comunità e lavoro


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Franco F.

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Riflessioni su Prima lettera ai Tessalonicesi

La Chiesa
Se pensiamo alle prime comunità, descritte dagli Atti, sembra impossibile riviverle, soprattutto nella condivisione dei beni. Forse allora era più facile perché erano in pochi, poveri, perseguitati e con lo Spirito che spingeva!
Io vivo la comunità come accoglienza ed apertura agli altri e con la partecipazione ad iniziative assieme. Vale per Comunità e Lavoro, per il Gruppo di San Donato e per Quintosole.

Fede, speranza, carità
Mi sembra che le tre virtù si possano vivere personalmente in qualsiasi ambiente; sarebbe certo più facile se il credo fosse condiviso e vissuto assieme, però le prime comunità sono riuscite a viverle in un mondo ostile ed a vincere l'ostilità.
Oggi nessuno ci perseguita, ma si accorge che siamo cristiani, che viviamo fede, speranza e carità?

Vangelo, potenza di Dio
Sono certo che il vangelo abbia la forza di cambiare le persone ed i rapporti fra le persone.
L'annuncio dovrebbe essere la conseguenza del comportamento, come risposta alla domanda: perché ti comporti così? (a me non l'ha mai chiesto nessuno!).
Credo comunque anche che chi fa qualcosa è Dio, noi siamo servi inutili.

La tribolazione
Mi sta andando tutto bene. Di tribolazioni ne ho avute poche; soprattutto non no ho avute per il fatto di essere cristiano. Mi riesce difficile pensare che nella nostra società uno possa essere perseguitato perché aderisce a Cristo, ossia perché ama il prossimo e ricambia il male con il bene. Capisco il male fatto dagli uomini, che Cristo ha subito e ci chiede di accettare e credo che accettandolo e ricambiando con il bene il Regno di Diò di stabilirà.
Ma il male non viene solo dagli uomini.
Quando penso alla tribolazione, penso soprattutto alle malattie inguaribili, ai disastri naturali: di questo male non sono ancora riuscito a assimilare una ragione cristiana.

Abbiamo un'idea del senso cristiano del lavoro, del senso positivo che il cristianesimo attribuisce al lavoro?
Penso che il lavoro permetta di esprimere te stesso: qualsiasi lavori tu faccia (casalinga, spazzino, imprenditore) devi dare il meglio di te perché è espressione di te. Non posso credere che faccia senza impegno il tuo lavoro e poi faccia bene il marito. Questo vale anche se non sei cristiano.
Se sei cristiano ci metti anche l'attenzione ai colleghi e uno spirito di servizio che probabilmente non avresti.

La santità
Il desiderio è di fare progressi verso la santità. L'esperienza è di fare passi avanti e passi indietro.
La cosa forse più difficile per me è lasciar fare al Signore. Concretamente vivo come se tutto dipendesse da me.
Però è anche bello saper di dover fare tanta strada: se uno è già al top, come fa a migliorare?


10 novembre 2009


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