le impressioni di una ragazza di Novi Ligure
Sono una ragazza di quattordici anni e a giugno ho terminato la terza
media. Per i buoni risultati scolastici che sono riuscita ad ottenere,
ho avuto l'opportunità di partecipare ad un viaggio organizzato
all'Aned che il comune di Novi Ligure ha offerto ad alcuni studenti meritevoli.
Appena ho saputo che nel mese di Settembre sarei partita verso la Germania
e la Francia, sono stata molto felice, pur sapendo che non si trattava
di cinque giorni di divertimento. Il nostro è stato un viaggio
attraverso la memoria: abbiamo visitato il Lager di Bergen Belsen prima,
quello di Natzwiller Struthof poi e infine la linea Maginot a Lembach. Sul mio libro di storia non c'erano molte foto dei campi di concentramento e della linea sul fronte francese: io mi ero immaginata questi luoghi, ma in maniera totalmente diversa da come sono in realtà. Vederli, visitarli mi ha fatto comprendere veramente il passato, ho potuto "toccare con mano" quello che poco più di cinquant'anni fa è avvenuto nel cuore dell'Europa, ho avuto la certezza che quelle crudeltà più volte descritte da testimoni, ma a cui spesso si stentava addirittura a credere, sono accadute sul serio. È molto triste pensare come milioni di persone che non avevano alcuna colpa sono state sterminate per il semplice fatto di essere ebrei, o zingari, oppure oppositori del regime che vigeva nel loro paese. Alcuni uomini hanno stroncato, hanno posto fine alla vita di altri loro simili, hanno ucciso anche centinaia di migliaia di bambini, bambini che hanno visto solo morte, distruzione, crudeltà... |
La bandiera dell'Aned insieme ai gonfaloni degli enti locali piemontesi alla testa del piccolo
corteo in marcia verso il monumento di Bergen Belsen
Devo ammettere che tutto questo ha prodotto su di me un effetto assai
strano: la mia voglia di vivere è inspiegabilmente aumentata.
Probabilmente il sapere, il vedere in che modo tanti ragazzi uguali
a me sono stati uccisi, come è stata annientata prima la loro
libertà, poi la loro personalità e infine il dono più
bello che Dio ha dato a ognuno di noi, e cioè la vita, mi ha
fatto apprezzare ancora di più la mia, mi sono accorta di quanto
sia importante e bella. Credo che condurre giovani come me in questi
campi di sterminio sia molto utile: innanzitutto per noi stessi, ma
anche perché quello che è accaduto durante la seconda
guerra mondiale non venga dimenticato, ma sempre ricordato, affinché
serva come esempio: mai e poi mai deve accadere sulla faccia della Terra
ciò che è stato qualche decennio fa. Laura Laguzzi |