Presenti quattro superstiti dei processi del Tribunale speciale di 56 anni fa

Ricordati al poligono di Opicina i cinque sloveni fucilati nel 1941

 

I cinque antifascisti sloveni fucilati nel dicembre del 1941 dopo la condanna pronunciata dal Tribunale speciale, sono stati ricordati al poligono di Opicina (nella foto), luogo dell'esecuzione, presente numerosa folla attenta e commossa: Pinko Tomasic, Viktor Bobek, Ivan Ivancic, Simon Kos, Ivan Vadnal. All'epoca, qualche mese dopo l'aggressione fascista alla Jugoslavia, nell'aprile del 1941, era già iniziata la lotta partigiana di liberazione contro l'occupazione. Perciò il Tribunale si era trasferito a Trieste per celebrare il processo, contro sessanta imputati, con l'intento di esprimere un forte monito all'iniziata Resistenza, che invece costituì un incitamento a intensificarla. Tra la folla, attorniati da particolare stima ed affetto, i 4 antifascisti ancora in vita dei 60 che erano comparsi davanti al Tribunale 56 anni fa: Srecko Colija (attualmente presidente dell'Anppia di Trieste), Milan Bolcic, Mirko Bravc, Vid Vremec, che guidava la rappresentanza della Lega degli ex combattenti sloveni venuti da Capodistria per partecipare alla manifestazione. Dopo la deposizione delle corone, tra le quali quella dell'Anppia, dell'Anpi e dell'Aned che avevano organizzato la cerimonia, hanno preso la parola Filibert Benedetic (in sloveno) e il senatore Paolo Sema (in italiano), che hanno ricordato il significato del sacrificio dei Caduti, ancora purtroppo attuale, "fino a quando non saranno cancellati nel mondo la sopraffazione, lo sfruttamento dei più deboli, l'umiliazione dei popoli e non sarà conquistato per tutti un sistema di vita dell'uomo".

 

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