Azione Cattolica Milano Settore Adulti
PERCORSO CULTURALE 2005

Milano, 19 gennaio 2005
 


IN QUESTO MONDO E’ POSSIBILE
Le tasse e i fondi pensioni come luoghi di democrazia economica

332 La dimensione morale dell’economia fa cogliere come finalità inscindibili, anziché separate e alternative, l’efficienza economica e la promozione di uno sviluppo solidale dell’umanità.
La morale, costitutiva della vita economica, non è né oppositiva, né neutrale: se ispirata alla giustizia e alla solidarietà, costituisce un fattore di efficienza sociale della stessa economia.
333 Per assumere un profilo morale, l’attività economica deve avere come soggetti tutti gli uomini e tutti i popoli.
Tutti hanno il diritto di partecipare alla vita economica e il dovere di contribuire, secondo le proprie capacità, al progresso dell’intero paese e dell’intera famiglia umana.

(da Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace,
Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, cap. 7 La Vita Economica)

Premessa

Di nuovo un percorso culturale, non solo perché “squadra vincente non si cambia”, ma anche perché si sta sviluppando tra noi un linguaggio sempre più adeguato e coraggioso per parlare della nostra vita, proprio negli aspetti che ci sembrano più oscuri, più impervi o, al contrario, in quelli così naturali e quotidiani da non sembrare meritevoli di riflessione.
Dopo una chiacchierata molto proficua nell’ambito della commissione diocesana con la dott.ssa Giovanzana, direttrice di Altraeconomia, e l’illuminante introduzione nel corso della due-giorni di Levo del dott. Berrini, formatore su temi economici in ambito sindacale, ci sentiamo di delineare una prima ipotesi di percorso per arrivare all’incontro culturale del 6 maggio 2005.
A differenza di altre tematiche quella economica richiede uno sforzo previo per raggiungere un linguaggio comune, per “alfabetizzarci” sugli aspetti fondamentali che permettono di affrontare la questione.
Ci accorgiamo di quanto le problematiche di taglio economico rischino in noi un “effetto spiazzamento” per cui ci domandiamo se potremo mai incidere con il nostro piccolo borsellino sul “grande fratello” della finanza e se le nostre quotidiane scelte orientano davvero verso la giustizia il mondo che viviamo o se sono piuttosto un ingenuo tentativo di svuotare il mare con il secchiello. L’unico modo per superare questa sensazione di paralisi è quello di aggredire una questione concreta e di approfondirla, non trascurando mai i nodi di fondo ogni volta che la ricerca culturale comune apre nuove domande.

Nodi di fondo

Come già proposto nella due-giorni di Levo, benché il percorso culturale abbia una sua autonomia e si presti come proposta da rivolgere anche a chi di fede non intende trattare, è significativo inserire una riflessione sul denaro nella più ampia riflessione sulla gratuità dell’agire cristiano che stiamo compiendo in cammino con tutto il Settore. Non è per noi possibile addentrarci nel tema economico senza interrogare la nostra fede in proposito e senza confrontarci con il messaggio evangelico che non ci invita al pauperismo, ma all’assunzione del ruolo di amministratori piuttosto che di proprietari dei beni. Occorre che queste riflessioni possano fluire nelle menti dei membri della commissione, dei responsabili di gruppo, di tutti coloro che si pongono da credenti in questa ricerca: non è necessario che vengano continuamente esplicitati. Un valore del percorso culturale per la nostra Associazione deve infatti risiedere nella possibilità di creare uno spazio di libertà, connotato, ma fruibile liberamente anche da coloro che non condividono la fede.

Oggi più che mai la questione economica è attraversata dalla più radicale scelta democratica, intesa come garanzia per tutti dei diritti di cittadinanza.
Ci scontriamo tuttavia con il paradosso di essere tutti mediamente poco ferrati sui temi di base di una materia che dovrebbe costituire il nostro patrimonio di conoscenze fondamentali oggi per compiere realmente scelte sensate e libere dentro la collettività. Un esempio eclatante: i più pensano che diminuzione delle tasse sempre coincida con miglioramento dell’equilibrio economico, ma pochi sanno pensare che alla riduzione delle tasse corrisponda una drastica riduzione della garanzia dei diritti alla salute, all’istruzione, alla sicurezza per tutte le “persone fragili” e comunque per tutti i cittadini “quando sono più fragili”. E’ in gioco la delicata vicenda dello stato sociale.

Ci preme poter contestualizzare le nostre ipotesi in questo mondo e non in un altro mondo, come se per avere giustizia ed equità noi potessimo solo sperare di essere nati in un altro pianeta, in un altro tempo, in un’altra storia. Proviamo a lasciarci provocare dalle contraddizioni che la vita personale, civile, sociale ci presenta oggi, cercando modi possibili per vivere nella pace, nella democrazia, nella giustizia. Questo ci chiederà di porre attenzione al linguaggio che utilizziamo quando definiamo i nostri desideri e obiettivi.

Il tema

Se è vero che siamo alla ricerca di nuove forme per sopperire alla mancanza di “mediazione regolativa” in campo economico, molte scelte individuali e collettive possono essere poste nelle modalità di controllo e di utilizzo dei risparmi e sul significato che siamo in grado di dare ai soldi che consegniamo allo stato allo scopo di costruire possibilità e risorse per tutta la collettività.
Riflettere sui fondi pensioni e sulle tasse può essere utile e stimolante per varie ragioni:
• poniamo l’accento su temi delicati come la previdenza e lo stato sociale e quindi il nostro atteggiamento verso il futuro e la nostra capacità oggi di stare con responsabilità nel mondo che viviamo;
• riflettiamo su punti dolenti, oggetto di discussione del dibattito politico attuale, nel quale anche noi rischiamo di venire abbagliati da letture sommarie della situazione e di non decidere con libertà quando si tratta di farlo;
• ragioniamo sulla gestione dei nostri soldi, sulle prospettive dei figli, sulla capacità di intervenire per il bene comune.

Nota metodologica

Ogni gruppo è invitato a programmare le date degli incontri e la scansione dei temi secondo le indicazioni di metodo e di contenuto già fornite per gli Adulti-Giovani e per l’intero Settore. Si invitano però i gruppi ad individuare un momento specifico, tra gennaio e marzo per “istruire la causa” sul tema economico proposto, secondo una scheda di lavoro che sarà fornita, per consentire almeno una condivisione in gruppo della questione.
Tutto il resto del lavoro di preparazione potrà essere svolto, attraverso materiali via via forniti attraverso la posta (elettronica e non), a livello personale.
Sarà tuttavia fondamentale che ad ogni incontro i membri del gruppo ricevano uno stimolo per compiere il lavoro personale di approfondimento.
Tappa irrinunciabile per tornare a parlarne collettivamente diventa quindi la due-giorni di aprile.

Tappe del percorso

Tappa zero
La due-giorni di Levo nella quale la riflessione del dott. Berrini ha consentito di individuare un aspetto concreto della questione economica sul quale puntare. Sono state prodotte due paginette di sintesi di tale relazione, disponibili in e-mail dopo il 19 di gennaio.

Prima tappa
Un incontro diocesano di condivisione del percorso con i responsabili dei gruppi previsto per il 19 gennaio alle 20.30 in Centro Diocesano. E’ questa l’occasione nella quale fare una ricognizione dei gruppi che stanno lavorando anche quest’anno, consentendo a ciascuno di scegliere liberamente se e come introdurre alcuni elementi di approfondimento e preparazione in vista dell’incontro culturale. Si costruirà insieme un’ipotesi sulla Due-Giorni di aprile e sull’incontro culturale di maggio.

Seconda tappa
Una scheda tematica per consentire ai gruppi di svolgere una serata di confronto, tra gennaio e marzo, che permetta di entrare nel tema e di aggiornare anche coloro che non erano presenti a Levo su alcuni contenuti emersi. La scheda è già stata prodotta ed è disponibile in e-mail, su richiesta, a partire dal 19 di gennaio.

Terza tappa
Due serate organizzate dalla commissione diocesana, aperte a tutti, nelle quali approfondire i temi della previdenza e delle condizioni economiche dello stato sociale con l’aiuto di esperti.

Ipotesi: 22 febbraio 2005 e 15 marzo 2005 alle 20.30 in via S.Antonio, 5 a Milano

L’obiettivo è quello di diffondere informazione e dibattito sulla democrazia economica, attraverso alcuni percorsi concreti e attuali che riguardano l’economia. Il dibattito vero e proprio sarà da incanalare verso la due-giorni. C’è l’ipotesi di contattare di nuovo il dott. Berrini per queste serate, oppure di chiedere a lui altri nomi significativi, capaci di esprimersi in modo didattico e chiaro.

Quarta tappa
Due-giorni di aprile. Si introduce con la presentazione delle sintesi dei lavori eventualmente fatti all’interno dei gruppi. Se i partecipanti sentono di aver ricevuto sufficiente infarinatura sulle tematiche economiche proposte, può essere l’occasione per confrontarsi e discutere in modo approfondito sulle posizioni socio-politiche diverse, ricordando che non si intende creare tecnici della materia, ma accompagnarci in un percorso di scoperta su cosa implichi essere cristiani nel mondo dell’economia. Non è escluso che si offra nel corso della due-giorni anche un approfondimento sulla dottrina sociale della Chiesa in materia di economia (don Eros Monti o un nome da lui indicato).

Quinta tappa
Incontro culturale del 6 maggio 2005. Lo scenario di fondo è la democrazia economica. Accenniamo ad alcuni nomi che sono emersi come possibili partecipanti alla tavola rotonda: Lorenzo Caselli (docente di economia), Riccardo Moro (economista che ha riflettuto sulla riduzione del debito ai Paesi in via di sviluppo), Luigi Campiglio (docente, economista), Savino Pezzotta (espressione del sindacato), don Eros Monti (teologo moralista), Edo Patriarca (portavoce del forum permanente del Terzo Settore). Si immagina di sottoporre un documento ad alcuni di questi esperti, o almeno degli interrogativi, su cosa possa significare la realizzazione oggi della democrazia economica nella nostra società civile.
Ad esempio: al teologo chiediamo quali sono i punti irrinunciabili di una visione cristiana dell’economia, all’esperto del terzo settore qual è il reale contributo dei corpi intermedi ecc… Ci preme che sia un’occasione per aiutarci a maturare coscienza politica in senso lato, senza retorica, senza concedersi a concetti troppo aulici e scontati, senza però assumere come associazione una posizione strettamente politica.

Gli obiettivi dell’intero percorso culturale possono essere così sintetizzati:
• offrire agli adulti alcuni strumenti precisi per interpretare la realtà e viverla pienamente (l’ignoranza su alcuni settori nevralgici del vivere non aiuta a sviluppare democrazia)
• consentire e favorire la maturazione di scelte personali concrete e significative (ci si può rendere responsabili della creazione di fondi-pensioni o occuparsi di microcredito o promuovere banca etica, o escogitare la creazione di un fondo di supporto per persone che devono metter su casa e non riescono ad accendere un mutuo…)
• sensibilizzare su alcuni nodi problematici, rivolgendosi all’intera comunità cristiana
• sollecitare un discernimento in vista di un agire politico cristiano anche nelle istituzioni

Scheda di lavoro

 
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