Varie

 

Che fine ha fatto la giornata della memoria ?

Il presidente del Senato Nicola Mancino ha ricevuto il 29 settembre a Palazzo Madama una delegazione della Comunità ebraica italiana e dei deportati politici, accompagnata dal sen. Athos De Luca. Ne dà notizia un comunicato dell'ufficio stampa di Palazzo Madama nel quale si aggiunge che la delegazione ha sollecitato l'approvazione del disegno di legge per l'istituzione di una Giornata nazionale dedicata a tutti coloro che furono uccisi o deportati nei campi di concentramento nel corso della seconda guerra mondiale.
"In questi anni - ha ricordato la delegazione - vari Paesi europei hanno assunto iniziative per commemorare coloro che, nel corso della seconda guerra mondiale, furono uccisi o deportati per odio razziale o per ragioni politiche." Il presidente Mancino ha assicurato che il disegno di legge, che reca la firma di tutti i rappresentanti dei gruppi politici, è stato assegnato alla competente commissione e che seguirà con la massima attenzione l'iter del provvedimento.

(Ansa)

 

Il "Triangolo Rosso" è "nordista"?

Carissimi amici dell'Aned, Vi ringrazio infinitamente per il vostro invio della rivista "Triangolo Rosso" che ricevo con immenso piacere e mi permette di essere sempre aggiornata sulla situazione.
Vorrei esprimere un mio commento: perché molti articoli da voi pubblicati da testimonianze di ragazzi che hanno visitato i campi o di sopravvissuti riguardano il Nord Italia e, per esempio, la Toscana non viene presa in considerazione?

Ilaria Borsieri Tavarnuzze (Fi)

 

Da Dachau a Pontida L'improbabile storia del leghista Broggini

La sua storia ha avuto un certo risalto sui giornali (quella che riproduciamo è una pagina del Corriere della Sera). Bruno Broggini, 82 anni, da Albizzate, nel Varesotto, era a Pontida il 29 giugno scorso a inneggiare alla secessione con migliaia di altri militanti leghisti. Al cronista del Corriere Broggini ha raccontato di essere stato durante l'ultima guerra nelle Brigate Garibaldi, da "comunista duro e puro" e di essere stato arrestato dalla Gestapo per una spiata nella primavera del 1944: "Mi aprirono il paltò, sotto c'erano 6 bombe a mano e il mitra". Il cronista annota che il racconto dell'anziano leghista "si ammanta di pudore" quando parla delle "torture e del viaggio a Dachau dove per sei mesi il nostro, essendo forte e robusto, avrebbe trasportato cadaveri "ai forni e alle fosse".
Dal Lager Broggini sarebbe fuggito traversando "completamente nudo" a nuoto il fiume Ammer lì vicino, la mattina del quattro gennaio 1945. I due compagni di fuga, dice, purtroppo non ce l'hanno fatta, e sono morti per il gelo. Lui, invece, da Dachau avrebbe raggiunto avventurosamente la Svizzera, dove sarebbe rimasto "un anno in ospedale".
Storia avventurosa e commovente. Noi abbiamo consultato gli elenchi disponibili dei deportati italiani a Dachau, e abbiamo chiesto a qualche superstite. Il nome di Broggini, tra quelli di Dachau, però non siamo riusciti a trovarlo.