la memoria | i processi ai criminali nazisti |
La
sentenza
di rinvio a giudizio a carico di Michail Seifert, la "belva" di Bolzano |
![]() Michail (Micha) Seifert nel 1944 |
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Ricordato
dai superstiti come "la belva" per l'efferatezza delle violenze
perpetrate nel lager di Bolzano, Michail
Seifert, detto "Micha", ex graduato delle SS nato a Landau
(Ucraina) il 16 marzo 1924 e attualmente residente a Vancouver (Canada)
5471 Commercial Street, nel luglio 1999 è stato rintracciato dall'Interpol
e rinviato a giudizio su richiesta della procura militare di Verona. In
attesa della pubblicazione della sentenza di condanna, suffragata dalle
schiaccianti testimonianze dei superstiti, riproduciamo i passi salienti
della sentenza di rinvio a giudizio: "imputato
del reato di Concorso in violenza con omicidio contro privati nemici,
aggravata e continuata (articoli 81 co. 2, 110, 575, 577 n. 3 e 4, 61
n. 4 Codice penale; 13 e 185 Codice penale militare di guerra), perché
durante lo stato di guerra tra l'Italia e la Germania, prestando servizio
nelle forze armate tedesche, nemiche dello Stato italiano, con il grado
di Gefreiter (o Rottenführer) delle SS, equivalente a quello di caporale
e svolgendo in particolare le funzioni di addetto alla vigilanza del campo
di concentramento di transito (Polizeiliches Durchgangslager) istituito
dalle autorità militari tedesche in Bolzano, in un periodo compreso
tra il dicembre 1944 e il mese di aprile del 1945, agendo da solo e talvolta
in concorso con altri militari appartenenti alle SS, in particolare con
il concorso materiale di un altro ucraino rimasto identificato solo con
le generalità di Otto Sein, ovvero su prescrizione o con l'acquiescenza
del soprintendente alle celle Albino Cologna, con più azioni esecutive
di un medesimo disegno criminoso, senza necessità e senza giustificato
motivo, per cause non estranee alla guerra, cagionava la morte di numerose
persone (almeno diciotto) che non prendevano parte alle operazioni militari
e si trovavano prigioniere nel menzionato campo di concentramento, adoperando
sevizie nei loro confronti ed agendo con crudeltà e premeditazione". 2. in un giorno imprecisato ma comunque compreso fra l'8 gennaio e la fine di aprile 1945, nelle celle d'isolamento del lager, in concorso con il Sein uccideva una giovane prigioniera ebrea non identificata infierendo sul suo corpo con colli di bottiglie spezzati; 3. in un giorno imprecisato verso la fine del mese di gennaio 1945, nella cella d'isolamento posta di fronte a quella contraddistinta dal numero 29, su ordine del Cologna e in concorso con il Sein uccideva una prigioniera di 17 anni, dopo averla torturata per cinque giorni con continue bastonature e versandole addosso secchi d'acqua gelida; |
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![]() Interno del blocco celle d'isolamento |
4.
in un giorno imprecisato ma comunque compreso fra il 20 gennaio ed il 25
marzo 1945, nelle celle d'isolamento del lager, in concorso con il Sein
e il Cologna, uccideva un prigioniero non identificato che, scoperto a sottrarre
generi alimentari e di conforto da un magazzino, era stato ristretto in
cella, lasciandolo senza cibo per tre giorni e bastonandolo fino a cagionarne
la morte; |
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5. in un giorno imprecisato ma comunque compreso fra il 20 gennaio
ed il 25 marzo 1945, nelle celle d'isolamento del lager, in concorso con
il Sein, uccideva un prigioniero ebreo di circa 15 anni rimasto non identificato,
lasciandolo morire di fame; 7. nella notte tra il 31 marzo (sabato santo) e il primo aprile (Pasqua) 1945, in concorso con il Sein, nelle celle di isolamento del lager, dopo aver inflitto violente bastonature al giovane prigioniero Pezzutti Bartolo, lo uccideva squarciandogli il ventre con un oggetto tagliente; 8. nel marzo 1945, in concorso con Sein, Cologna ed altri militari tedeschi non identificati, sul piazzale del lager uccideva con pugni e calci un prigioniero che aveva tentato la fuga; 9. fra la fine di marzo e l'inizio di aprile 1945, sul piazzale del lager, in concorso con Sein e Cologna, colpiva con calci due internati non identificati e poi li finiva con colpi di arma da fuoco; 10. fra la fine di marzo e l'inizio di aprile 1945, nelle celle di isolamento del lager, in concorso con il Sein, uccideva un giovane prigioniero non identificato massacrandolo e poi ne introduceva il cadavere nella cella completamente buia nella quale era ristretta una internata la quale decedeva di lì a poco; 11. fra la fine di gennaio e il mese di febbraio 1945, nelle celle di isolamento del lager, in concorso con il Sein, torturava lungamente un giovane prigioniero non identificato anche con l'infilargli le dita negli occhi, cagionandone la morte; 12. fra il 1° e il 15 febbraio 1945, nelle celle di isolamento del lager, in concorso con il Sein, uccideva la prigioniera Leoni Giulia in Voghera, ebrea e la figlia di costei Voghera Augusta in Menasse, torturandole per circa due ore, versando loro addosso acqua gelida e infine strangolandole; 13. il 1° aprile 1945 (giorno di Pasqua), nelle celle d'isolamento del lager, in concorso con il Sein, uccideva un giovane prigioniero non identificato dopo averlo torturato per circa 4 ore; 14. in un giorno imprecisato dei mesi di febbraio o marzo 1945, nei locali dell'infermeria del lager, in concorso con il Sein, picchiava con un manganello un giovane italiano rimasto non identificato fino a fargli perdere coscienza e lo lasciava nell'infermeria dove il giovane decedeva per le ferite riportate; 15. in un giorno imprecisato del dicembre 1944, e comunque poco prima del giorno 25, su ordine del responsabile della disciplina maresciallo Hans Haage e agendo in concorso materiale con il Sein, sul piazzale del lager, dopo aver legato alla recinzione del campo un prigioniero che aveva tentato la fuga, alla presenza di tutti gli altri prigionieri fatti appositamente schierare a titolo di ammonizione, lo colpiva selvaggiamente e lo lasciava legato alla recinzione, cagionandone la morte che sopraggiungeva entro la mattina del giorno successivo". |