Nazisti ed animali tra memoria e fiction

"Sopravvivere coi Lupi", di Misha Defonseca

Un libro che solleva molti interrogativi: Misha Defonseca: Sopravvivere coi Lupi, Ponte alle Grazie, 1998 (tradotto dall'americano).

E' la storia affascinante di una bambina ebrea di 7 anni - ne avrà 12 alla fine dell'avventura - che, alla ricerca dei genitori deportati, parte dal Belgio, attraversa Germania, Polonia, Ucraina e incontra e familiarizza coi i lupi.
Vuole significare che é impossibile con i nazisti ciò che é invece possibile con gli animali, mille volte migliori dei nazisti. E' una storia eccezionale che ci fa tornare tutti bambini, evocare lontane letture dall'infanzia e muove l'immaginario.
Sarà vera? E' colpa dubitarne? Ma nessuna conferma ci viene dalla casa editrice assieme con il libro: note introduttive, quarta di copertina e sarebbe troppo chiederci di svolgere una ricerca presso le fonti.
Leggiamo il libro inquadrando il contenuto ora nella memoria, ora nella fiction, ora in una mistura di memoria e fiction.
Non abbiamo nulla contro la fiction e siamo convinti abbia un ruolo vitale, gradualmente esaurendosi quello della memoria. La signora cattolica alla quale i genitori hanno allevato la bambina colta in atto di contare i soldi, brutta, antipatica, é uno dei moventi da cui parte la fuga che si protrae per cinque anni: la durata della guerra '39-45.
Un amico mi informa che il premio Nobel Elie Wiesel ha manifestato l'apprezzamento favorevole alla storia di Misha. Per parte nostra, consapevoli dell'incidenza per l'educazione e l'informazione della gioventù delle avventure di Misha, non possiamo non condividere, nel nostro piccolo, il pensiero del grande testimone. Rimane il dubbio: memoria o fiction o mistura dell'uno e dell'altro?
B.V.