud verso nord; - ripiegamento, presumibilmente ordinato, delle forze
tedesche dall'arco Genova-Rimini in direzione nord-nord-est sfruttando
l'intero fascio delle comunicazioni principali e secondarie; - ripiegamento
delle forze nazifasciste dalla frontiera alpina in direzione est-nord-est,
svolto presumibilmente con celerità, allo scopo di sottrarsi ai prevedibili
attacchi sui fianchi e all'accerchiamento da parte delle formazioni patriottiche
e forse anche delle truppe alleate. Per la sua posizione Milano: - resta
fuori dall'insieme delle grandi direttrici di ripiegamento che da sud
verso nord adducono alla frontiera italo-tedesca; - é attraversata invece
dalle principali direttrici di ripiegamento da ovest verso est. Si può
quindi prevedere: - da parte alleata: il tentativo di attraversare celermente
la pianura padana sia verso nord, sia diagonalmente in direzione di Milano,
Ticino, Lago Maggiore; - da parte tedesca: la costituzione di forti blocchi
di retroguardia sul Po' e più a nord (Pavia e Lodi per quanto riguarda
Milano) e sul Ticino, con compito di resistenza fino ad avvenuto deflusso
delle forze nazifasciste provenienti dalla frontiera francese. Da quanto
precede si può dedurre che il piano insurrezionale per la liberazione
di Milano potrà avere le maggiori probabilità di riuscita se esso verrà
attuato, nella sua fase intensa, solo quando le truppe alleate avranno
saldamente occupato Pavia e Lodi e puntino decise su Milano.
Comando piazza di Milano, Piano per l'insurrezione
della città di Milano, Premessa.
Progetti
per difendere le centrali elettriche
Durante la loro ritirata i Tedeschi hanno spietatamente
e radicalmente distrutto tutti gli impianti di produzione, trasformazione
e trasporto dell'energia elettrica (...) il Quartier generale alleato
nei suoi appelli ha ripetutamente richiamato l'attenzione, sulla necessità
di salvaguardare gli impianti dei servizi pubblici -acqua, gas, tram e
trasporta in generale, telefoni - e in particolare gli impianti elettrici,
assegnando questo compito, considerato di primaria importanza, alle formazioni
partigiane. (...). I Comandi regionali procurandosi la collaborazione
di tecnici della partita, individuino i gruppi di impianti produttori
idroelettrici (serbatoi, condotte forzate, centrali); i singoli impianti
di media o grande potenza, sia connessi con la rete a servizio pubblico
sia destinati all'alimentazione di stabilimenti industriali (...). Si
elabori per ogni impianto o gruppo di impianti un progettino operativo
che preveda collocazione delle armi, tempi e modalità dell'operazione,
servizi d'informazione e vigilanza.
Comando generale del Corpo volontari della libertà,
Istruzioni per la salvezza degli impianti elettrici.
Gli
impianti: salvarli!
Per gli Alleati era essenziale che la grande industria
del Nord mantenesse ad ogni costo un minimo di efficienza tecnica e salvasse
i suoi impianti contro i tentativi nazisti di asportazione, in previsione
di una ritirata dei Tedeschi - per un'estrema difesa militare - al di
là dell'Adige. Attrezzature, maestranze e materiali sarebbero cosa passati
all'occorrenza nella "riserva industriale delle forze angloamericane (...)
E si agitava pure, in termini altrettanto stringenti, il problema della
sorte degli impianti idroelettrici industriali a ridosso del confine Italo-francese.
Valerio Castronovo, La storia economica in Storia
d'Italia, Einaudi, vol. 4°.
Operai
armati proteggono le officine
Dura fu la fotta per la difesa delle Ferriere, della Grandi
Motori, della Lancia e della sottostazione di Stura, i cui impianti corsero
grave pericolo di essere distrutti dal nemico. Al Martinetto un abile
stratagemma (ossia la presenza di due uomini della 32. brigata Sap travestiti
da poliziotti) permise di salvare il preziosissimo impianto. Alla Lancia
ebbero effetto le rudimentali bombe anticarro abilmente maneggiate dai
gappisti. Alla cabina di Stura le squadre Sap della regione Barca, insieme
a reparti della divisione "C", si difesero strenuamente contro attacchi
nemici, riconquistando la posizione dopo esserne stati scacciati. (...).
Per gli impianti della Cogne di Aosta erano state predisposte varie difese
passive, ma ciò che contribuì maggiormente a salvaguardarli dalla distruzione
fu l'intervento di un gran numero di operai armati costituenti la Sap
interna che fece desistere ben presto il nemico in ritirata da ogni tentativo
di distruzione.
Sergio Bellone, La salvezza degli impianti industriali,
"Rinascita", 25 Aprile 1945.
Il
generale si arrende all'operaio
In Genova, il giorno 25 aprile 1945, alle ore 19,30; tra
il sig. Generale Meinhold, quale Comandante delle Forze armate germaniche
del Settore Meinhold, assistito dal cap. Asmus, Capo di stato maggiore
da una parte; il Presidente del Comitato di liberazione nazionale per
la Liguria, sig. Remo Scappini, assistito dall'avv. Errico Martino e dott.
Giovanni Savoretti, membri del Comitato di liberazione nazionale per la
Liguria e dal Maggiore Mauro Aloni, Comandante della Piazza di Genova,
dall'altra; é stato convenuto: 1° Tutte le forze armate germaniche di
terra e di mare alle dipendenze del sig. Generale Meinhold si arrendono
alle Forze armate del Corpo volontario della libertà alle dipendenze del
Comando militare per la Liguria. 2° La resa avviene mediante presentazione
ai reparti partigiani più vicini con le consuete modalità e in primo luogo
con la consegna delle armi (... ).
Atto di resa delle forze tedesche a Genova
L'insurrezione
é cominciata
La proclamazione dell'insurrezione milanese é approvata
dal Clnai all'unanimità. La mettiamo per iscritto e Cecconi porta l'ordine
al caffè Bellotti di via Vittor Pisani ove attende Lombardi con uno stuolo
di corrieri. Nella prima mattinata, Lombardi ha già predisposto con Liberti,
e col colonnello Malgeri, nostro valoroso collaboratore da tempo, il sollevamento
delle Guardie di finanza, che deve avere inizio dopo il calar del sole
e portare all'occupazione e alla tutela di tutti gli uffici pubblici.
Redigiamo il decreto dell'assunzione di tutti i poteri da parte del Clnai
e del Cln regionale, provinciali, cittadini. (...). I primi gruppi di
operai armati escono dagli stabilimenti e occupano le vie periferiche
(...) Longo osserva che questa (l'insurrezione nazionale) é in sviluppo,
in ogni modo. Al comando generale risulta che la "Moscatelli" é in moto
nella Val Sesia e marcerà su Milano, al pari delle bande dell'Oltrepo
pavese. L'insurrezione è già incominciata in quasi tutte le città della
Lombardia, Torino insorgerà all'una di notte e su quella città si rovesceranno
le grandi divisioni partigiane di tutto il Piemonte.
Leo Valiani, Tutte le strade portano a Roma.
Senza
pietà contro chi resiste
Il nemico é in crisi finale. I capi tedeschi e i dirigenti
fascisti sono in fuga. L'ora della liberazione di Torino é suonata. Questo
comando ordina l'immediata generale mobilitazione di tutti i Gap e Sap.
Con audacia e decisione si deve passare immediatamente all'occupazione
dei settori secondo i piani stabiliti (...) Ricordiamo che é compito nostro:
1° difendere gli impianti industriali, le opere d'arte ferroviaria, i
ponti, i servizi pubblici. 2° disturbare al massimo il ripiegamento delle
forze tedesche, disarmare quanti nemici sarà possibile, se si arrendono,
eliminare senza pietà quelli che offrono resistenza. 3° reprimere con
forza e decisione ogni forma di delinquenza comune, in modo che la liberazione
di Torino avvenga in quell'atmosfera di disciplina operaia, patriottica
che le é propria. Il comandante di Piazza - Ferri.
Comando Piazza di Torino, Ordine di mobilitazione.
In
nome del popolo italiano
Il Clnai dichiara che la fucilazione di Mussolini e dei
suoi complici, da esso ordinata, é la conclusione necessaria di una fase
storica che lascia il nostro paese ancora coperto di macerie materiali
e morali; é la conclusione di una lotta insurrezionale che segna per la
patria la premessa della rinascita e delta ricostruzione. I1 popolo italiano
non potrebbe iniziare una vita libera e normale - che per vent'anni il
fascismo gli ha negato - se il Clnai non avesse tempestivamente dimostrato
la sua ferrea decisione di saper far suo un giudizio già pronunciato dalla
storia. Solo a prezzo di questo taglio netto con un passato di vergogna
e di delitti il popolo italiano poteva avere l'assicurazione che il Clnai
é deciso a proseguire con fermezza il rinnovamento democratico del paese.
Solo a questo prezzo la necessaria epurazione dei residui fascisti può
e deve avvenire con la conclusione della fase insurrezionale nelle forme
della più stretta legalità. Dell'esplosione di odio popolare che é trascesa
in questa unica occasione ad eccessi comprensibili soltanto nel clima
voluto e creato da Mussolini, il fascismo stesso é l'unico responsabile.
I1 Clnai, come ha saputo condurre l'insurrezione, mirabile per disciplina
democratica, trasfondendo in tutti gli insorti il senso della responsabilità
di questa grande ora storica, e come ha saputo fare, senza esitazioni,
giustizia dei responsabili della rovina della patria, intende che nella
nuova epoca che si apre al libero popolo italiano tali eccessi non debbano
più ripetersi. Nulla potrebbe giustificarli nel nuovo clima di libertà
e di stretta legalità democratica che il Clnai é deciso a ristabilire,
conclusa ormai la lotta insurrezionale.
Clnai, Dichiarazione sulla fucilazione
di Mussolini e dei suoi complici, 29 aprile 1945.
Funziona
Radio Milano Libertà
Al pomeriggio (del 25 aprile), attraverso episodi di lotta
di ogni genere, le fabbriche erano tutte in mano agli insorti. Alla Pirelli
gli operai catturavano il presidio tedesco, e resistevano al ritorno offensivo
del nemico che cercava di riaprirsi la via a cannonate. La difesa della
Breda fu ancora più dura, ma il nemico non riuscì a stroncarla: gli operai
resistettero. Nella notte, una colonna tedesca di automezzi e carri armati
fu attaccata e sbaragliata alle porte di Milano. La prefettura, la stazione
radio e numerosi altri edifici pubblici cadevano la stessa notte in mano
agli insorti. All'alba del 26 lunghe colonne di autocarri , con a bordo
truppe fasciste e tedesche, uscivano da Milano, inseguite dai partigiani.
La Pirelli veniva definitivamente conquistata. Alle 8 la radio fascista
taceva per sempre. A mezzogiorno, avevano inizio le regolari trasmissioni
di "Radio Milano Libertà".
Luigi Longo, Un popolo alla macchia.
C'é
un nuovo governo
Il CLNAI, delegato del solo Governo legale italiano, in
nome del popolo e dei volontari della libertà assume tutti i poteri di
amministrazione e di governo per la continuazione della guerra di liberazione
al fianco delle Nazioni Unite, per l'eliminazione degli ultimi resti del
fascismo e per la tutela dei diritti democratici. Gli italiani devono
dargli il pieno appoggio. Tutti i fascisti devono fare atto di resa alle
autorità del CLN e consegnare le armi. Coloro che resisteranno saranno
trattati come nemici della patria e come tali sterminati. Dal Palazzo
della Prefettura, il 26 aprile 1945. Firmato: Luigi Longo ed Emilio Sereni
(Pci), Ferruccio Parri e Leo Valiani (PdA), Achille Marazza e Augusto
De Gasperi (De), Giustino Arpesani e Filippo Jacini (PLI), Rodolfo Morandi
e Sandro Pertini (Psiup).
Clnai, Proclama per l'assunzione dei poteri di
amministrazione e di governo.
Risorgeva
Milano
Voglio dire al popolo di Milano che sono orgoglioso di essere
il primo Sindaco del libero Comune dopo la lunga teoria degli amministratori
comandati. Orgoglioso e pieno di trepidazione ma anche di fiducia. (...).
La liberazione ha sollevato il nostro spirito da una umiliazione che il
lungo tempo aveva reso più amara, ma ci ha imposto il peso di tremendi
impegni. Tutto é da rifare, ricostruire, consacrare.
Antonio Greppi, Messaggio ai milanesi.
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