IN QUESTO MONDO E’ POSSIBILE
Le tasse e i fondi pensioni come luoghi di democrazia economica
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La dimensione morale dell’economia fa cogliere come finalità
inscindibili, anziché separate e alternative, l’efficienza
economica e la promozione di uno sviluppo solidale dell’umanità.
La morale, costitutiva della vita economica, non è né
oppositiva, né neutrale: se ispirata alla giustizia e alla
solidarietà, costituisce un fattore di efficienza sociale
della stessa economia.
333 Per assumere un profilo morale, l’attività economica
deve avere come soggetti tutti gli uomini e tutti i popoli.
Tutti hanno il diritto di partecipare alla vita economica e il dovere
di contribuire, secondo le proprie capacità, al progresso
dell’intero paese e dell’intera famiglia umana.
(da
Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace,
Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, cap. 7 La Vita Economica)
Premessa
Di
nuovo un percorso culturale, non solo perché “squadra
vincente non si cambia”, ma anche perché si sta sviluppando
tra noi un linguaggio sempre più adeguato e coraggioso per
parlare della nostra vita, proprio negli aspetti che ci sembrano
più oscuri, più impervi o, al contrario, in quelli
così naturali e quotidiani da non sembrare meritevoli di
riflessione.
Dopo una chiacchierata molto proficua nell’ambito della commissione
diocesana con la dott.ssa Giovanzana, direttrice di Altraeconomia,
e l’illuminante introduzione nel corso della due-giorni di
Levo del dott. Berrini, formatore su temi economici in ambito sindacale,
ci sentiamo di delineare una prima ipotesi di percorso per arrivare
all’incontro culturale del 6 maggio 2005.
A differenza di altre tematiche quella economica richiede uno sforzo
previo per raggiungere un linguaggio comune, per “alfabetizzarci”
sugli aspetti fondamentali che permettono di affrontare la questione.
Ci accorgiamo di quanto le problematiche di taglio economico rischino
in noi un “effetto spiazzamento” per cui ci domandiamo
se potremo mai incidere con il nostro piccolo borsellino sul “grande
fratello” della finanza e se le nostre quotidiane scelte orientano
davvero verso la giustizia il mondo che viviamo o se sono piuttosto
un ingenuo tentativo di svuotare il mare con il secchiello. L’unico
modo per superare questa sensazione di paralisi è quello
di aggredire una questione concreta e di approfondirla, non trascurando
mai i nodi di fondo ogni volta che la ricerca culturale comune apre
nuove domande.
Nodi
di fondo
Come
già proposto nella due-giorni di Levo, benché il percorso
culturale abbia una sua autonomia e si presti come proposta da rivolgere
anche a chi di fede non intende trattare, è significativo
inserire una riflessione sul denaro nella più ampia riflessione
sulla gratuità dell’agire cristiano che stiamo compiendo
in cammino con tutto il Settore. Non è per noi possibile
addentrarci nel tema economico senza interrogare la nostra fede
in proposito e senza confrontarci con il messaggio evangelico che
non ci invita al pauperismo, ma all’assunzione del ruolo di
amministratori piuttosto che di proprietari dei beni. Occorre che
queste riflessioni possano fluire nelle menti dei membri della commissione,
dei responsabili di gruppo, di tutti coloro che si pongono da credenti
in questa ricerca: non è necessario che vengano continuamente
esplicitati. Un valore del percorso culturale per la nostra Associazione
deve infatti risiedere nella possibilità di creare uno spazio
di libertà, connotato, ma fruibile liberamente anche da coloro
che non condividono la fede.
Oggi
più che mai la questione economica è attraversata
dalla più radicale scelta democratica, intesa come garanzia
per tutti dei diritti di cittadinanza.
Ci scontriamo tuttavia con il paradosso di essere tutti mediamente
poco ferrati sui temi di base di una materia che dovrebbe costituire
il nostro patrimonio di conoscenze fondamentali oggi per compiere
realmente scelte sensate e libere dentro la collettività.
Un esempio eclatante: i più pensano che diminuzione delle
tasse sempre coincida con miglioramento dell’equilibrio economico,
ma pochi sanno pensare che alla riduzione delle tasse corrisponda
una drastica riduzione della garanzia dei diritti alla salute, all’istruzione,
alla sicurezza per tutte le “persone fragili” e comunque
per tutti i cittadini “quando sono più fragili”.
E’ in gioco la delicata vicenda dello stato sociale.
Ci
preme poter contestualizzare le nostre ipotesi in questo mondo e
non in un altro mondo, come se per avere giustizia ed equità
noi potessimo solo sperare di essere nati in un altro pianeta, in
un altro tempo, in un’altra storia. Proviamo a lasciarci provocare
dalle contraddizioni che la vita personale, civile, sociale ci presenta
oggi, cercando modi possibili per vivere nella pace, nella democrazia,
nella giustizia. Questo ci chiederà di porre attenzione al
linguaggio che utilizziamo quando definiamo i nostri desideri e
obiettivi.
Il
tema
Se
è vero che siamo alla ricerca di nuove forme per sopperire
alla mancanza di “mediazione regolativa” in campo economico,
molte scelte individuali e collettive possono essere poste nelle
modalità di controllo e di utilizzo dei risparmi e sul significato
che siamo in grado di dare ai soldi che consegniamo allo stato allo
scopo di costruire possibilità e risorse per tutta la collettività.
Riflettere sui fondi pensioni e sulle tasse può essere utile
e stimolante per varie ragioni:
• poniamo l’accento su temi delicati come la previdenza
e lo stato sociale e quindi il nostro atteggiamento verso il futuro
e la nostra capacità oggi di stare con responsabilità
nel mondo che viviamo;
• riflettiamo su punti dolenti, oggetto di discussione del
dibattito politico attuale, nel quale anche noi rischiamo di venire
abbagliati da letture sommarie della situazione e di non decidere
con libertà quando si tratta di farlo;
• ragioniamo sulla gestione dei nostri soldi, sulle prospettive
dei figli, sulla capacità di intervenire per il bene comune.
Nota
metodologica
Ogni
gruppo è invitato a programmare le date degli incontri e
la scansione dei temi secondo le indicazioni di metodo e di contenuto
già fornite per gli Adulti-Giovani e per l’intero Settore.
Si invitano però i gruppi ad individuare un momento specifico,
tra gennaio e marzo per “istruire la causa” sul tema
economico proposto, secondo una scheda di lavoro che sarà
fornita, per consentire almeno una condivisione in gruppo della
questione.
Tutto il resto del lavoro di preparazione potrà essere svolto,
attraverso materiali via via forniti attraverso la posta (elettronica
e non), a livello personale.
Sarà tuttavia fondamentale che ad ogni incontro i membri
del gruppo ricevano uno stimolo per compiere il lavoro personale
di approfondimento.
Tappa irrinunciabile per tornare a parlarne collettivamente diventa
quindi la due-giorni di aprile.
Tappe
del percorso
Tappa
zero
La due-giorni di Levo nella quale la riflessione del dott. Berrini
ha consentito di individuare un aspetto concreto della questione
economica sul quale puntare. Sono state prodotte due paginette di
sintesi di tale relazione, disponibili in e-mail dopo il 19 di gennaio.
Prima
tappa
Un incontro diocesano di condivisione del percorso con i responsabili
dei gruppi previsto per il 19 gennaio alle 20.30 in Centro Diocesano.
E’ questa l’occasione nella quale fare una ricognizione
dei gruppi che stanno lavorando anche quest’anno, consentendo
a ciascuno di scegliere liberamente se e come introdurre alcuni
elementi di approfondimento e preparazione in vista dell’incontro
culturale. Si costruirà insieme un’ipotesi sulla Due-Giorni
di aprile e sull’incontro culturale di maggio.
Seconda
tappa
Una scheda tematica per consentire ai gruppi di svolgere una serata
di confronto, tra gennaio e marzo, che permetta di entrare nel tema
e di aggiornare anche coloro che non erano presenti a Levo su alcuni
contenuti emersi. La scheda è già stata prodotta ed
è disponibile in e-mail, su richiesta, a partire dal 19 di
gennaio.
Terza
tappa
Due serate organizzate dalla commissione diocesana, aperte a tutti,
nelle quali approfondire i temi della previdenza e delle condizioni
economiche dello stato sociale con l’aiuto di esperti.
Ipotesi:
22 febbraio 2005 e 15 marzo 2005
alle 20.30 in via S.Antonio, 5 a Milano
L’obiettivo
è quello di diffondere informazione e dibattito sulla democrazia
economica, attraverso alcuni percorsi concreti e attuali che riguardano
l’economia. Il dibattito vero e proprio sarà da incanalare
verso la due-giorni. C’è l’ipotesi di contattare
di nuovo il dott. Berrini per queste serate, oppure di chiedere
a lui altri nomi significativi, capaci di esprimersi in modo didattico
e chiaro.
Quarta
tappa
Due-giorni di aprile. Si introduce con la presentazione delle sintesi
dei lavori eventualmente fatti all’interno dei gruppi. Se
i partecipanti sentono di aver ricevuto sufficiente infarinatura
sulle tematiche economiche proposte, può essere l’occasione
per confrontarsi e discutere in modo approfondito sulle posizioni
socio-politiche diverse, ricordando che non si intende creare tecnici
della materia, ma accompagnarci in un percorso di scoperta su cosa
implichi essere cristiani nel mondo dell’economia. Non è
escluso che si offra nel corso della due-giorni anche un approfondimento
sulla dottrina sociale della Chiesa in materia di economia (don
Eros Monti o un nome da lui indicato).
Quinta
tappa
Incontro culturale del 6 maggio 2005. Lo scenario di fondo è
la democrazia economica. Accenniamo ad alcuni nomi che sono emersi
come possibili partecipanti alla tavola rotonda: Lorenzo Caselli
(docente di economia), Riccardo Moro (economista che ha riflettuto
sulla riduzione del debito ai Paesi in via di sviluppo), Luigi Campiglio
(docente, economista), Savino Pezzotta (espressione del sindacato),
don Eros Monti (teologo moralista), Edo Patriarca (portavoce del
forum permanente del Terzo Settore). Si immagina di sottoporre un
documento ad alcuni di questi esperti, o almeno degli interrogativi,
su cosa possa significare la realizzazione oggi della democrazia
economica nella nostra società civile.
Ad esempio: al teologo chiediamo quali sono i punti irrinunciabili
di una visione cristiana dell’economia, all’esperto
del terzo settore qual è il reale contributo dei corpi intermedi
ecc… Ci preme che sia un’occasione per aiutarci a maturare
coscienza politica in senso lato, senza retorica, senza concedersi
a concetti troppo aulici e scontati, senza però assumere
come associazione una posizione strettamente politica.
Gli
obiettivi dell’intero percorso culturale possono essere così
sintetizzati:
• offrire agli adulti alcuni strumenti precisi per interpretare
la realtà e viverla pienamente (l’ignoranza su alcuni
settori nevralgici del vivere non aiuta a sviluppare democrazia)
• consentire e favorire la maturazione di scelte personali
concrete e significative (ci si può rendere responsabili
della creazione di fondi-pensioni o occuparsi di microcredito o
promuovere banca etica, o escogitare la creazione di un fondo di
supporto per persone che devono metter su casa e non riescono ad
accendere un mutuo…)
• sensibilizzare su alcuni nodi problematici, rivolgendosi
all’intera comunità cristiana
• sollecitare un discernimento in vista di un agire politico
cristiano anche nelle istituzioni
Scheda
di lavoro
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