sabato
28 aprile 1945
il Monte Rosa
è sceso a Milano
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Scorcio del quotidiano
del Partito d'azione del giorno
28 aprile 1945 (emeroteca ISEC).
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- zona
Ticinese.
Entrano in città gli altri seicento partigiani della divisione Gramsci
provenienti dall'Oltrepo pavese. Spartorie contro cecchini fascisti
in via Gian Galeazzo e in corso San Gottardo.
- zona
Lambrate-città Studi. Nel corso della mattina i tedeschi asserragliati
nella Casa dello studente in viale Romagna e i fascisti nel palazzo
dell'aeronautica in piazza Italo Balbo si arrendono ai partigiani dell'Oltrepo.
- via
Silvio Pellico. Le SS sono ancora trincerate all'hôtel Regina, intenzionate
a cedere le armi solo se garantite dalla presenza delle truppe alleate.
La versione ufficiale della Resistenza sarà che, avendo già il
controllo della città e nell'intento di evitare un ulteriore spargimento
di sangue partigiano e distruzioni agli edifici, il Comando generale
del Cvl ordina di non attaccare l'albergo che viene soltanto circondato.
In realtà il colonnello Walter Rauff, comandante la Sicherheitspolizei-SD
dell'Italia nordoccidentale, in cambio della parte da lui svolta nelle
trattative segrete di resa da tempo avviate con gli alleati, ha ottenuto
l'incolumità per sè e per i suoi. Graziani viene trasferito
al Grand Hotel e de Milan. Il capitano americano Daddario continua le
trattative con Rauff.
- zona
Garibaldi. Un drappello di partigiani e di finanzieri comandati
dal comunista Vittorio Morbio recupera merce rubata alla ditta Gondrand
di via Pontaccio. Il valore supera i 300 milioni. La Gondrand offre
50000 lire da destinarsi parte ai partigiani che hanno condotto l'operazione,
parte ai fondi che si stanno raccogliendo per erigere un monumento ai
martiri di piazzale Loreto.
- ore
13:00, zona Sempione. Guidate da Vincenzo Moscatelli (il leggendario
Cino), entrano in Milano le brigate valsesiane (le cui avanguardia hanno
però già raggiunto il capoluogo lombardo nel pomeriggio del giorno precedente).
Sono in ritardo ma hanno dovuto aprirsi la strada combattendo contro
forti colonne tedesche. Accolte in viale Certosa da Longo, Secchia,
commissario politico delle Garibaldi, Vergani e Vaia, marciano precedute
da sette carri armati conquistati al nemico. Sopra di loro vola anche
un ricognitore, catturato ai tedeschi, sotto le cui ali è scritto «Valsesia»
e che successivamente lancerà manifestini con il saluto dei garibaldini
valsesiani ai milanesi. Da corso Sempione la colonna prosegue per via
Farini, via Stelvio, la stazione Centrale, viale Brianza.
- ore
15:00, zona Lambrate. Dopo due giorni di sparatorie i tedeschi asserragliati
nel Collegio dei Martinitt in via Pitteri accettano di arrendersi e
dichiarano che si consegneranno ai partigiani alle ore 18:00. I 125
prigionieri verranno provvisoriamente avviati al deposito tramviario
di via Leoncavallo.
- ore
15:00 circa, piazzale Loreto. La colonna sosta brevemente
sul luogo dell'eccidio nazifascista. Dall'albergo Titanus (angolo via
Porpora-viale Abruzzi) cecchini sparano sull'ultimo camion della colonna.
Vengono snidati in pochi minuti. La colonna riprende per corso Buenos
Aires e corso Venezia fino in piazza Duomo, dove il colonnello Delle
Torri, Cino Moscatelli, il cappellano partigiano don Sisto Bighiani,
commissario della brigata Garibaldi Osella, e Luigi Longo parlano a
una immensa folla. Milano è nelle strade.
29 aprile
1945. l'Unità annuncia l'esecuzione di
Mussolini e dei suoi gerarchi (emeroteca ISEC)
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- ore
16:10, Giulino di Mezzegra (Como):
per ordine del Comando generale del Corpo volontari della libertà,
in esecuzione al decreto di condanna a morte emesso dal Comitato
di liberazione nazionale dell' Alta Italia in nome del popolo
italiano, viene
giustiziato Benito Mussolini.
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- pomeriggio,
Sesto San Giovanni.
Grande folla al comizio democristiano davanti alla chiesa di San Clemente.
Contemporaneamente il Pci tiene 16 comizi negli stabilimenti industriali
sestesi. Viene radiofonicamente trasmesso il discorso di saluto ai milanesi
tenuto dal comunista Emilio Sereni, presidente del Comitato di liberazione
nazionale della Lombardia.
- piazza
Quindici martiri (ora piazzale Loreto). Manifestazione di donne.
- ore
22:10, via Fabio Filzi. Walter Audisio (il colonnello «Valerio »)
e i suoi uomini, di ritorno da Dongo, dove hanno eseguito la sentenza
di morte del Clnai contro Mussolini e gli altri gerarchi fascisti, vengono
fermati a un posto di blocco da sappisti della Pirelli Brusada, appartenenti
alla 110ª brigata Garibaldi Sap, che vogliono ispezionare l'autofurgone
che trasporta i cadaveri del duce e degli altri giustiziati. Al rifiuto
di Valerio seguono momenti di estrema tensione che si risolveranno solo
dopo l'intervento del Comando generale.
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