Unanime cordoglio per la scomparsa di Mons. Manziana

Unanime cordoglio ha suscitato a Brescia, dove viveva da molti anni, la notizia della scomparsa di Mons. Carlo Manziana, vescovo emerito di Crema, superiore dei Filippini della pace. Mons. Manziana aveva 94 anni ed era un superstite del campo di Dachau: un'esperienza, questa, che egli ha portato sempre nel profondo del suo cuore, alimentando un sentimento di viva solidarietà per tutti i compagni di deportazione, e di riconoscenza per la memoria dei tantissimi che dai Lager non sono tornati. I solenni funerali del prelato, il 5 giugno scorso, hanno visto sei vescovi concelebrare la funzione religiosa nella chiesa della Pace di Brescia. Prima della partenza della salma per Crema il vescovo Paravisi ha ricordato la figura dello scomparso, e il nostro Carlo Todros, presidente della sezione Aned di Brescia, gli ha dedicato l'ultimo commosso saluto che di seguito riportiamo integralmente.

 

Che girnata, che triste occasione, che saluto estremo pieno di rimpianti. Ricordare il nostro caro fratello Carlo, che ci ha lasciati per riunirsi a tanti fratelli caduti nei Lager nazisti, non è un privilegio che assumiamo con serenità. Siamo ormai così pochi che la Tua perdita ci fa sentire ancora più soli, più indifesi. Tu ci davi tanto coraggio, tanta speranza, tanta fiducia, tanta volontà per continuare nel pesante compito di dare "alla memoria un futuro".

La Tua esile costituzione si contrapponeva a una forte personalità, le Tue parole sempre piene di comprensione, di altruismo, di speranza, di fiducia, ci infondevano un immenso coraggio, e pensando a Te, potevamo andare avanti. Come faremo ora senza di Te?

So che da lassù, posto che Ti sei meritato per il bene fatto ni tutta la Tua lunga permanenza tra di noi, ci guiderai, ci consiglierai, e sappiamo di averti sempre vicino. Se è vero che esiste un luogo dove i Giusti potranno riposare in eterno, Tu ne occuperai un posto preminente, perchè ne sei stato degno. Mi rivolgo a Te con il famigliare Tu perchè spesso mi rimproveravi di non farlo per rispetto alla atua veste, al Tuo grado, alla Tua persona, e dato che me lo avevi chiesto in fuzione del fatto che tra i deportati superstiti esiste un rapporto di fratellanza, oggi mi sento autorizzato a rivolgerTi un affettuoso arrivederci al giorno in cui ci riuniremo. Ciao caro Carlo e a presto.