Carla Filippa

Una vicenda già nota

Egregio direttore,

già alcuni anni fa, avevo risposto ad una domanda tipo questa fatta dal compagno Giorgio Alessi su "Triangolo Rosso" n. 4 ­ novembre 1997.
Si tratta del Blocco E (pericoloso). Gli ideatori della fuga, scoperta il 24.12.44 la vigilia di Natale, erano cinque almeno quelli che sono venuti fuori: l'ingegner Fausto Gavazzeni (Tenente Rossi) Val Ghisone (To) morto a Mauthausen; l'allora studente in ingegneria Giorgio Quazza (Giorgio Bolognesi) partigiano Val Sangone (To) (gli è stata intitolata un'aula al palazzo Vela a Torino, è morto in un incidente alpinistico); Libero Sergi partigiano Val Sangone morto a Mauthausen. E altri due dei quali non ricordo più il nome e la provenienza.
Probabilmente di questo tentativo di fuga ne sa di più l'amico Lodigiani, che mi aveva corretto qualcosa su "Triangolo Rosso" già tempo fa.

Cordiali saluti

Carlo Filippa
Borghetto S.S. (Sv)

Catturato il 4.12.44 in combattimento durante azioni di rastrellamento senza munizioni ma con le armi in pugno. A Bolzano ero n. 7175, a Mauthausen n. 115487 ­ Greiss ­ Gusen II Bl 17 ­ Gallesse S. Giorgio Stollesi 11 Comando BB4

 

Sandalo

Scoperti per una spiata

Caro Giorgio,

chi ti scrive è uno dei matti che con te collaborarono al buco che ci portò oltre il muro di cinta del campo. Per ricordarti di me devi solo ricordare ­ oltre al nome, Sandalo ­ dell'unico che nel campo ha sempre portato la barba. Io infatti avevo conosciuto ­ prima di Bolzano ­ il capo campo Lanz, l'unico che senza scorta oltrepassava le due file di filo spinato del nostro blocco e veniva a ispezionarci.
Io ero stato nominato da lui capo spazzino del campo, e con la carriola portavo via la terra scavata nel buco, non le pietre: quelle venivano nascoste. Io ho lavorato solo una sera nel buco, e mi meraviglio che i giornali e la televisione non abbiano mai parlato di quel tentativo. Ricordo Piero Caleffi, che poi è stato senatore, e Massari, di Novara, morto a Mauthausen, che hanno collaborato sempre per portare fuori la terra estratta dal buco.
Quando si doveva uscire, il nostro tentativo è stato scoperto per una spiata di uno dei nostri. Noi, per fortuna, siamo stati salvati dalle fucilate delle SS che ci aspettavano fuori, grazie a una donna del blocco confinante con il nostro, che attraverso il foro dal quale ci comunicavamo le nostre cose ci ha avvisati del tradimento. Molti hanno saputo il nome del traditore. Anche il nostro don Gaggero a Mauthausen, dove ci trovammo nello stesso blocco, mi confidò di conoscerlo.
Resto in attesa di un appuntamento a Genova per ritrovarci.

Sandalo
(Sardigliano, Alessandria)