In sostanza i giovani si affiancano al tradizionale pellegrinaggio
e pur rispettandone tappe, tempi e modalità, organizzano pernottamenti
in ostelli o in piccole pensioni, riducendo sensibilmente i costi di
partecipazione.
Infatti per due anni di seguito, la cifra raggiunta è stata più
o meno di 300.000 lire.
Questo impegno ha permesso a numerosi giovani dell'hinterland milanese
di partecipare al viaggio: 16 l'anno scorso, ben 38 quest'anno. E già
si contano le prime prenotazioni per l'anno prossimo. E' un suggerimento
per tutte le sezioni Aned, affinché sempre più giovani
testimoni conoscano e approfondiscano il dramma della deportazione.
Come ha scritto Mario Taccioli nella sua lettera "Perché
un viaggio nei lager: ai giovani affidiamo questo immenso patrimonio
di dolore e gloria.
La Resistenza è rimasta incompiuta. I nostri morti attendono
ancora".
Quei gradini ad uno ad uno
Anche l'Aned di Sesto San Giovanni era presente nel corteo italiano
(da sempre il più numeroso) che ha sfilato alla manifestazione
internazionale di Mauthausen, ultima tappa del pellegrinaggio che la
sezione sestese promuove da anni e che prevede la visita ai campi di
Dachau, Gusen e al Castello di Harthein.
Hanno accompagnato il pellegrinaggio Ettore Zilli di Sesto S. Giovanni
(ex deportato di Dachau) e Angelo Signorelli di Monza (ex deportato
di Gusen). Al viaggio hanno inoltre partecipato rappresentanti del Comune
di Sesto (tra cui Roberto Pennasi, presidente del Consiglio comunale)
e delle associazioni combattentistiche.
Ad essi si sono aggiunti don Massimo Pavanello e, per la prima volta,
la compagnia teatrale "Macchia mediterranea", che in ogni
campo ha rappresentato stralci di uno spettacolo sulle tragedie del
nostro secolo.
Le loro recitazioni hanno commosso tutti gli spettatori, che a Dachau
- dopo la manifestazione nazionale - erano tantissimi. Sui due pullman
partiti da Sesto hanno viaggiato anche le rappresentanze dei Comuni
di Monza (guidata dal sindaco), di Cinisello e Muggiò, con i
gonfaloni. Che cosa dire di questo nuovo pellegrinaggio? Come raccontare
il calore umano, gli incontri commoventi, le terribili testimonianze?
Come descrivere la morte che si è "respirata"? Abbiamo
ascoltato le parole toccanti di Ettore Zilli, abbiamo percorso uno ad
uno i 186 gradini della scalinata della morte a Mauthausen e reso omaggio
ai monumenti eretti sulla collinetta del campo.
Abbiamo applaudito i popoli (come i kurdi) che ancora vivono lo sterminio
ed espresso la nostra solidarietà a tutte le popolazioni civili
coinvolte nel dramma dei Balcani. Non dimenticheremo.
Per portare avanti la testimonianza di un mondo di pace e uguaglianza.
Mario Pagani
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