Il Lager di Neuengamme
(1), situato nella Germania settentrionale nei pressi della città di Amburgo,
venne aperto il 13 dicembre 1938 con l'arrivo di un trasporto di 100 deportati
provenienti da Sachsenhausen, di cui Neuengamme inizialmente fu un comando
esterno.
Dopo l'occupazione della Polonia, Himmler voleva avere a disposizione
un Lager capace di accogliere 40.000 polacchi, e così nella vecchia fabbrica
di mattoni cominciarono ad affluire trasporti di piccola entità, 200 -
250 persone, tutte destinate a produrre mattoni.
La materia prima, l'argilla, veniva estratta da una cava che si trovava
dentro il recinto del Lager.
Nel marzo del 1940 quello che inizialmente era soltanto un campo di lavoro
dove si producevano mattorni e si costruivano i Blocchi in mattoni destinati
ad ospitare nuovi e numerosi deportati, si trasformò in un Lager terrificante
dove il terrore divenne di casa.
La produzione di mattoni, come quella di pietrame vario che avveniva nelle
cave Mauthausen, Flossenburg, Natzweiler e Gross Rosen, era gestita dalla
Dest (2), società delle SS.
La produzione della mattonaia di Neuengamme, con i suoi 50 ettari di terreno,
venne incrementata non appena Himmler ebbe sentore dei grandi progetti
in discussione tra Speer e Hitler. Quest'ultimo voleva meravigliare il
mondo con il rifacimento in termini colossali delle due città tedesche
Norimberga e Berlino per poi espandere tale rifacimento ad altre città.
HimmIer si propose cosi come fornitore di pietre e mattoni (non solo)
con la Dest che avendo la possibilità di sfruttare il lavoro gratuito
dei deportati, avrebbe anche contribuito a rimpinguare le casse delle
SS.
Per Amburgo il progetto dell'architetto Gutschow prospettava la sitemazione
della città e delle sponde sull'Elba in chiave moderna.
Quindi, non solo il Lager era funzionale a questo progetto che prevedeva
la produzione di milioni e milioni di pezzi di mattoni all'anno, ma serviva
anche con il lavoro dei deportati alla costruzione di un canale che dall'Elba
consentisse di trasportare il materiale ad Amburgo che dista circa quaranta
chilometri da Neuengamme.
Inizialmente i trasporti verso questo Lager contavano poche centinaia
di persone. Successivamente, nel 1940, cominciarono ad affluire trasporti
consistenti: 3000 persone da Sachsenhausen, 500 da Buchenwald, ecc. Si
trattava per lo più di polacchi e, con l'arrivo di questi deportati ebbero
inizio i lavori per la costruzione della grande mattonaia (Klinkerwerke).
Ormai il terrore era instaurato e radicato, ed il Lager continuò senza
sosta ad accogliere deportati che i trasporti dagli altri Lager e la Gestapo
di Amburgo e delle città vicine inviavano. Alla fine del 1940 il campo
contava già 5000 deportati (430 erano morti negli ultimi mesi); a fine
1941 i deportati erano saliti a quasi seimila, esclusi 1000 prigionieri
sovietici ed i loro 43 ufficiali arrivati in ottobre; a fine 1942 il numero
era salito a 13.400 (ed i morti a quasi 4000).
A fine 1943 la forza del Lager arrivò a 25.700 deportati e a fine 1944
a 48.800, di cui circa 10.000 donne. I morti di quell'anno superarono
le 8000 unità.
AIla fine di marzo del 1945 i numeri di matricola raggiunsero il numero
di 87.000 per gli uomini e 13.000 per le donne, ma i trasporti continuarono
ad arrivare. E' stato stimato che nel Lager oltre ai deportati vennero
inviate tra il 1938 e il 1945 anche 2000 persone fra uomini e donne, per
lo più membri della Resistenza che furono impiccate, come i 71 membri
del gruppo Baestlein- Absagen - Jacob, del quale facevano parte l'attrice
Hanna Mertens e Magaret Zinke, ed anche il ramo amburghese della 'Rosa
Bianca'che furono impiccati dentro al Lager il 23 aprile '45.
Il Lager di Neuengamme con i suoi 80 sottocampi divenne così il più grande
Lager della Germania settentrionale: passarono dentro i suoi reticolati
circa 104.000 deportati e si stima che fra i 45.000 ed i 55.000 non sopravissero.
Per tre mesi, fra il '41 ed il '42 tutto il Lager venne messo in quarantena
perché le impossibili condizioni igieniche avevano provocato un'epidemia
di tifo petecchiale. Vennero bloccate le uscite e tutti i rasporti, da
e per Neuengamme; pochissime SS partecipavano agli appelli.
L'epidemia, oltre le centinaia di vittime tra i deportati, causò la morte
di 477 soldati sovietici. Sempre nei primi tempi, da Neuengamme venivano
inviati continuamente deportati a Bernburg, uno dei sei centri dove si
praticava l'eutanasia, per essere gasati.
Per chi si avvicina alla storia della deortazione ed è indotto a confrontare
le situazioni dei vari Lager, Neuengamme presenta alcune particolarità
che lo differenziano dagli altri Lager. Ad esempio: c'erano veri e propri
scambi di deportati tra i vari Lager: Auschwitz, Dachau, carceri della
Gestapo, Stalag ed Offlag di militari russi. Neuengamme inviò più volte
deportati indeboliti, incapaci di lavorare (nicht mehr arbeitsfaehigen),
a Dachau, scambiandoli con lo stesso numero di deportati sani ed aabili
al lavoro che Dachau inviò a Neuengamme. Troviamo che fra i suoi campi
"satelliti"vi sono anche Lager di 8-2-20-7-15 persone solamente. Ho voluto
succintamente dare un'idea del Lager. Adesso parliamo degli italiani a
Neuengamme.
Dalla tabella
che classifica i deportati per nazionalità, gli italiani passati per questo
Lager figurano essere 850. Mi sembra necessario dire che la tabella indica
soltanto quelli che all'entrata nel Lager dichiararono di essere italiani
e ricevettero la "I".
Parecchi tra gli italiani dell'Istria, del Carso triestino, di Fiume,
spesso partigiani nelle formazioni slovene o italo-slovene, dichiararono
di essere di madrelingua slava e ricevettero la "J".
I primi italiani a Neuengamme, secondo i dati in possesso di un compagno
francese che fa parte dell'AIN (Amicale Internationale Neuengamme) , arrivarono
con un trasporto proveniente da Vienna nell'ottobre 1943. Il trasporto,
inviato dalla Gestapo, era formato da 400 deportati e comprendeva - oltre
ad alcune decine di italiani, anche dei cecoslovacchi e degli jugoslavi.
I loro numeri di matricola erano inferiori al 25.000. Nel luglio 1944
arrivò un altro trasporto da Vienna di 160 persone con parecchi italiani.
Un altro trasporto ancora, comprendente deportati italiani, arrivò il
1°settembre 1944 da Belfort (Francia). Dei 900 deportati, 100 circa erano
italiani e gli altri erano belgi e francesi. I loro numeri di matricola
superavano il 42.000.
Dopo questi; trasporti gli italiani arrivarono direttamente da Dachau
con i trasporti del mese di ottobre e successivi. Mentre i deportati dei
primi trasporti (dei quali alla liberazione si conteranno alcuni sopravvissuti)
erano politici che avevano partecipato alla Resistenza in Italia, in Francia
e con i partigiani jugoslavi, gran parte di quelli arrivati da Dachau
erano stati rastrellati dai tedeschi e dai loro alleati (brigate nere,
cosacchi, spagnoli della Legione Azzura) nei paesi dell'alto Friuli e
della Carnia.
Tra gli italiani a Neuengamme mancava un gruppo politico il quale si proponesse
di tenerli uniti, assisterli e confortarli. Erano isolati, e dispersi
negli 80 Lager "satelliti"; ciò provocò la demoralizzazione e li rese
facilmente preda della morte. Un'altra considerazione voglio fare: esaminando
i nominativi riportati nella Gazzetta ufficiale per l'indennizzo, ho notato
una stretta similitudine tra i deportati di Laura e quelli di Neuengamme.
Quelli di Laura dichiararono come campo di deportazione Buchenwald, molti
di quelli di Neuengamme dichiararono solo Dachau.
Queste dichiarazione rendono difficile la ricostruzione di una storia
della presenza italiana a Neuengamme, come del resto mi era stato difficilissimo
ricostruire la storia degli italiani deportati a Laura (3).
Durante la visita che ebbi occasione di fare in rappresentanza dell'Aned
per il congresso dell'AIN visitai il Lager che è forse l'unico ad essere
rimasto com'era alla fine della guerra, eccetto alcune demolizioni effettuate
dal Senato della città di Amburgo che entro il perimetro del Lager nel
1948 costruì un correzionale per minorenni che col tempo divenne un penitenziario
per adulti in funzione ancor oggi. Mentre mi propongo di ri-parlare in
un prossimo articolo di Neuengamme, mi sembra interessante accennare al
congresso dell'AIN al quale ho partecipato in rappresentanza dell'Aned.
Il tema base del congresso era la preparazione del futuro congresso del
2000 che coinciderà con il 55' anniversario della liberazione dei Lager.
I due problemi più importanti che sono stati dibattuti riguardavano da
una parte la necessità di riappropriazione di tutto il Lager da parte
della Gedenkstaette (Memoriale) e l'altro come fare per poter finanziare
l'arrivo, per il congresso del 2000, di gruppi di sopravvissuti o loro
parenti dai paesi dell'Est. Occorre a questo proposito ricordare che dei
106.000 deportati di Neuengamme 35.000 erano russi e 16.000 polacchi.
Per quanto riguarda la riappropriazione dell'intero comprensorio del Lager
il grosso problema è costituito dal penitenziario inserito al centro di
quello che era il Lager dividendolo così in due metà separate.
Ci sono state delle promesse sia del sindaco di Amburgo che della signora
Marquardt, ministro della cultura, che hanno promesso lo spostamento del
penitenziario in altra sede ed hanno evidenziato come siano già stati
stanziati i fondi allo scopo (120 rniliardi!). La delibera dovrà venire
votata tra breve dagli appositi organi consiliari.
Alberto Berti
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